Diario di un 15 Ottobre tutto sbagliato

di Alfonso Mandia

16 / 10 / 2011

Quello che è successo ieri è tutto sbagliato.

Provo a spiegare.

Quando arrivo, il corteo sta appena cominciando a confluire in piazza san Giovanni, l’atmosfera è allegra, distesa, sotto la statua di san Francesco c’è il presidio degli indignati che con il megafono incitano alla rivolta e danno appuntamento a tutti alle cinque per l’assemblea pubblica che terranno per decidere le prossime mosse da farsi, ovunque sono appesi enormi striscioni, macchinette di tutte le fogge, colori, marche, modelli, scattano foto a qualunque cosa si muova, nel parco antistante un gruppo di piccoli campioni gioca a pallone, una signora inalbera orgogliosa un cartello che è una perla di saggezza popolare: “Ai colpevoli del crollo: il debito è vostro, devo dirvi dove metterlo? Mortacci vostra”.

Il serpentone del corteo comincia a confluire nella piazza accompagnato da cori e slogan e dalle immancabili street band che suonano samba a tutta birra, c’è tutto un popolo che si è stancato dello schifo nel quale chi comanda vorrebbe farci galleggiare, quando saremo arrivati tutti sarà un fantastico delirio.

Un’oretta più tardi cominciano a girare voci su attacchi a banche nella zona di via Cavour, ma nessuno ci fa un granché caso, saranno i soliti casinari cha avranno gavettonato a vernice qualche banca, dice qualcuno, nessuno vuol considerare l’ipotesi che questa giornata venga rovinata, troppo bella e con troppa bella gente per aver voglia di pensare ad un’eventualità del genere.

Un paio di falsi allarmi riguardo alla polizia che starebbe arrivando a passo di carica verso di noi non fanno che confermare che son tutte chiacchiere, magari partite da qualcuno che ha voglia di rompere le balle e niente più, il prato davanti alla basilica di san Giovanni sembra villa Ada a ferragosto, chi gioca a carte, chi suona con chitarre e bonghi, uno di quei giorni di straordinaria protesta in cui sembra che tutto stia per cambiare, che tutto sia possibile, finalmente.

Poi all’improvviso, come per magia nell’arco di pochissimi minuti, l’inferno.

Come apparso dal nulla arriva di corsa un battaglione di black block, chiamiamoli così giusto per capirci, bardati di tutto punto, comprese maschere antigas. Sono tanti, sono incazzati, la piazza diventa una scatola piena di gas, tutto bianco, non si vede un accidente, i celerini devono aver lanciato lacrimogeni a tutt’andare, tanto che, molto prima dell’arrivo della nube vera e propria, mentre faccio fotografie mi rendo conto che gli occhi pare stiano per esplodermi, in giro è un fuggi fuggi generale, la polizia continua a sparare cs a getto continuo, i blindati cominciano le girandole per scansare i cassonetti messi in mezzo alla strada, un’auto brucia, l’aria è talmente satura di gas che neanche il limone riesce a far passare il bruciore agli occhi.

Quando è chiaro che la polizia sta circondando la piazza la gente si rifugia nel parco temendo una di quelle ormai normali cariche indiscriminate contro tutto quello che si muove, intanto è cominciato un gioco di attacco e contrattacco tra i black block e le guardie, ma, di nuovo, ho la sensazione che sia tutto sbagliato, sembra quasi un giochetto concordato, difficile da spiegare.

Sono parecchie le cose che non tornano, i celerini erano pochi, maledettamente pochi, per una situazione del genere, non hanno reagito come ci si sarebbe aspettato, spesso osservavano i ragazzi che sfasciavano tutto e li insultavano dalle stradine laterali senza far granché, le cariche non erano mai vere cariche, sembravano piuttosto azioni volte a disperdere l’attacco dei blackblock, per tenerli a bada ma senza esagerare, i ragazzi erano ben organizzati, era chiarissimo che sapevano già cosa fare e come muoversi, erano liberi di girare dappertutto, facevano avanti e indietro nel parco davanti allo sguardo dei celerini che si sono limitati a tirare un paio di fumogeni e niente più, mentre normalmente avrebbero fatto una carneficina.

No, ragazzi, ieri è stato tutto sbagliato, tutto.

Credo che dovremo essere molto attenti, nei tempi a venire. Chiunque verrà al posto del nano di Arcore sarà oltremodo zelante nel voler apparire affidabile agli occhi dei padroni del vapore, ed è dunque interesse comune che questo nascente sommovimento popolare tiri le cuoia prima di maturare e prendere coscienza delle proprie potenzialità, e all’orizzonte, sarà bene ricordarlo, non si vede neanche l’ombra di una sinistra che possa far da sponda politica o sociale alle lotte che andranno portate avanti, a meno di non voler considerare sinistra l’Idv o Sel, per non parlare del Pd.

Nella partecipazione alla manifestazione di ieri una parte di popolazione ci ha visto il segno di un cambiamento di portata eccezionale, un’altra parte una minaccia al proprio potere e ai propri interessi, ed è la parte che finora ha fatto più danni, e che ha i mezzi e il denaro per far sì che questa minaccia sia cancellata dalla faccia della terra.

Anche questo, sarà bene ricordare.

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