E al sesto minuto Maurizio Arcieri se n’è andato ...

La mattina ti alzi, strizzi le notizie dal web, e talvolta, ma direi un po’ troppo spesso negli ultimi tempi, pezzetti del puzzle della tua vita se ne vanno.

Utente: Radisol
2 / 2 / 2015

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Gli ultimi 3 anni sono stati un bombardamento al napalm che il Tempo ha fatto sulla Musica, ed i suoi soldati, i cantanti. Sono molte le celebrazioni a personaggi della Musica che ci hanno lasciato che non ho fatto in tempo a fissare con la tastiera. 

Poi stamani leggo di Maurizio Arcieri leader dei New Dada, anni ‘60, che è voluto salire in un palco più leggero nel cielo. Magari lui tra tutti quelli che se ne sono andati non è una eccellenza di popolarità, ma questa notizia è stata come se qualcuno mi avesse messo un dito nell’occhio della mia gioventù, e mi ha dato fastidio. Forse parlando di lui spolvero la mia gioventù. 

I New Dada fanno parte di quelle band nostrane anni ‘60 che fecero il surf sull’onda di rinnovamento musicale che veniva dall’USA e dall’Inghilterra. Era tempo dove una certa musica in TV proprio non era la benvenuta. Ed ecco che, come cospiratori carbonari, eravamo attaccati con le orecchie alle radioline dove, quelli con le antenne buone, potevano ascoltare nelle Onde Medie, tra sibili e disturbi, Radio Luxembourg, una delle prime radio libere fuori dai grandi network di quei tempi. La Modulazione di Frequenza - FM - era un lusso che richiedeva però di trasmettere a brevi distanze. 

Radio Luxembourg trasmetteva musica dei primi Beatles e Rolling Stones e di tutta la tribù musicale nascente in quei tempi. Fu anche la sorgente a cui si abbeverarono le carriere di Boncompagni ed Arbore, che, intuito il potenziale, crearono la trasmissione radiofonica del sabato pomeriggio Bandiera Gialla, che ascoltavo sotto la mia doccia del sabato, a volumi da denuncia condominiale. A quei tempi anche la doccia aveva i suoi giorni. Radio Luxembourg non fu la prima a far incazzare la BBC, la prima fu Radio Caroline che trasmetteva da una nave in mezzo al mare. Ma quella da noi in Italia non arrivava. 

I New Dada di Maurizio si posero allo zazzeruto pubblico di giovani italiani con la versione italiana di Lady Jane dei Rolling Stones. Operazione che tutte le band nostrane fecero a quel tempo, prendevano pezzi del meglio del Beat e ne facevano la versione italiana. Nonostante qua e là la mano di Mogol nei testi, la versione cadeva sempre in un trito romanticismo melodico italiano. Triste sorte anche ai titoli di molti film anglossassoni che sino a poco tempo fa quando arrivavano in Italia avevano un titolo che nulla aveva a che fare con l’originale, ma anche con la storia. Ora almeno il titolo rimane originale. 

Maurizio Arcieri tra i tanti zazzeruti, non sempre dall’aspetto da Mister Sirenetto, era sicuramente il più bello nel volto. Aveva quell’inflessione nel parlare da milanese classe superiore, ed una voce di una certa consistenza. 

La canzone full italian che lo ha inchiodato nella storia della musica italiana è Cinque Minuti e poi… che come una bandiera ha cantato sui palchi, perché richiesta, sino a pochi mesi fa, prima della sua morte. E solo ora scopro che era del 1942, proprio quel faccino da bel ragazzino non rendeva il peso dei numeri della carta d’identità. 

Dopo i New Dada, un periodo da solista, dove si è lasciato andare dal Beat al melodico tipico senza particolari brividi. La sua bellezza esteriore lo rendeva personaggio richiesto anche in film non sfavillanti degli anni ‘70. Ma iniziò a trasgredire, e fu tra i primi, nello squallore della scena musicale "ufficiale" del ‘77, a mettersi il rossetto. 

Poi la terza svolta, l’incontro con Christina Moser, ragazza dalla bellezza turbativa, sia che essa si vestisse da soffice bionda, sia, e sopra tutto, quando ricorreva a vestiti dove le forme parlavano molto. Nacquero i Krisma, fusione dei nome di Christina più Maurizio. E qui inizia la parte della carriera più trasgressiva, più sperimentale. Furono tra i primi punk, i primi ad usare la musica elettronica. 

Loro sono stati da quel momento in avanti da 10 a 30 anni avanti sul loro tempo. Nella musica, degli atteggiamenti, nella spregiudicatezza nel porsi in palchi troppo conformisti. 

Ma si sa, a furia di esser avanti ti trovi in una gabbia. Ed è una consapevolezza che occorre avere, perché può essere rischioso se non doloroso essere troppo avanti. Ma loro supplivano con una energia, un sorriso, con la potenza dell’unione di una coppia creativa, che va avanti oltre ogni ostacolo, perché la loro mente non era quasi mai dove si trovano in un preciso istante, era sempre avanti, al giorno, mese, anno dopo. 

E quei due punk, si sono anche sposati, addirittura in chiesa. Ma figli no, ...per carità no, come sottolinea spesso lei. Con le dovute differenze qualitative e quantitative e culturali nel periodo elettronico mi ricordano, come coppia e un pochino come musica, la coppia Lou Reed e Laurie Anderson. Quella musica elettronica che Laurie Anderson ha coltivato molto più di Reed. Ma è più un flash di similitudine di coppia, il mio, che una notazione musicale. 

Una coppia forte, insieme una specie di Vianella - Edoardo Vianello e Wilma Goich - dell’avanguardia, ma anche dei Vianello - Vianello e Mondaini - quando vengono intervistati. 

Tutto il periodo creativo è sfuggito al pubblico italiano, ma hanno collaborato alla colonna sonora di Blade Runner. Sono stati chiamati da Franco Battiato in un film da lui diretto Perdutoamor. Dentro il film un cameo di Maurizio che canta la canzone sua più famosa con Alberto Radius - Formula Tre - alla chitarra, Morgan al basso. La moglie Christina nel film fa la cassiera del locale e sospira dicendo che quel Maurizio proprio gli piace. Film partorito a 58 anni da Battiato con una collaborazione con Manlio Sgalambro, con un titolo ripreso da una canzone di Salvatore Adamo, cantante italo-belga degli anni ‘60 che Battiato ha interpretato nel cd Fleurs. 

Maurizio ha collaborato con Vangelis. Nella prima fase della sua carriera i New Dada sono i supporter dei concerti dei Beatles, Who e Antoine. Nel 1966 partecipano al Cantagiro piazzandosi al 3° posto. Nei primi mesi del 1966 inaugurano il Piper Club di Milano insieme ai Bad Boys. Alla fine del 1966 il gruppo si scioglie. A noi rimane un bellissimo LP. 

E’ perché la memoria non si sciolga, ho scritto questo. 

Piero Rossi