Associazioni antirazziste e comunità rom presidiano i palazzi del potere

Cosenza, no alle leggi razziali volute da Prodi

Consegnata al prefetto una petizione contro i decreti di allontanamento

Utente: tobbia
3 / 11 / 2009

Pochi giorni fa, durante una vivace manifestazione sotto il palazzo municipale, per protestare contro il blitz di pulizia etnica messo in atto un mese fa da polizia e carabinieri all’interno del campo sul fiume Crati, la comunità rom e le associazioni antirazziste cosentine hanno consegnato un foglio di via, redatto dal basso, all’assessore Bozzo.
Qualche giorno prima, si era svolto in via Popilia un consiglio circoscrizionale aperto per ribadire che il quartiere non è razzista e per chiedere all’amministrazione comunale interventi urgenti, come l’allaccio dell’acqua e della luce al campo rom, in prospettiva di una soluzione condivisa.
Stamani, in una conferenza stampa sotto la prefettura, i Rom e la rete di associazioni operanti nel campo, hanno consegnato al prefetto la seguente petizione:

Al Prefetto di Cosenza
Dr. Melchiorre Fallica

Al Sindaco di Cosenza
Avv. Salvatore Perugini


Oggetto: Petizione per il ritiro dei decreti di allontanamento di cittadini rom rumeni e per la tutela della comunità rom di Cosenza.

Con Decreto del primo ottobre 2009, il Prefetto di Cosenza ha emesso un provvedimento di allontanamento dallo Stato nei confronti di circa 90 rom appartenenti alla comunità rumena da tempo presente a Cosenza. Il provvedimento appare privo di motivazione alcuna.
A questi cittadini comunitari si contesta di non essere in grado di indicare la data di effettivo ingresso in Italia; di non poter dimostrare mezzi leciti di sostentamento e di vivere nel territorio italiano senza alcuna dimora effettiva, motivi per i quali gli stessi rom costituirebbero “una minaccia concreta, effettiva e grave ai diritti fondamentali della persona ovvero all’incolumità pubblica, rendendo incompatibile la civile convivenza”.
Sulla base di questa considerazione chiaramente discriminatoria, il Prefetto ha disposto l'allontanamento, intimando di lasciare il territorio nazionale entro il termine di trenta giorni dalla data di notifica del provvedimento, con divieto di reingresso per cinque anni dall'effettivo allontanamento dal territorio nazionale.
I Rom rumeni di Cosenza, con il supporto di associazioni locali e di un team di legali tra cui alcuni iscritti all’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) hanno inoltrato un ricorso contro il provvedimento del Prefetto, sollecitando altresì l’adozione di una misura immediata, sospensiva dell’allontanamento forzato.
Risulta evidente infatti, la violazione di quanto previsto dalla legge 30 del 2007, come modificata dal decreto legislativo n.32 del 2008, che prevede l’allontanamento forzato del cittadino comunitario soltanto per motivi imperativi di pubblica sicurezza, che sussistono quando la persona da allontanare abbia tenuto comportamenti che costituiscano una minaccia concreta, effettiva e grave ai diritti fondamentali della persona, ovvero all'incolumità pubblica, rendendo urgente l'allontanamento perché la sua ulteriore permanenza sul territorio é incompatibile con la civile e sicura convivenza” (art. 20 comma 3), oppure “altri motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza” (art. 20 comma 1), sempre da dimostrare con motivazioni specifiche riferite a singole persone e non ad un intero gruppo con provvedimenti fotocopia, come nel caso dei decreti di allontanamento disposti dal Prefetto di Cosenza.
In base allo stesso articolo 20, comma 4, i provvedimenti di allontanamento devono essere adottati nel rispetto del principio di proporzionalità e non possono essere motivati da ragioni di ordine economico, né da ragioni estranee ai comportamenti individuali dell'interessato che rappresentino una minaccia concreta e attuale all'ordine pubblico o alla pubblica sicurezza.
Nel caso specifico, il decreto di allontanamento emesso dal Prefetto di Cosenza confonde e sovrappone fattispecie diverse e non risponde a nessuno dei citati principi, risultando radicalmente privo di motivazione, in quanto quelle addotte, sono del tutto generiche, prive di qualsiasi riferimento a situazioni o comportamenti individuali e non possono costituire i presupposti per l'adozione di provvedimenti di allontanamento per motivi di pubblica sicurezza, dovendo, questi, essere assunti sulla base di concreti ed attuali comportamenti che costituiscono una minaccia alla incolumità pubblica.

Inoltre tali provvedimenti costituiscono una violazione della normativa internazionale in tema di espulsioni collettive (Art. 4 del Protocollo addizionale n.4 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo), in quanto colpiscono una intera comunità e non singole persone, così come prescritto dalla legge.
I provvedimenti di allontanamento forzato dal territorio nazionale disposti dal Prefetto di Cosenza violano dunque i più elementari principi di legalità dell’azione amministrativa e si pongono in contrasto con la normativa comunitaria e le leggi interne di attuazione in materia di libera circolazione dei cittadini comunitari.

Quanto sta avvenendo a Cosenza potrebbe ripetersi presto in altre città italiane, e costituire, dunque, un precedente gravissimo con il quale l’autorità amministrativa adotta atti privi di motivazione che discriminano un intero gruppo di cittadini comunitari in ragione della loro provenienza e delle loro condizioni di disagio economico ed alloggiativo.
Operazioni di questo tipo precludono interventi di assistenza e di integrazione, e determinano le premesse per una clandestinizzazione dei rom rumeni e per un loro trasferimento incontrollabile verso altre zone del territorio regionale. Esattamente l’opposto di quello che si dovrebbe fare, per favorire percorsi di coesistenza pacifica e di integrazione dei rom rumeni nel tessuto cittadino. Queste pratiche amministrative di allontanamento e di esclusione sono destinate nel medio-lungo periodo a rompere legami sociali già esistenti ed a produrre una generale sensazione di insicurezza, tra i rom e tra questi ed i cittadini.
Per queste ragioni chiediamo al Prefetto di Cosenza di ritirare in autotutela i provvedimenti di allontanamento forzato già emessi e chiediamo alla magistratura di dichiarane la illegittimità, ove gli stessi provvedimenti non siano immediatamente ritirati.

Siamo disponibili a sostenere i Rom rumeni in ogni ulteriore istanza legale, fino ad arrivare, se necessario, ad una denuncia alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo ed alla richiesta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia.
Chiediamo al Sindaco di Cosenza di convocare immediatamente un tavolo interistituzionale permanente, al quale siano presenti le associazioni che tutelano i diritti dei rom, per individuare soluzioni che favoriscano l’inclusione sociale dei rom rumeni, nel pieno rispetto della loro dignità e tenuto conto che trattasi di persone presenti sul territorio urbano da diversi anni.

Cosenza, 30 Ottobre, 2009

Primi firmatari:
Fulvio Vassallo Paleologo- Università di Palermo

Tonino Perna- Università di Messina

Gianfranco Schiavone (ASGI) Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione

Roberto Malini, co-presidente gruppo EveryOne, Milano

Matteo Pegoraro, co-presidente gruppo EveryOne, Milano

Dario Piccaiu, co-presidente gruppo EveryOne, Milano

Dott.ssa Angelica Bertellini, giurista – antidiscriminazione Mantova

Santino Spinelli, presidente Associazione Them Romano

Nando Sigona, Research Officer Refugee Studies Centre University of Oxford

Stefano Galieni, Responsabile Nazionale Immigrazione-PRC

Giuliana Mocchi, docente Unical

Silvio Gambino, docente Unical

Piero Colacicchi, Presidente Associazione osservAzione, Firenze

Alessandro Portelli-Università La Sapienza Roma

Dimitris Argiropoulos Ph.D Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Bologna

Irene Campari, Circolo Pasolini di Pavia

Alfred Breitman, co-presidente del Gruppo Watching The Sky, Milano

Nico Grancea, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano

Stelian Covaciu, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano

Mariana Danila, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano

Franco Dionesalvi, scrittore, Cosenza

Alfonso Senatore, docente Unical

Dijana Pavlovic, attrice, Milano

Giordano Sivini, docente Unical

Avv. Marco Paggi, Padova

Eva Rizzin, RicercAzione, Firenze

Fabio Norsa, Presidente Articolo3 - Osservatorio sulle discriminazioni, Mantova

Fedele Termini, Associazione Azzurra Mediterranea Onlus, Palermo

Alessandra Corrado, docente Unical

Ercole Giap Parini, docente Unical

Donatella Loprieno, docente Unical

Silvia Sivini, docente Unical

Gilda Catalano, docente Unical

Giovanna Vingelli, docente Unical

Giorgio Giraudi, docente Unical

Guerino D’Ignazio, Preside di Scienze Politiche, Unical

Barbara Curli, docente Unical

Antonella Salomoni, docente Unical

Paolo Pugliese, docente Unical

Walter Nocito, docente Unical

Antonino Campennì, docente Unical

Paolo Caputo, docente Unical

Nazzarena Zorzella, ASGI, Bologna

Cecilia Giordano, PRC Palermo

Francesca Mercadante, Emergency Palermo

Antonio Romano, Emergency Palermo

Vincenza Caminita, Emergency Palermo

Agnese Di Pietrantonio, Emergency Palermo

Francesco D'agostino, Emergency Palermo

Giuliana Commisso, docente Unical

Tania Macaluso, Emergency Palermo

Francesca Saudino, RicercAzione, Firenze

Carlo Berini, Mantova

Davide Gabriele, Presidente Ass. Sucar Drom, Roma

Radames Gabrielli, Presidente Federeazione Nazionale Rom e Sinti

Padre Alex Zanotelli

Gianni Novello, Vice Direttore Pax Christi

Federico Cerminara, Presidente Arcigay, Cosenza

Donatella Barazzetti, Centro Women’s Studies Milly Villa, Unical

Avv. Carmen Cordaro, Circolo Arci Thomas Sankara, Messina

Guido Savio, ASGI, Torino

Cristina Mattiello, insegnante, Roma

Massimo Ciglio, Preside, Cosenza

Avv. Sergio Palombarini, Bologna

Rosa Pia Bonomi, ASGI, Verona

Maria Teresa Silvestrini, consigliera comunale, Torino

Vincenza Perilli, ricercatrice precaria, Bologna

Renzo Fior, Presidente Emmaus Italia

Marianita Montresor, responsabile SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), Verona