Una straordinaria giornata che ha visto la grande partecipazione di realtà del mondo dell' arte e dello spettacolo che sono in mobilitazione in tutta Italia.
All'appello del Teatro Valle occupato hanno risposto più di 300 lavoratori precari della conoscenza, studenti, ricercatori, professori, e molti altri che lottano contro un governo colpevole della demolizione culturale italiana.
"Come mettere in atto un processo di trasformazione a partire dalle pratiche e dalle nostre connessioni?
Come svelare i meccanismi, che ci riguardano, dell' alta finanza e dell'economia?
Come imparare a narrare questo presente inventando nuovi linguaggi?"
Queste sono le domande che hanno introdotto il dibattito all' assemblea passando per una suggestione: "Agire le idee e le azioni che interagiscono le une sulle altre" che descrive appieno lo spirito propositivo della giornata.
Una discussione ricca di spunti di riflessione che ha saputo delineare il quadro generale dell' anomalia italiana dei tagli indiscriminati alla cultura e alla conoscenza, toccandone i suoi punti nevralgici: a partire dalla crisi globale e dell' eurozona, è emersa con forza la necessità di ricercare modelli alternativi di sviluppo, rivendicare un nuovo welfare che sappia interpretare le trasformazioni del mondo del lavoro in tempo di crisi, e del reddito minimo garantito. In questo senso assume rilevanza il 15 ottobre: data di mobilitazione europea, indetta dagli indinados spagnoli, per contrastare le politiche di austerità della BCE.
Il diniego, espresso da vari interventi, della possibilità che la finanza mondiale decida sulle teste dei più deboli, trova nella pratiche di lotta che si stanno dando sul terreno dei beni comuni e contro le privatizzazioni, la sua massima espressione.
Queste ultime sono state le linee guida della seconda sessione: la cultura, l'arte, la conoscenza, la formazione sono beni comuni e in quanto tali vanno agiti e difesi.