Il tempismo della stampa e della magistratura. Chiesto rinvio a giudizio per tre compagni del TPO di Bologna.

5 / 2 / 2011

La giornata del 5 febbraio 2011 era attera a Bologna per la manifestazione della rete antifascista cittadina per protestare, giustamente, contro l'apertura in centro città della sede di Casapound, organizzazione politica di chiara ispirazione fascista (vedi nota). 
Tanti giovani dei centri sociali, tanti  studenti e vari collettivi, ed anarchici  urlando Via i fascisti dalle città, hanno, insieme a buona parte della cittadinanza laica ed antifascista bolognese manifestato tutta l'indignità per tale iniziativa cantierata da Casapound.
Era prevista una festa per inaugurare la detta sede, ma la festa non si è vista, è stata annullata.
Buon passo e buon successo ottenuto dal movimento bolognese.
Ma, ed ecco il ma, qualche ora prima della manifestazione, sulla stampa locale via internet giunge notizia che in relazione ai fatti di  via Orfeo in Bologna,dove gli attivisti del Tpo hanno subito un’«aggressione fascista» incrociando alcuni fascisti di Casa Pound, che avrebbero sbarrato loro la strada dicendo, «Questo è il nostro quartiere»,  la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per le quattro persone coinvolte, tre attivisti del centro sociale Tpo  e un militante di estrema destra Le accuse per tutti e quattro sono di lesioni personali aggravate. Due compagni antifascisti  sono accusati anche di manifestazione non autorizzata per aver organizzato un volantinaggio itinerante per chiedere la chiusura delle sede di CasaPound, ed un solo compagno  è accusato di minaccia nei confronti di un negoziante di via Santo Stefano che si era rifiutato di ospitare un volantino del movimento.
Quindi, tale notizia viene divulgata, guardo caso, nella stessa giornata del presidio contro Casapound, ma con i nomi delle persone coinvolte.
Sul punto è necessario riflettere.
E' necessario indicare il nome e cognome di chi è indagato, di chi ha avuto richiesta di rinvio a giudizio, e quindi non condanna, quando tale indicazione compromette la quotidianità,la vita sociale dello stesso indagato?
Il Garante per la tutela della Privacy sul punto in questione intervenne con documento dell’11 giugno 2004 “Privacy e giornalismo. Alcuni chiarimenti in risposta a quesiti dell’Ordine dei giornalisti”.
Gli elementi principali che emergono sono due:
1) viene riaffermata la responsabilità del giornalista, al quale spetta acquisire, selezionare, scegliere i "dati utili ad informare la collettività", in assoluta autonomia;
2) è il giornalista a valutare se la notizia sia di interesse pubblico e se il particolare che si sta per pubblicare (anche quello che rientra nella sfera privata del singolo) sia essenziale all'informazione.
Il Garante specifica che i nomi delle persone indagate o sottoposte a giudizio possono essere resi noti, ma in termini generali, il Garante ribadisce che l’esigenza di assicurare la trasparenza dell’attività giudiziaria e il controllo della collettività sul modo in cui viene amministrata la giustizia devono comunque bilanciarsi con alcune garanzie fondamentali riconosciute all’indagato e all’imputato: la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva, il diritto di difesa e ad un giusto processo.
Per la Cass. pen. 30/06/1984, n. 8959; e la Cass. civ. 18/10/1984, n. 5259 detti limiti sono costituiti dall’utilità sociale della informazione; dalla verità dei fatti esposti; dalla forma civile dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione.
Quindi, era necessario, era essenziale, indicare i nomi delle persone indagate a poche ore dalla manifestazione contro Casapound? Era necessario indicare i nominativi delle persone, con le accuse specifiche mosse contro le stesse, ponendo i soggetti interessati in difficoltà con la quotidianità ad esempio lavorativa?
Sappiamo tutti in che società viviamo, sappiamo tutti che basta poco per creare falsi allarmismi e preoccupazioni, e sappiamo tutti che la presunzione d'innocenza in questo paese è falsamente presuntiva nel senso che basta essere iscritti in un registro penale, o basta avere una richiesta di rinvio a giudizio per essere già condannati dall'opinione pubblica e non solo.
Si potevano benissimo omettere i nominativi delle persone coinvolte,  non era essenziale ai fini della divulgazione della notizia indicare i nominativi dei compagni indagati; ma un quesito sorge spontaneo, perchè tale tempismo?
La risposta è nella realtà dei fatti.
Infine voglio offrire la mia solidarietà a chi combatte il fascismo, a chi subisce ogni giorno violenze da parte di soggetti che si richiamano ai principi del Dux, a principi che hanno martoriato questo paese, e che giorno dopo giorno trovano sempre maggior consistenza ed affermazione.

Menti critiche di Marco Barone


nota: 
  1. Nicola Antolini Fuori dal cerchio 2010, editore Elliot. ISBN 9788861921405
  2. ^ ab Domenico Di Tullio Centri sociali di destra. Occupazioni e culture non conformi. 2006, Roma, Castelvecchi. ISBN 8876151052
  3. ^ Alessandro Cosmelli, Marco Mathieu Oltrenero. Nuovi fascisti italiani. Editore Contrasto
  4. ^ Nicola Rao La Fiamma e la Celtica 2006, Roma, Sperling & Kupfer. ISBN 8820041936