Il 16 novembre quattro luoghi simbolo della lotta per la difesa dei beni
comuni e per i diritti di cittadinanza scendono in piazza: Val di Susa,
Pisa, Napoli e Gradisca d’Isonzo.
La lotta NoTav in Val di Susa contro la devastazione ambientale e la
cementificazione del territorio; Pisa, con il suo attacco frontale
all’intoccabilità della proprietà privata e la tutela dei beni comuni;
Gradisca d’Isonzo, per la chiusura del CIE simbolo di politiche
securitarie e disumane, incapaci di accoglienza ma solo di repressione;
Napoli, per denunciare ancora una volta l’avvelenamento del territorio,
la distruzione di un’economia locale, il rischio sanitario a cui sono
esposte milioni di persone, a causa di un’economia che si serve della
mafia per diminuire i costi ed aumentare i profitti.
Quattro esempi del cortocircuito del potere si mobilitano e creano tra
loro connessioni, per mostrare il filo che unisce vertenze
complementari, con la certezza che è solo dalla coalizione delle lotte
sociali che possiamo, dal basso, disarticolare politiche insostenibili e
decostruire modelli asfissianti.
E’ nelle comunità locali - attive, aperte ed inclusive - che prendono
vita i semi di un’altra idea di società, ecologica, solidale,
cooperativa, legata a esigenze concrete e a pratiche culturali vive e
per questo vaccinate contro i populismi e il localismo reazionario.
Quelle che scenderanno nelle piazze il 16 novembre sono comunità
resistenti che si ribellano. Ci ribelleremo per bloccare la
privatizzazione dei beni comuni e la riduzione dei diritti, per
realizzare trasformazioni radicali a partire dalla connessione tra
persone e territorio, tra storie umane e relazioni ambientali.
Invaderemo le strade forti della pluralità delle nostre storie e
linguaggi, per valorizzare le esperienze di partecipazione e di
attivismo sociale, per difendere l’autodeterminazione dei territori e
rafforzare le reti dell’economia locale e solidale che si battono contro
il sistema economico dominante e le élite che lo alimentano.
Le mobilitazioni di Val di Susa, Pisa, Napoli e Gradisca di Isonzo
evidenziano qualcosa che va oltre le criticità locali. Nella maglia che
unisce queste lotte intravediamo i punti cardinali attraverso cui
riprendere parola e riappropriarci dei diritti negati.
Non è più tempo per opportunismi tattici, alchimie politiche e per
strategie attendiste. La crisi - economica, sociale e culturale - che
stiamo vivendo ci impone una reazione collettiva e uno scatto di
dignità, per dare gambe ad un futuro nuovo, fatto di interessi comuni,
proprietà collettive, giustizia sociale e ambientale.
Il 16 novembre migliaia di donne e di uomini scenderanno in piazza,
saranno un fiume in piena impossibile da fermare, saranno l’espressione
di comunità resistenti che non si rassegnano e che propongono modelli di
lotta territoriale partecipata per fermare l’economia del debito e
delle grandi opere, il diktat delle multinazionali, il primato della
proprietà privata e delle lobby finanziarie, per ripristinare la
cittadinanza negata.
Comitato #fiumeinpiena Napoli
Movimento NoTav
Municipio dei Beni Comuni - Pisa
Coalizione dei centri sociali delle Marche, Emilia Romagna, Nord Est