Salvaguardare il patrimonio culturale della Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro"

Diari di Cineclub augura buone ferie e annuncia la campagna “Salviamo la Biblioteca Barbaro”

La campagna inizierà con il n. 31 di Diari di Cineclub in uscita a settembre

Utente: Redazione
1 / 8 / 2015

Diari di Cineclub augura buone ferie e annuncia la campagna “Salviamo la Biblioteca Barbaro”, che inizierà con il n. 31 in uscita a settembre, per la salvaguardia del patrimonio culturale della Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro"

Nata a Roma nel 1962 grazie all'impegno di molti intellettuali, tra i quali Alberto Abruzzese, Giovanni Angella, Mino Argentieri e Lino Miccichè, di proprietà dell'omonima Fondazione, la Biblioteca, dopo essere stata collocata nelle sale del Palazzo delle Esposizioni fino al 2003, ha costituito successivamente una delle collezioni speciali di Villino Corsini dedicate al cinema, con un nutrito numero di libri e riviste, copioni di film realizzati, soggetti e sceneggiature di film mai realizzati, periodici di settore e un ampio archivio fotografico. Ora il suo patrimonio è a rischio.

Dedicata a uno dei maggiori teorici mondiali della Settima Arte, la Biblioteca Umberto Barbaro è uno dei principali presidi della cultura cinematografica nella capitale. Il suo patrimonio è ragguardevole sia in termini quantitativi che sul piano qualitativo. Possiamo, infatti, parlare di circa 25.000 "pezzi" tra libri e periodici, e questo è già un dato che colpisce. Ma si deve considerare anche la rarità del materiale in questione: molti libri e molte riviste risalgono agli anni '20 e '30 del secolo scorso, appartenendo dunque alla fase in cui - in Italia - comincia ad affermarsi una critica cinematografica vera e propria. Va poi considerato che l'orizzonte di questa raccolta non è solo nazionale, poiché non poche - e di grande prestigio - sono le pubblicazioni straniere.

Oggi, purtroppo, anche per la Biblioteca Umberto Barbaro si ripete, sia pure con alcune specificità, il copione che riguarda tante realtà culturali di questo paese, che siano statali o legate - come nel caso in questione - all'associazionismo diffuso. Ai cospicui tagli ai finanziamenti da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, si aggiunge un fattore che rischia di infliggere un colpo mortale ad un'esperienza che è sempre andata avanti grazie all'entusiasmo di un pugno di volontari. In conseguenza del sempre minore interesse del Comune per questo genere di attività, i volumi della Biblioteca Barbaro, attualmente, sono divisi fra due sedi provvisorie, distanti fra loro alcuni chilometri, una delle quali è la Casa dei Teatri, appartenente al Sistema Bibliotecario Capitolino. Per una metà del patrimonio sembra esser stata trovata una soluzione, grazie alla disponibilità dell'Istituto Gramsci, che a breve cambierà ubicazione. Ma per la parte rimanente (parliamo di oltre 10.000 volumi) non si è ancora trovata una destinazione precisa. 

Dopo l'estate, l'associazione che gestisce la Biblioteca - che ha tra i suoi animatori Mino Argentieri, decano della critica cinematografica - cercherà di avere un confronto con l'Assessorato alla Cultura. Un passaggio necessario: proprio con questo ramo dell'amministrazione capitolina - diversi anni fa - iniziò quella collaborazione che permise l'uso, oggi rimesso in discussione, di alcuni locali della già citata Casa dei Teatri, presso il Villino Corsini di Villa Pamphili. Sperando che, da parte delle istituzioni, si manifesti finalmente un'apertura verso le ragioni della cultura, la redazione di Diari di Cineclub ha deciso di dedicare alla vicenda un approfondimento, che verrà pubblicato sul numero 31 di settembre. E' il nostro modo di sostenere una causa non priva di implicazioni di carattere generale. Per chi, come noi, ha fatto del cinema una delle sue principali passioni e ragioni di formazione culturale, l'eventuale venir meno della Biblioteca Umberto Barbaro sarebbe una notizia raggelante. Ma la questione dovrebbe interessare chiunque si ponga il problema di quella conservazione del patrimonio librario che le attuali politiche di tagli alla cultura rendono sempre più difficile.  

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