SOLIDARIZZIAMO CON CHI HA APPLICATO L'ART. 21 DELLA COSTITUZIONE

Chi sono i veri devastatori della cittÀ di firenze?

NO ALLA DIVISIONE TRA BUONI E CATTIVI

Utente: Monikaert88
7 / 11 / 2016

Esprimiamo piena solidarietà ai compagni arrestati durante il corteo di sabato 5 novembre, che legittimamente ha cercato di superare il divieto imposto dalla Questura di Firenze.
Il divieto non solo di manifestare ma anche di concentrarsi in piazza S. Marco è un ulteriore e chiaro passo nel processo di smantellamento dei diritti costituzionali e dell'inasprimento della guerra, sempre più dichiarata, che la classe dominante sta portando avanti a danno delle masse popolari.
Non ci soffermiamo sull'indegna propaganda messa in campo dai media di regime, in particolare dalla “Nazione” che non ha fatto altro che confermare il suo asservimento ai poteri forti. Quello stesso giornale che sistematicamente ospita inserti dedicati alle aste giudiziarie di case requisite per morosità spesso incolpevole (perdi il lavoro, perdi la casa), appoggiando con questa vile propaganda la politica predatoria nei confronti delle masse popolari.
Ebbene, noi eravamo in piazza sabato 5 novembre insieme a quanti legittimamamente hanno sfidato il divieto della Questura e si sono ripresi un diritto, sancito dall'art. 21 della nostra Costituzione e che va difeso con le unghie e con i denti!
Con che coraggio Nardella parla di città devastata? È questa classe politica, di cui lui fa parte ed è dirigente, che devasta la città di Firenze e l'intera regione con la speculazione sui territori, di cui l'inceneritore di Case Passerini, l'allargamento dell'autostrada A11, la tranvia che immobilizza Rifredi e Novoli, sono esempi lampanti.
E ancora, il dissesto del territorio che mette costantemente a rischio la vita delle masse popolari, la totale incuria delle strutture; solo nella giornata di ieri a Firenze l'Arno ha raggiunto 4 metri di altezza sul limite di sicurezza e dopo solo una notte di piogge (per quanto intense), ad Arezzo è crollato un ponte, a Siena è ceduto il controsoffitto di una Residenza Universitaria a causa delle infiltrazioni di acqua.
La classe dominante non trova limiti ai mezzi e alle risorse per ogni spreco e grande evento, per ogni suo lusso e “rituale” (quanto è costata la Leopolda, 800 poliziottti schierati compresi?), per ogni aggressione criminale e ogni guerra richieste dalla NATO: ma non ha la minima attenzione e risorse per tutelare le masse popolari.
Al contrario ha aggravato e aggrava il dissesto idrogeologico del nostro paese, con una dissennata opera di devastazione e inquinamento fatta di moltiplicazione di grandi opere, l’estrazione di minerali, marmo, le perforazioni delle montagne e del sottosuolo dall’Amiata alle Apuane, la dissennata concentrazione urbana e la devastazione per le speculazioni turistiche.
Non facciamoci fregare! Non saranno certo due bombe carta a pareggiare il conto della violenza e del degrado che ogni giorno siamo obbligati a subire, a pareggiare il conto dei nostri morti: quanti Abd Elsalam, quanti Carlo Giuliani, Cucchi, Aldovrandi, quante morti sul lavoro, quanti morti per il dissesto del territorio (altri due solo ieri, a Roma), quanti morti per l'inquinamento, ancora? La Piana fiorentina è stata indicata dall’OMS come una delle aree più inquinate d’Europa.
Chi va condannato sono i mandanti dello schieramento poliziesco chiamato a massacrare i giovani, i lavoratori, i precari, i disoccupati, comitati popolari come i truffati del Salvabanche.
Le dietrologie stanno a zero! Sobillatori, facinorosi, spie, fiancheggiatori... da Genova in poi sempre la stessa litania!
La verità è che la violenza è orribile quando il potere la esercita contro le masse popolari. Ma quando le masse popolari la esercitano contro il potere, è invece salutare, esemplare, liberatoria, educativa, emancipatrice.
Con gli infiltrati e con le spie faremo i conti a tempo debito. Non di nascosto, pubblicamente. Adesso però il nemico principale è un altro.
Per dire NO alla deriva reazionaria del Governo Renzi, di cui la riforma costituzionale è un tassello, dobbiamo mobilitarci e organizzarci per applicarne le parti progressiste senza farsi legare le mani da leggi, norme e prassi correnti, che nella stragrande maggioranza dei casi sono leggi, norme e prassi che violano lo spirito e spesso anche la lettera della Costituzione, proprio come è stato fatto in piazza sabato 5 novembre. Il sostegno politico, economico e morale nei confronti di chi è colpito da repressione perché ha applicato nei fatti la Costituzione, è compito di tutti quanti sono onestamente per la sua difesa.
Non è per caso, distrazione o cattiva volontà che la Costituzione è stata aggirata e violata, ma per precisi e potenti interessi. Applicarne le parti progressiste significa entrare in guerra con i “poteri forti” nostrani e la loro comunità internazionale, cioè con i mandanti dei governi e delle forze politiche che hanno lasciato inattuata, aggirato e poi apertamente violato la Costituzione. Solo le masse popolari organizzate hanno l’interesse e la forza per condurre e vincere questa guerra. Solo un governo composto da persone che hanno la fiducia delle organizzazioni operaie e popolari e sostenuto da esse ha la volontà e la forza per applicarla su ampia scala.
La difesa di un simile governo e la sua attività apriranno la via alla rinascita del movimento comunista e quindi all’instaurazione del socialismo. In questo modo faremo effettivamente dell’Italia un paese in cui la sovranità appartiene al popolo, ogni persona svolge, secondo le sue possibilità e le sue scelte, un’attività utile al progresso della società, tutti i lavoratori partecipano all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Vi invitiamo a partecipare al dibattito che si terrà il prossimo 13 novembre alle 16,30 presso la Casa del Popolo di Settignano, nel quale tratteremo delle varie forme con cui la repressione viene dispiegata e delle forme di lotta che sono opposte dalle masse popolari. Infatti oggi la repressione non colpisce solo i “militanti” ma è rivolta verso tutti coloro che non accettano il disastroso, progressivo corso delle cose: quindi anche studenti, operai, ultras, disoccupati e precari, immigrati, e chiunque altro osa “alzare la testa”.
In questo contesto creare la rete delle organizzazioni operaie e popolari è la contromisura principale per respingere al mittente questa violenza che, come abbiamo ben visto sabato, si fa sempre più indiscriminata e diffusa. 
Federazione Toscana del Partito dei CARC