Blitz no global in un campo di ogm Scontro tra Zaia e il ministro Galan

Il governatore con i manifestanti: "Quelle coltivazioni sono illegali". Il titolare dell'Agricoltura insorge: "Squadristi, la polizia li identifichi"

10 / 8 / 2010

VENEZIA
Dopo il blitz di Greenpeace del 30 luglio, oggi un gruppo di No Global, provenienti dal Friuli e dal Veneto, è entrato nel campo di Vivaro (Pordenone) dove il 30 aprile scorso, al termine di una campagna mediatica pro ogm, l’agricoltore friulano Giorgio Fidenato seminò davanti a una telecamera in diretta web il mais ogm "Mon810".

Un’azione dai profili illegali quella dei No Global che, dopo mesi di bagarre mediatica e nessuna decisione concreta da parte delle autorità, contrasta un’altra azione illegale: la semina di ogm vietata in Italia. Il blitz ha determinato reazioni opposte da parte dei due maggiori attori politici della vicenda: il ministro dell’ agricoltura Giancarlo Galan, e il governatore del Veneto e suo predecessore Luca Zaia. «Azione squadristica da condannare in ogni senso», commenta a caldo Galan, più possibilista verso gli ogm. Di tutt’altro parere Zaia che, quando era al dicastero, ha fatto della lotta agli ogm una bandiera sua e della Lega: «È stata ripristinata la legalità», ha dettato alle agenzie e poi, in serata, ha invitato a «non confondere i fatti con i principi».

Il 30 luglio gli ambientalisti di Greenpeace erano riusciti a tagliare la parte superiore di alcune piante per evitare la fioritura ma non erano riusciti a portare a termine l’azione. Oggi una settantina di appartenenti ai Centri Sociali del Nord Est e dell’associazione "Ya Basta" poco dopo mezzogiorno hanno distrutto materialmente le piantine abbattendole al suolo. L’azione, ha spiegato il portavoce degli attivisti Luca Tornatore, è stata decisa per evitare che il mais maturasse e che i semi modificati fossero diffusi nell’aria contaminando l’ambiente. Le forze dell’ordine hanno identificato gli attivisti come era già stato fatto per Greenpeace. «Confermo che le istituzioni preposte a seguire la vicenda degli Ogm in Friuli Venezia Giulia stanno proseguendo nell’attività di accertamento e a giorni saranno resi noti i risultati di verifiche e analisi», ha affermato Galan dopo aver inviato nei giorni scorsi dei tecnici sui campi per verificare se effettivamente si tratta di ogm (Greenpeace sostiene che bastano 48 ore per fare le analisi, tanto hanno impiegato a fare le loro).

Ma il problema, osservano gli ambientalisti, è che nelle more, il mais fiorisce e il polline va a contaminare i campi circostanti. Se l’azione No Global ha fatto riemergere il contrasto Zaia-Galan, ha anche determinato qualche differenza in seno al Pd. Mentre il senatore Flavio Pertoldi disapprova Zaia perchè «ha giustificato un atto di illegalità» e per Ernesto Carbone, coordinatore del forum agricoltura del Pd, «il nostro paese ‚ l’unico a non fare ricerca vera e rimarremo sempre indietro rispetto al resto del mondo», il senatore Francesco Ferrante (lunga militanza in Legambiente) è più vicino al governatore Veneto e meno duro con i no-global: «La vera illegalità è la semina e la vergogna è che l’autorità non sia intervenuta per impedirla». Nel mirino di Ferrante e del fronte no-ogm l’inazione delle autorità. Particolarmente forte la reazione di Coldiretti, che senza mai citarlo manda a dire a Galan: «chi ha tollerato ieri non sia censore oggi», lamentando che «l’autodenuncia di semina ogm è avvenuta il 25 aprile e, dopo ripetuti appelli alle autorità tesi a ottenere il ripristino della legalità, il ministro è intervenuto solo il 30 luglio» D’accodo con Galan invece Confagricoltura (l’organizzazione favorevole all’introduzione degli ogm che ha però condannato le azioni di Fidenato) e, naturalmente, Futuragra (favorevole agli ogm) di cui fa parte lo stesso Fidenato.

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