Iniziativa antifascista al Csoa Mercato Occupato di Bari Interviene Porzia Petrone, sorella di Benedetto, ucciso nel 1977 a Bari dai fascisti.

Bari - Stiamo attenti, ma andiamo avanti

Al Mercato Occupato Porzia Petrone presenta il documentario "Benny Vive!"

15 / 7 / 2010

" Vi guardo e sembrate proprio Benny e i suoi compagni...sono passati trent'anni, e siete come loro, con gli stessi occhi, gli stessi ideali, la stessa forza...continuate a fare cose belle ragazzi...e state attenti, vi prego, state attenti."
(Porzia Petrone, 13 luglio 2010, Mercato Occupato Bari)

State attenti, state attenti compagni del Mercato Occupato, perché questa città conosce dei rapporti di potere immutati rispetto agli anni in cui veniva ucciso Benedetto.

State attenti perché le forze che con tanta gioia unite per ribaltare il tavolo e riscrivere la storia fa paura, ha sempre fatto paura a chi ha qualche privilegio da difendere.

State attenti perché il fascismo è la violenza, l’intimidazione, la minaccia, il braccio armato di coloro che comandano, che possiedono e che vi temono. La loro paura è la vostra forza. La loro forza è la vostra paura.

Queste sono le parole che si leggevano tra le righe nel commovente discorso di Porzia Petrone, mercoledì sera al Mercato Occupato, nel corso di un incontro-dibattito che affrontava il tema dell’antifascismo partendo da quello che accadde quel maledetto 28 novembre di 33 anni fa.
Benedetto Petrone era all’interno del movimento che voleva il riscatto di una popolazione, difendeva le case dei cittadini di Bari Vecchia contrari ad essere deportati nei Cep di periferia, combatteva per il diritto alla casa. E per la giustizia sociale. Nella sezione del P.C.I. Introna- Pappagallo si intrecciavano storie di studenti e operai, architetti e proletari, in quella condivisione culturale e sociale che poi è il senso vero del fare politica e del costruire alternative.

Tutto ciò rappresentava una minaccia vera per i padroni della città che già avevano scritto i loro piani di speculazione sulla pelle dei barivecchiani, destinati secondo loro a una vita di ignoranza e mediocrità, pedine controllabili e manovrabili nelle dinamiche decise dai “palazzinari”.

Non era affatto così invece. Quel tessuto era vivo, vero, radicato e incontrollabile, e trovava nell’organizzazione comunista la sua espressione conforme alla politica del tempo.

Il 28 novembre non fu altro che il colpo di mano di baroni infastiditi che utilizzavano il coltello fascista di Piccolo per riprendere il controllo di quella parte della città impossibile da controllare, perché aveva ripreso possesso del proprio destino. Il fascismo ha sempre servito chi comanda. E’ la normalizzazione estrema, prepotente, violenta, razzista.

Oggi un altro gruppo di giovani ha messo in campo un progetto di alternativa ripartendo dall’occupazione di uno spazio abbandonato. Nella città in cui Di Cagno-Abbrescia possiede alcuni palazzi abbandonati in quella Bari Vecchia arricchita adesso dalla bellissima targa “Via Benedetto Petrone, vittima della violenza fascista”, orgoglio di Porzia e di una città.

Oggi il clima nei confronti di questi ragazzi che lottano per riappropriarsi del proprio futuro diventa sempre più ostile, minaccioso, a causa di un atteggiamento incredibilmente avverso da parte di una classe dirigente locale che solo pochi mesi fa si definiva pronta e favorevole al cambiamento.

Oggi si alimenta ulteriormente quella guerra tra poveri da sempre funzionale al potere, avanzando improbabili ipotesi di occupazioni a scopo abitativo portate avanti da forze neofasciste volte a risolvere necessità" ben più serie" rispetto a quelle di giovani disoccupati e umiliati dall’assenza di lavoro e prospettive.

Oggi si parla di ripristino della legalità nei confronti delle strutture occupate a Bari, una delle quali, il Ferrhotel, soluzione giusta ma illegale alle inadempienze delle istituzioni in materia di seconda accoglienza. Ed è molto significativo che uno degli occupanti del Ferrhotel abbia donato al Mercato Occupato il dvd “Benny vive!”, proiettato mercoledì sera. Il valore dell’unione delle lotte e della dignità di ogni diritto evidentemente è stato ben compreso dalla comunità somala a differenza di qualcun altro.

Tutto questo si respira oggi intorno al Mercato Occupato. Tutto questo e tanto altro, come la commozione di essere riconosciuti “uguali a Benedetto” per la stessa voglia di sognare e di cambiare il mondo, per il chiaro intento di andare avanti e non cedere di fronte alle minacce subdole di questi politicanti incapaci di leggere la società, per il desiderio di costruire e costruirsi in una città nuova, giusta, solidale.

“State attenti!” avverte Porzia, che il pericolo reazionario l’ha già vissuto a sue spese. Noi stiamo attenti, ma andremo avanti, oggi più che mai dopo aver conquistato la dignità di ispirarci a Benedetto.

Benny vive anche nella nostra lotta. Il Mercato Occupato resiste.
CSOA MERCATO OCCUPATO

Centro sociale Mercato Occupato