Venezia - #occupy biennale #common battle ground

Dal 26 agosto – 19 settembre 2012 Un appello all’iniziativa promosso da Laboratorio occupato Morion, Centro sociale Rivolta, S.a.L.E. docks

7 / 8 / 2012

Nelle prossime settimane Venezia sarà teatro di alcuni “grandi eventi culturali” per eccellenza: dall’inaugurazione della Biennale d’Architettura alla Mostra internazionale del Cinema. Nel tempo della crisi e dell’austerity, essi diventano la vetrina della ricchezza accumulata e goduta da pochi, il palcoscenico del profitto capitalistico che si è fatto rendita parassitaria sulla cooperazione sociale: dal business dell’entertainment e della produzione d’immaginario per il suo consumo, al saccheggio del territorio attraverso la speculazione immobiliare, rispetto alla quale l’architettura contemporanea gioca lo stesso ruolo, nell’organizzazione della metropoli neoliberista come mostruoso dispositivo di cattura del valore e del controllo sociale, svolto dall’“embellissement stratégique” del barone Haussmann nella Parigi della seconda metà del XIX secolo.

Dal Ground al Battle Ground. Dal campo fintamente neutro al reale campo di battaglia; solo una parola in più che abbiamo voluto aggiungere al titolo della Biennale di Architettura 2012, quel titolo che furbescamente occhieggia alla discussione così trendy sul “comune” e i “beni comuni”. Apparentemente una piccola modifica, in verità una fondamentale distinzione. Non esistono commons fuori dalle lotte per la loro messa in comune. Non esistono beni comuni, e tanto meno un comune, definito a priori in termini giuridici o presupposto come asettica e naturale dimensione condivisa. Esiste il terreno di una permanente contesa, il campo dei conflitti sociali per strappare la produzione e la decisione su ciò che è comune allo sfruttamento e al comando del capitale. Vale per l’acqua, per la conoscenza, per l’architettura, per lo spazio e per la metropoli. I protagonisti di questa messa in comune possono essere chiamati con molti nomi, comunità in lotta, general intellect, movimenti … Quale che sia il loro nome, essi resistono alla messa a profitto dei beni materiali e immateriali e costituiscono forme di vita e modalità di gestione alternative. Dalle città alle valli di montagna si scontrano con i processi di gentrificazione, la speculazione immobiliare, le grandi opere, la finanziarizzazione dello spazio urbano, la valorizzazione parassitaria delle esternalità sociali e così via. Costruiscono, nella tensione quotidiana alla pratica del comune, la necessaria possibilità di una radicale alternativa di sistema.

È partendo da queste premesse che anche a Venezia, dal 2007, S.a.L.E. Docks pone il problema di una città a forte vocazione culturale in cui, però, si restringono le possibilità per una progettualità critica e indipendente, in cui la privatizzazione di spazi e gli investimenti del grande capitale finanziario raramente si traducono in interesse comune, una “fabbrica della cultura” sostenuta dalla precarizzazione del lavoro vivo, un brand globale in cui cultura troppo spesso ha fatto rima con speculazione.

Per queste ragioni abbiamo deciso di occupare il S.a.L.E., restituendo alla cittadinanza uno spazio inutilizzato nel cuore di Venezia, per questo costruiamo un programma culturale che da spazio alle voci più critiche. Per questo chiediamo con forza un riconoscimento pubblico di questo spazio comune. Per questo, assieme al Teatro Valle, abbiamo occupato un anno fa il teatro Marinoni al Lido.

Per questo il Laboratorio Morion, spazio occupato dal 1990, si è trasformato invece in Casa dei beni comuni, protagonista insieme a tanti altri e differenti delle lotte per la difesa della laguna, dal megaprogetto del MoSE all’invasione delle grandi navi da crociera. Per questo abbiamo sviluppato una proposta di altra economia e altro consumo, dalla valorizzazione del biologico al kilometro zero, in collaborazione con i circuiti del consumo critico e dell’acquisto solidale.

Per questo il Centro sociale Rivolta, occupato nel 1994, è riuscito a strappare al degrado e alla speculazione una grande area industriale dismessa a Porto Marghera e a trasformarla in un luogo vivo di aggregazione sociale, di organizzazione delle lotte, di produzione culturale indipendente e di sperimentazione di un nuovo welfare, costruito dal basso contro la crisi e i suoi effetti. Ed ora proponiamo un ulteriore salto di qualità verso l’autoproduzione e l’indipendenza energetica, contro la crisi climatica e la devastazione ambientale.

Per questo insieme abbiamo scelto, come studenti e precari, lavoratrici e lavoratori “del braccio e della mente”, di auto-organizzarci e di scegliere di lottare, nella metropoli policentrica e diffusa che costituisce il nostro campo di battaglia, mettendo al centro la conquista di un reddito dignitoso per tutte e tutti e di un nuovo welfare, alla faccia della crisi e dell’austerity.

Per questo proponiamo che il tempo e lo spazio dei “grandi eventi culturali” veneziani siano il terreno del nostro OCCUPY, il campo aperto alla costruzione di giornate di discussione e azione comune.
Join our # occupy Biennale # common battle ground !

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Prime indicazioni di programma

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Lunedì 27 agosto

Dalla mattina e per la giornata seguente, 

INAUGURAZIONE del progetto Gau:di in Riva dei Sette Martiri. 

La settimana dal 20 al 28 agosto il laboratorio Morion ospiterà nuovamente "Gau:di", il concorso internazionale di architettura organizzato dalla Cité de l’architecture & du patrimoine con il patrocinio del ministero della cultura e comunicazione francese e la facoltà di architettura dell'università di Liegi.
Gau:di nasce alcuni anni fa con lo scopo di mettere in rete studenti e professionisti sensibili all'architettura sostenibile ed ai processi partecipativi che la sottendono.
La ridensificazione della città parte prima di tutto dalla rigenerazione degli spazi vuoti ed abbandonati; la promozione dell'architettura ecologica, la ricerca della qualità spaziale, l'autosufficienza energetica diventano pratiche rivoluzionarie qualora superino l'angusta cornice del funzionalismo e propongano soluzioni sociali razionali e flessibili la cui modernità è basata sull'integrazione e sul rispetto dell'umanità.

Il tema della terza edizione di gau:di è il Market Hall, ovvero il mercato coperto: uno spazio per l'interazione sociale. Scrive la curatrice del concorso, arch. Jana Revedin:
"la perdita di spazi aperti per la comunicazione, l'interazione e l'integrazione come le Market Hall, portano ad un terrificante impoverimento delle aree urbane europee. Io sogno di costruire il mercato vincitore di gau:di3 come un prototipo 1:1 realizzato con i materiali di riciclo della Biennale d'Arte 2011, in un campo veneziano vicino ai giardini della Biennale il prossimo settembre 2012. Venezia ha un'emergenza molto attuale, come molti altri mercati tradizionali dei quartieri della città, lo storico mercato del pesce di Rialto rischia di essere chiuso..."
Con queste premesse il laboratorio Morion ‐ Casa dei beni comuni non poteva che configurarsi il miglior partner possibile per le autocostruzioni di gau:di.
Tra le tante battaglie dei morionauti legate ai diritti, la casa, reddito e cittadinanza, all'ambiente ed alla difesa dei beni comuni, ricordiamo l'oramai consolidato progetto Rebiennale che si configura come una rete internazionale di grafici, designer, artisti, cuochi, video-documentaristi, giornalisti, filosofi,
marinai, ricercatrici e insegnanti, carpentieri e meccanici, ingegneri, sarte, editori e giardinieri, studenti e cittadini veneziani che a partire
dal recupero dei materiali della Biennale porta avanti progetti sociali di recupero eco-sostenibili e di limitato impatto economico e ambientale nel delicato equilibrio territoriale veneziano.

Vi aspettiamo quindi numerosi, tutti i giorni da lunedì 20 all'inaugurazione del 28 agosto.
Per tutta la settimana all'interno del Morion ci sarà la mostra complessiva della competizione con tutti i progetti selezionati.
Sarà inoltre attiva la raccolta differenziata : portateci le vostre bottiglie di plastica munite di tappo, in breve si trasformeranno in un mercato sulla Riva dei Sette Martiri!!

Maggiori info su:
http://studentcompetition.cite

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Pomeriggio 

h. 17.00 – 20.00 

presso S.a.L.E. docks – Magazzini del Sale – Zattere - Venezia

Cohabitation Strategies e la critica pratica della metropoli neoliberale ***

con Miguel Robles-Duran (Director of Urban Ecologies program at the New School/Parsons in New York)

(*** in attesa di conferma / to be confirmed)


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Martedì 28 agosto
presso S.a.L.E. docks

h. 14.00 – 17.00
La produzione dell’architettura, le istituzioni del comune e l’invenzione dello spazio.
Common ground rappresenta per noi una sfida interessante, perché nelle sue proposizioni, interrompe dopo lungo tempo la diffusione dell’architettura come campo di emergenza dei talenti e delle firme, per ridare attenzione alla cultura architettonica e all’esistenza di un sapere disciplinare condiviso.
In questo senso la proposta di Chipperfield sembra spostare il fuoco della discussione sullo spazio comune dell’architettura e sulla sua capacità di essere permeabile alla società. L’architettura e la produzione disciplinare non come invenzione particolare di un ristretto numero di talenti riconosciuti dalla critica, ma quale una vasta intelligenza diffusa – un general intellect - che si nutre delle relazioni di condivisione dentro e oltre i confini disciplinari.
Se guardata con coraggio, questa affermazione è potenzialmente distruttrice dei dispositivi che hanno regolato la produzione architettonica almeno degli ultimi 3 lustri, dove poche firme e persone hanno capitalizzato un complesso corpus di ricerche, frutto di un modo di produrre collettivo dentro gli studi e di una condivisione delle idee che si nutrivano dei suggerimenti e delle suggestioni della società e delle sue trasformazioni.
Da un lato l’accento sulle firme e sui pochi nomi ha oscurato - in una sorta di Comunismo del Capitale - la forma collettiva della produzione dell’architettura, costruendo una filiera del progetto basata sul disciplinamento del general intellect: nelle forme dello stage, della remunerazione precaria, della stratificazione dell’accesso ai concorsi pubblici in base ai fatturati preesistenti e non alla reale capacità di elaborare progetti.
Dall’altro è stata veicolata l’idea che l’architettura fosse uno spazio dove opera una elite, separato e non coinvolto dalle riflessioni e decisioni della politica e della società; in questa separazione, si è abbandonata l’idea di intervento e reinvenzione pubblica della città e si consumata la riduzione dell’architetto, da intellettuale urbano a disegnatore creativo, utile alla immagine di brand e di specifiche filiere economiche.
Oggi alcune delle esperienze sociali elaborate dentro la crisi – le forme delle occupazioni per i beni comuni, la cultura, le infrastrutture del welfare etc – stanno gettando le basi per prefigurare la possibilità di tornare a progettare lo spazio condiviso delle città e di nuove istituzioni del comune, oltre i paradigmi del pubblico e del privato.
L’invenzione di un regime (di proprietà?) comune, fondato sulla condivisione e accettazione di forme d’uso e di disciplinamento dello spazio, apre in architettura nuovi campi di ricerca, dove è possibile immaginare lo spazio per le attività collettive dell’uomo oltre le forme normate dall’autorità pubblica o di soggezione al dominio privato.
Il testo di presentazione della biennale registra l’affermazione del discorso sui Commons come alternativa dentro la crisi, anche in settori disciplinari specifici come quelli centrali delle trasformazioni del territorio; la sfida è aperta, sta agli architetti mettersi in gioco per tornare a pensare alle metropoli e come spazi condivisi del general intellect; sta alle esperienze dei commons avere la forza di intercettare nuove disponibilità e trasformarsi in committenza per costruire il comune oltre il pubblico.

Intervengono:

- Gabriele Mastrigli – Università di Camerino
- Simone Capra - stARTT studio di architettura e trasformazioni territoriali
- Orizzontale - Roma
- S.a.L.E.-Docks - Venezia
- Macao - Milano

- Teatro Valle - Roma

 - Cinema Palazzo - Roma

Discussants:
- Microcities: Mariabruna Fabrizi, Fosco Lucarelli
- Urbanaarchitettura: Francesco Zuddas e Sabrina Puddu
- Demogo: Simone Gobbo
- Demoarchitects: Giampiero Sanguigni


h. 17.00-20.00

Lo spazio e il comune. Presentazione di Alfarchitettura, inserto speciale del nuovo numero di Alfabeta2.

Che significa oggi costruire uno spazio comune? Soprattutto, che cosa intendiamo per spazio comune, e perché se ne parla tanto? Se finora per descrivere la crisi economica globale ha prevalso il lessico smaterializzato della finanza, negli ultimi tempi è emersa anche la matrice spaziale del fenomeno. Tutti ricordano la parte che l’economia del Real estate ha avuto nell’esplosione del crac (i mutui subprime), ma il crollo di Dubai, e con esso del paradigma della disuguaglianza urbana, di un’esplicita segregazione classista, ha mostrato definitivamente che la riconquista della città come luogo fisico e nel senso più ampio della polis è fondamentale per produrre un’inversione di rotta.

Intervengono:

- Lucia Tozzi
- Massimiliano Guareschi
- Tiziana Migliore 
- Federico Rahola
- Beppe Caccia

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Mercoledì 29 agosto

Lido di Venezia. Parade dal Red Carpet della Mostra del Cinema al Teatro Marinoni Bene Comune.

Esattamente un anno fa, gli attivisti di S.a.L.E docks assieme agli occupanti del Valle, occupavano il Teatro Marinoni, recuperandolo dall’abbandono e restituendolo alla cittadinanza del Lido e a tutti gli artisti della città. Il Teatro Marinoni si trova nel complesso dell’ex Ospedale al Mare, un’area profondamente minacciata da un’enorme speculazione edilizia, originariamente messa in vendita per raccogliere le risorse necessarie a realizzare il nuovo Palazzo del Cinema. A tutt’oggi del palazzo non vi è traccia, come non vi è traccia dei quasi quaranta milioni di euro già inghiottiti da quest’opera abortita. La nostra occupazione nasceva con lo scopo di ribaltare questa logica. Non è possibile svendere patrimonio pubblico con la scusa di grandi eventi culturali, la cultura è invece viva e come è successo al S.a.L.E., reclama a sé spazi, occupandoli e riaprendoli. Così è stato al Teatro Marinoni, ma dopo un anno di occupazione e la nascita del locale comitato, il destino di questo spazio non è ancora definito. La parade sarà un nuovo e forte segnale per richiedere la salvezza del teatro e la sua destinazione al centro culturale polivalente, a gestione pubblica e partecipata. Il S.a.L.E., il Teatro Valle, Macao e il Cinema Palazzo saranno presenti nella prima delle giornate che dal 30 agosto al 9 settembre, il Comitato per il Marinoni Bene Comune ha organizzato con spettacoli, concerti, proiezioni, incontri e dibattiti.


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Da giovedì 30 agosto a sabato 8 settembre
spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche, incontri e dibattiti al Teatro occupato Marinoni.

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Martedì 18 settembre
h. 20.30 presso Centro sociale Rivolta – Marghera

Assemblea dibattito:
“LE COMUNITA' DELL'ENERGIA: 

come organizzare il web dell'energia, per una rete territoriale di autoproduzione, distribuzione e consumo.
La sfida politica e culturale della rivoluzione energetica”.


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Mercoledì 19 settembre

h. 21.00 presso S.a.L.E. docks – Magazzini del Sale – Zattere – Venezia

“THE REPUBLIC OF 99% - LA REPUBBLICA DEL 99%”

Intervengono:
- Ignacio Ramonet (giornalista El Pais e ATTAC)
- Yves Cochet (europarlamentare)
- Alberto Magnaghi (Università di Firenze)
- Mario Pezzella (Scuola Normale Superiore, Pisa)
- Luca Casarini (Centri sociali del Nordest)

Introduce e modera: Pierluigi Sullo (giornalista, Democrazia Km0)

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INFO:

www.globalproject.info
www.saledocks.org

Twitter: #occupybiennale

Mail: [email protected]