Mason(VI)- Manifestazione No Pedemontana

Un corteo di 300 persone deposita i fiori al cantiere della nuova autostrada

5 / 11 / 2011

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Circa 300 persone hanno sfilato in corteo, oggi pomeriggio, per dire no alla costruzione della nuova autostrada Pedemontana veneta che dovrebbe avere come punto d'inizio Montecchio Maggiore e concludersi a Spresiano, nel Trevigiano. La manifestazione di oggi si è svolta a Mason , in provincia di Vicenza. Hanno aderito i comitati della Valle dell'Agno e dell'Alto vicentino, che da anni combattono contro la realizzazione della nuova autostrada. Al corteo hanno partecipato anche i No Dal Molin, gli spazi sociali di Vicenza e provincia e una delegazione di Montecchio Slegata. Il corteo, aperto dallo striscione “L'alternativa esiste, No all'Autostrada Pedemontana”, è partito dalla zona industriale di Mason per dirigersi verso il cantiere della nuova grande opera.

Gli interventi fatti durante il tragitto hanno sottolineato come la costruzione di quest'opera comporti una ulteriore devastazione del territorio vicentino che da troppo tempo subisce una cementificazione esagerata e una deturpazione dell'ambiente. Basta pensare alle migliaia di capannoni che sono stati costruiti per poi essere abbandonati.

I soldi spesi per le grandi opere come la Pedemontana ma anche come la Valdastico sud e la Valdastico oppure come il Dal Molin potrebbero essere invece utilizzati per le politiche sociali, il welfare, la scuola e per un nuovo modo di vivere il territorio. L'alternativa esiste ed è possibile, e non è fatta di cementificazione ma della difesa e della tutela dei beni comuni.

Il pensiero di tutti i presenti non poteva che ricordare la tragedia dell'alluvione a Genova e nel resto della Liguria provocata, come sempre, per colpa dell'uomo che pur di arricchirsi costruisce anche nei luoghi a forte rischio idrogeologico. Sono le stesse immagini che anche noi abbiamo vissuto, quando Vicenza e provincia sono state invase dalla furia dell'acqua.

Davanti all'ingresso del cantiere è stata depositata una corona di fiori e si è svolto un funerale simbolico al territorio vicentino.

Il corteo è poi tornato in zona industriale ricordando la posa della prima pietra, Giovedì 10 novembre a Romano D' Ezzelino, un luogo distante dal cantiere. Questo dimostra che in realtà si tratta di una operazione mediatica per indurre la gente alla rassegnazione quando invece l'inizio dei lavori è tutt'altro che imminente.

La manifestazione di oggi è soltanto una tappa di un lungo percorso che punta a coinvolgere migliaia di persone all'opposizione a un opera inutile e dannosa per il territorio.