Un uomo piccolo

Riportiamo le riflessioni, giuste e necessarie pubblicate da Franco Berardi "Bifo" mercoledì 18 agosto 2010 su Facebook

20 / 8 / 2010

 Ho appreso della morte di Francesco Cossiga da una telefonata del giornale bolognese Il Resto del carlino. Il giornalista innocentemente mi ha chiesto se volevo parlare con lui dell'evento. Gli ho detto che in generale non rilascio dichiara...zioni a un giornale come Il Resto del Carlino, con rispetto parlando. E soprattutto che non ho niente da dire su Francesco Cossiga. Niente. Mi imbarazza e mi ripugna che qualcuno possa, nella sua memoria, accomunarmi al cadavere. Perché poi? Forse perché ha ucciso mio fratello Francesco e mia sorella Giorgiana? O perché un tempo mandò i suoi sbirri a chiudere radio Alice e ad arrestare i miei amici redattori? O perché senza molto successo scatenò contro di me una campagna di calunnie che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto distruggermi? Non mi occuperò di lui solo perché ha tentato di rovinarmi l'esistenza. E' stato un uomo piccolo. Tra i tanti che hanno insanguinato la scena del secolo passato è stato uno dei più loquaci, perché pensava che nel mestiere del boia ci fosse qualcosa di spiritoso. Le due famiglie criminali - quella piduista e atlantica, e quella sovietica post-togliattiana - lo fecero presidente per premiarlo di aver condannato a morte (come lui stesso riconobbe) il suo amico Aldo Moro, e perché entrambe riconoscevano in lui il loro miglior rappresentante: uno squilibrato serial killer.