La crisi non c’entra: la lotta dei lavoratori di Phonemedia

Tra i lavoratori di Phonomedia che hanno occupato il call center...

2 / 12 / 2009

“La crisi non c’entra”, afferma con convinzione un membro delle Rsu dello stabilimento Phonemedia di Casalecchio (Bologna)..Di questi tempi la frase risulta sorprendente, non c’è dubbio. Ma se si ascolta con un po’ di attenzione il racconto dei lavoratori e delle lavoratrici del Call Center che per anni ha lavorato per Pagine Gialle, si ha l’ennesima prova che anche in questo caso, come in altri che abbiamo raccontato in questi mesi, la responsabilità del rischio di perdita del posto di lavoro per migliaia di dipendenti non va certo imputata alla congiuntura economica mondiale ma bensì alla rapacità di certa classe imprenditoriale (?) italiana.

La vicenda è nota: Omega, il nuovo “padrone” della catena di call center, situati su tutto il territorio ed impieganti circa 6.000 addetti, da mesi non paga gli stipendi ai propri dipendenti. Non solo, ma si rifiuta di fornire un piano industriale credibile, facendo paventare l’ipotesi che l’acquisizione della società sia stata una pura operazione speculativa che avrebbe come fine ultimo la dismissione completa dell’attività e di tutti i dipendenti. Quali siano le reali motivazioni che spingono i nuovi manager in questa direzione resta ufficialmente un mistero, visto che l’azienda ha puntualmente disertato tutti i tavoli di trattativa, convocati a livello nazionale e locale. Inoltre, come ci hanno detto i lavoratori intervistati, l’impresa era in buone condizioni, le commesse c’erano e il lavoro non mancava (l’azienda ha continuato ad assumere fino a ottobre, a crisi quasi iniziata..).

I lavoratori di Phonemedia hanno intrapreso un duro percorso di lotta, raccogliendo la solidarietà di tutto il territorio, proclamando una serie di scioperi ad oltranza ed in ultimo occupando gli uffici di vari stabilimenti: la richiesta precisa è che il Governo intervenga rapidamente, commissariando l’impresa e ponendola in amministrazione controllata, al fine di poterne garantire la sopravvivenza e/o la cessione ad un altro imprenditore, con l’attivazione di tutti gli strumenti di solidarietà del caso.

Martedì 1 dicembre siamo andati a Casalecchio, raccogliendo alcune interviste fra i lavoratori che occupano gli uffici.

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