168 milioni di bambini abbandonati nel
mondo da quella che viene definita la famiglia “normale”, una famiglia
cioè composta da genitori eterosessuali. Ci è sembrato il dato più
opportuno dal quale partire perché denota una verità innegabile:
l’eterosessualità non ti rende genitore, non è di per se elemento
sufficiente per essere una figura capace di educare ed amare un
bambino/a. Semplicemente non basta per evitare sofferenza e abbandono,
insicurezze e malesseri. Ed allora cosa serve, ci siamo chiesti. Senza
verità in tasca ci siamo posti una domanda complessa. Ma la risposta è
stata semplice. Basta l’amore. L’amore che richiede scelte, coraggio,
sacrifici, ma che regala sorrisi, emozioni, che è capace di costruire e
non di distruggere. E l’amore a chi appartiene? A tutti quelli che sono
capaci di amare e di lasciarsi amare. Ed allora non è prerogativa di
nessun orientamento sessuale o religioso. E’ una scelta, l’amore, così
come è una scelta quella di opporsi ad esso. Di ridicolizzarlo,
deriderlo, condannarlo, stabilirne gli standard e chiederne
l’omologazione. E’ una scelta quella di rifiutare che la vita possa
essere composta da mille sfumature di felicità. E’ una scelta che
comporta solitudine e negazione, dolore ed ingiustizia.
E’
una scelta violenta come il silenzio assordante con il quale le
Sentinelle in Piedi hanno deciso di aggredire quello che loro ritengono
sbagliato, ovvero l’amore in ogni sua forma.
Si sono posti come detentori di verità assolute ed hanno lasciato ai
neofascisti di Forza Nuova il compito di cani da guardia, hanno
schierato la loro proclamata violenza, la loro sbandierata intolleranza
contro un concentramento spontaneo, colorato e pacifico. Hanno più volte
cercato la provocazione, con offese alla persona e alla sua dignità, e
quando hanno visto che quello non bastava per farci andare via, sono
scesi anche alle minacce. Ma i loro musi duri e le braccia conserte
hanno incontrato solo sorrisi. Perché noi, a differenza loro, non
eravamo contro nessuno. Eravamo solo a favore dell’amore.
Ed allora abbiamo spezzato il loro silenzio spietato, da loro presentato
come segno di civiltà ed invece maggiore responsabile del dolore e
dell’angoscia nella quale i soggetti da loro discriminati sono travolti e
che spesso porta ad un lento ed inesorabile abbandonarsi al vuoto, come
dimostrano i sempre più alti numeri di suicidi tra omosessuali.
Abbiamo ricordato loro quanti uomini e donne che hanno segnato la storia
siano stati bisessuali o omosessuali. Abbiamo letto le sentenze della
Corte Europea dei Diritti Umani che condanna l’Italia per la sua
arretratezza in materia.
Abbiamo fischiato, come il vento, per ricordare che il mondo è complesso
ma bellissimo e che ognuno merita la sua felicità. Perché ognuno di noi
deve poter essere quello che è.
Eterosessuale, bisessuale, omosessuale, transgender.. non fa differenza. Perché “l’amore ha l’amore come solo argomento.”
Lamezia contro l’omofobia