Friuli, raid contro campo Ogm scoppia la lite fra Zaia e Galan

Il governatore del Veneto elogia l'azione dei No Global: quella coltivazione era fuorilegge. Il ministro condanna quelli che definisce "squadristi"

10 / 8 / 2010

PORDENONE - A Nordest le coltivazioni Ogm diventano terreno di scontro trasversale. Ieri in tarda mattinata una settantina di No Global ha devastato un campo di mais a Vivaro (Pordenone), già nel mirino di Greenpeace perché destinato, nonostante la legge lo vieti, a produzioni geneticamente modificate. I giovani, friulani e veneti, tutti in tuta bianca, sono penetrati nell'appezzamento dell'imprenditore-agricoltore Giorgio Fidenato e hanno calpestato le piantine, fino a distruggerle: "Abbiamo agito come una comunità indigena che si ribella a un virus al servizio delle multinazionali", afferma Luca Tornatore, il portavoce del gruppo Ya Basta!, autore del gesto.

Il raid ha raccolto l'immediato plauso del governatore leghista del Veneto Luca Zaia, da sempre oppositore degli Ogm: "È stata ripristinata la legalità: la coltivazione era assolutamente fuorilegge. Chi introduce organismi geneticamente modificati in Italia innesca le proteste, sacrosante, di tutti coloro che hanno a cuore la nostra agricoltura. Forse l'atto compiuto da alcuni ambientalisti è discutibile, ma bisogna far capire alle multinazionali che nel nostro Paese non si possono esportare coltivazioni Frankenstein".

Opposti i toni del pidiellino Giancarlo Galan, successore-rivale di Zaia al ministero dell'Agricoltura: "È stato un assalto squadrista e mi attendo che le forze dell'ordine ne identifichino al più presto gli autori. Si tratta di soggetti violenti, intolleranti, da condannare in ogni senso". Nel merito, Galan respinge le accuse di immobilismo: "Fin dalla scorsa primavera ho disposto verifiche e controlli coordinati sulla presenza o meno di semi transgenici delle coltivazioni in campo".

Critiche al governatore del Carroccio anche da Flavio Pertoldi (Pd) della commissione agricoltura del Senato: "Giustificando un atto di illegalità, Zaia fomenta ulteriori focolai di disordine, che invece le istituzioni devono fermamente condannare". Di parere diverso un altro senatore democratico, Francesco Ferrante, convinto che "l'atto illegale comprovato è la semina di ogm e la vera vergogna è il fatto che le autorità preposte non siano intervenute".

Contrastanti anche i commenti del mondo agricolo. "Non c'è da scandalizzarsi se quando si semina vento poi si raccoglie tempesta", sostiene il presidente di Coldiretti Sergio Marini. E gli imprenditori di Confagricoltura: "I campi a mais Ogm non vanno coltivati finché‚ non sarà consentito dalla legge, ma non è ammissibile entrare in una proprietà privata e danneggiarla. Sugli Ogm bisogna far parlare la ricerca, sulla base di serie valutazioni scientifiche e altrettanti seri passaggi politici".

Infine Slow Food, che fa parte della task force anti-Ogm: "Ad illegalità non si risponde con illegalità - commenta il presidente Roberto Burdese - ma ricordiamo che quel campo in Friuli esponeva le aree limitrofe al primo vero rischio di contaminazione da Ogm in Italia".

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