Il ddl Gelmini passa alla Camera ma la partita non è ancora finita

Bologna - Ci siamo ripresi la città!

In più di 10mila occupano l'autostrada, scontri in stazione

30 / 11 / 2010

Oggi a Bologna l'intero mondo della formazione ha fatto esplodere la protesta contro l'approvazione del ddl Gelmini. Nel giorno in cui alla Camera si votava definitivamente la riforma, in tutta Italia gli studenti hanno espresso con determinazione la volontà di bloccare questo ddl, hanno chiesto con forza le dimissioni di questo governo incapace di rispondere alla crisi, hanno detto con chiarezza di voler andare avanti e arrivare a costruire uno sciopero generale subito!

A Bologna abbiamo messo in crisi l'intera circolazione, abbiamo paralizzato tutta la città. La pratica dei blocchi metropolitani è stata messa in atto in ogni città, con occupazioni di stazioni ferroviarie, autostrade e arterie della circolazione cittadina.

La giornata bolognese inizia con un blocco stradale degli studenti medi sotto le Due Torri, che poi raggiunge il concentramento degli studenti universitari in Piazza Verdi. Dietro lo striscione che recita: "Blocchiamo il ddl Gelmini, blocchiamo tutto" un corteo selvaggio attraversa la zona universitaria e inonda i viali della città, bloccandoli completamente.

Più di 10mila in corteo invadono il Ponte Stalingrado, dirigendosi verso la tangenziale. Il corteo numeroso e gioioso occupa l'autostrada A14, bloccando letteralmente il paese e spezzandolo in due per oltre un'ora.Il passo è veloce, e detta il tempo delle lotte. Una temporalità veloce e non ci incartiamo.L'autostrada diventa un serpentone di studenti e precari che vuole con forza riprendersi il proprio futuro: "tratto autostradale chiuso per manifestazione", i cartelli luminosi parlano da sè.

Gli studenti in corteo si dirigono verso il centro della città, sempre più numerosi e determinati: vogliono continuare a bloccare la città, a mettere in crisi il sistema. Intanto si susseguono interventi che chiedono a gran voce le dimissioni del governo, che reclamano sciopero generale, per costruire insieme le mobilitazioni del 14 dicembre, giorno in cui si voterà la fiducia al governo Berlusconi.

Il corteo non si ferma e determinato va verso la stazione, per agire anche lì blocchi del flusso produttivo della città. Davanti trovano ad aspettarli i poliziotti schierati. Il corteo manifesta l'intenzione di entrare in stazione e per risposta riceve una prima carica, mentre addosso alle forze dell'ordine volano bombe di vernice rossa e uova. La voglia dei manifestanti di entrare è così forte e determinata che le forze dell'ordine sono costrette a caricare ancora, con una violenza brutale, provocando alcuni feriti e addirittura lanciando lacrimogeni contro gli studenti.

Ma il corteo non si lascia impaurire da chi, come le forze dell'ordine, vorrebbe fermarci e impedire la nostra espressione determinata di rabbia. La polizia ha caricato, ma mai come adesso i loro manganelli non possono nulla contro la nostra indignazione.

In gioco c'è il futuro dell'università pubblica, il futuro di precarietà che vogliono consegnarci: non si tratta di un problema di ordine pubblico. Gli studenti si ricompattano in corteo e bloccano ancora le strade bolognesi, dai viali al centro, verso la facoltà di lettere, dove una grande e partecipata assemblea rilancia in avanti le prossime tappe di lotta, a partire dalla giornata straordinaria di oggi.

La notizia dell'approvazione della riforma alla Camera non ci scoraggia: tocca ancora a noi agire per riprenderci il nostro futuro.

E vogliamo dire con chiarezza che continueremo a lottare, continueremo a sacendere in piazza per dire che noi la fiducia a questo governo l'abbiamo già tolta da un pezzo, continueremo a costruire nuovi processi costituenti.

La partita non è ancora finita, anche se quello che abbiamo fatto finora è già un'importante vittoria.

Ma vogliamo giocarcela fino in fondo, dobbiamo, come oggi si ripeteva in corteo, resistere un minuto più di loro.

Cominciamo da domani.

Bologna 30/11 - Blocchiamo tutto!