Ultras

Dalla tessera alla Fidelity Card non cambia nulla

Utente: tobbia
16 / 3 / 2012

Claudio Dionesalvi

Dalle “guerre in trappola” al supporter neoliberista. Dagli scontri tra bande giovanili del film “Rusty il Selvaggio” alla violenza collettiva istituzionalizzata in “Rollerball”. La tessera del tifoso cambia nome, ma la sostanza rimane inalterata. Anzi, la nuova veste dell’odiato strumento normativo sferra il colpo di grazia a quella che un tempo fu la controcultura ultras, portando a compimento un vasto processo di mercificazione del tifo organizzato, iniziato circa venti anni fa. Così migliaia di ultrà sono messi a lavorare nell’industria del calcio sociale, senza percepire reddito, e con l’illusione di essere liberi, come già diversi milioni di utenti dei social network. È la semplice presenza di ogni singolo individuo allo stadio o sul web che consente alla macchina ludico-comunicativa di continuare a funzionare.
Al di là dei roboanti annunci, sono soltanto economici gli interessi che si agitano dietro la cosiddetta Fidelity Card lanciata dalla FIGC. Tra le vecchie guardie delle curve italiane, in tanti fanno notare che rispetto alla prima tessera, non cambia nulla. Ci sarà ancora l’odiosa distinzione tra “buoni” e “cattivi”. Continuerà ad essere bandito dagli stadi, e non potrà seguire la propria squadra in trasferta, chi in precedenza è stato colpito dal Daspo, il divieto di assistere alle competizioni sportive. La sua “cittadinanza” in curva sarà a discrezione esclusiva delle questure.
E dire che la tessera del tifoso era stata dichiarata illegittima già dal Consiglio di Stato nel dicembre scorso in accoglimento dell’appello del Codacons e della Federsupporter contro la decisione del Tar del Lazio che in precedenza aveva respinto il ricorso presentato dalle due associazioni. Il supremo organo riconosceva che non è giusto costringere un tifoso ad acquistare un carta di credito ricaricabile: sarebbe una violazione della libertà di scelta economica del consumatore di calcio.
Con la nuova Card, al possessore di tessera sarà consentito di acquistare un biglietto anche per un amico non tesserato. Si istituzionalizza così un esperimento già avviato da alcune società calcistiche, che in fondo ripropone la figura del prestanome, il garante nella richiesta di un mutuo alle banche.
Oggi cavie del marketing, un tempo cavie da manganello. In conseguenza delle leggi speciali approvate negli ultimi due decenni dai governi italiani in materia di repressione del fanatismo calcistico, di fatto sono stati cancellati principi come l’inviolabilità della persona, la flagranza di reato e la presunzione di innocenza. Dalla metà del secolo scorso, agli ultrà è stato assegnato il ruolo di demoni utili per tutte le stagioni. Sul loro mito negativo sono state sperimentate strategie militari da adoperare in seguito nel contrasto delle lotte sociali. S’è trattato di una tragica “terapia” di massa. Tante sciarpe colorate di ultrà e tifosi sono rimaste insanguinate sull’asfalto, in conseguenza di comportamenti irresponsabili o violenti degli uomini al servizio dello Stato. In epoche diverse, Gaetano Plaitano, Pasquale Ammirati, Stefano Furlan, Celestino Colombi, Sergio Ercolano, Gabriele Sandri, hanno perso la vita. Molti altri sono usciti da pestaggi e cariche col corpo segnato da danni permanenti. Tutto questo avveniva mentre multinazionali e avventurieri del marketing compravano e svendevano i linguaggi delle curve organizzate. Schede telefoniche, marche di biscotti, aziende di gadget e abbigliamento, persino gli stessi partiti politici fecero incetta di slogan e simboli “rubati” al mondo dei supporters. Adesso arriva la stretta finale: da consumatori un po’ riottosi, gli ultrà diventano beni di consumo a tutti gli effetti. Persistono alcune esperienze resistenti, tentativi di riappropriazione del calcio dal basso, tuttavia rispetto alla vastità del passato fenomeno, appaiono residuali. In un certo senso, ha ragione l’ex ministro Maroni: “hanno vinto gli ultras”. Sì, ma soltanto quelli che non si sono lasciati rinchiudere nelle riserve.