In fuga dal Sud. Migranti qualificati e poteri locali nel Mezzogiorno

un libro di Francesco Maria Pezzulli

29 / 10 / 2009

Dalla Prefazione di Edith Pichler

(...) scrive Francesco Pezzulli che se nel Mezzogiorno il
passato è stato caratterizzato da anni di istruzione senza sviluppo
per la società locale, oggi uno sviluppo si può intravedere
nelle soggettività dei migranti: alla immobilitá della
società corrisponde, di contro, una nuova moblità dei singoli.
Ad un sistema rimasto ancora bloccato da logiche clientelari,
tanti laureati del Sud rispondono con una scelta in qualche
modo meritocratica: andarsene, sottrarsi ai contesti di
provenienza, senza aiuti sopra le righe, perché si vuole “arrivare”
senza scorciatoie.
Il libro è il risultato di cinque anni di ricerca, tre dei quali
sul campo, nei quali è stata messa alla prova una ipotesi: le
migrazioni meridionali qualificate dipendono dallo scarto
esistente tra la soggettività dei migranti, in continua crescita,
e le reti sociali e professionali nei quali sono coinvolti nei
contesti di provenienza, sostanzialmente arretrate.
Nonostante la solida bibliografia, la costruzione di un questionario
ad hoc (compilato da cinquecento soggetti) e l’uso
delle statistiche migratorie, i documenti principali sui quali
si articola il lavoro sono le storie di vita, considerate come
“espressioni singolari di una storia sociale”. Da quest’angolazione
i brani riportati nel testo ci portano davanti ai migranti
in carne e ossa, alle testimonianze circa la scelta di partire,
ai racconti sul mercato locale del lavoro: sui soggetti che ne
tessono le trame e sull’indisponibilità a rimanere imbrigliati
nelle loro reti.
Come scrive l'autore le prospettive di vita dei giovani meridionali
appaiono diverse e superiori da quanto gli viene
offerto, se rimanessero nel Mezzogiorno, dal groviglio che
domina gran parte dei bacini occupazionali. Da quanto
emerge dalla ricerca è possibile parlare di “fuga” come indisponibilità
ai rapporti clientelari, dentro i quali, per usare le
parole di un intervistato, lo svuotamento è certo (...).