Da Muccioli al Gattopardo

Muccioli lascia la guida di S.Patrignano

La comunità punta su una figura interna ma peserà la decisione dei Moratti

8 / 8 / 2011

Adesso si chiama “stress da gestione”. Questo è quanto dichiara l’ex Sindaco di Riccione Daniele Imola sulla cacciata di Andrea Muccioli dal vertice di San Patrignano. Una volta si diceva: “cattiva gestione dei fondi, sperpero di patrimonio di una collettività”. Una villa multimilionaria nata sulle ceneri della vecchia villa appartenuta al padre Vincenzo Mucciolli, con progetti da centinaia di migliaia di euro fatti e rifatti, è invece stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato la famiglia Moratti alla resa dei conti con l’uomo solo al comando Andrea Muccioli, oltre alla presa in considerazione reale della sua totale autoreferenzialità e incapacità di comunicazione: per dirla alla vecchia maniera, delirio di onnipotenza. Mentre continuano le dichiarazioni sui numeri di San Patrignano totalmente, come al solito, prive di riscontro come le 1500/1600 presenze (mentre queste ammontano a non oltre 8/900 compresi i vecchissimi residenti nella struttura ed è sufficiente, per fare una verifica, chiedere alla Prefettura di Rimini o ai Carabinieri di Coriano quante siano le persone domiciliate a San Patrignano a norma della legge Antimafia). O come il fasullo dato di 70 per cento di recuperati privo di qualsiasi riscontro scientifico.

Ma lo scudo funziona sempre. E’ sempre stata la strategia dei guru: tuteliamo i “ragazzi” (i parvulos) quindi non rispondiamo alle domande. Funziona sempre il buon vecchio metodo di trincerarsi dietro le vite dei deboli e non rispondere dei gravi errori commessi.

Incredibile quanto dichiara Ramonda della Papa Giovanni: “Andrea Muccioli mi ha fatto apprezzare la sua proposta di vita”. E quale sarebbe questa proposta di vita? Cene di otto persone con vini pregiati da 10.000 (diecimila) euro? La scalinata della villa faraonica da 500.000 (cinquecentomila) euro? Un porta telefono in legno pregiato norvegese da 20.000 (ventimila) euro?

O la sua politica proibizionista con cardini spaventosi come togliere i figli alle famiglie di persone in trattamento metadonico? Chiudere in comunità per quattro anni ragazzi che hanno fumato qualche canna?

La chiusura, in tutti i sensi, è la filosofia di questa struttura tristemente nota nel passato per gravissimi episodi di violenza che hanno condotto alla morte almeno quattro persone. Sempre legittimati da una opinione pubblica compiacentemente allarmata dai media specializzati nella diffusione del virus della paura.

Finisce l’era dei guru? Me lo auguro. Ma se le premesse sono quelle che vedono tornare al timone Letizia Moratti (quella che ha condonato la bat casa al figlio) “seguita” da un guru pranoterapeuta, specializzato in flussi energetici, si arte male. Il timore è che dietro questa storia tutta e come al solito italiana ci sia la solita nostra specialità del gattopardismo, che, cioè, tutto cambi perché nulla cambi. Cioè che si cambi l’uomo solo al comando Andrea Muccioli, ma che prosegua la fallimentare politica proibizionista del metodo San Patrignano.

di Paolo Severi