Resto del carlino 16 agosto 2010

Rimini - Nuovo presidio e blocco stradale

Due giorni dopo il grande sciopero, l'albergo riminese resta nell'occhio del ciclone e i dipendenti scendono nuovamente in strada. Oltre ai dieci lavoratori, anche diverse associazioni si sono mobilitate

16 / 8 / 2010

Rimini, 16 agosto 2010 - Due giorni fa una clamorosa protesta, con lo sciopero improvviso e un blocco del traffico. Oggi nuova mobilitazione, con un secondo presidio per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati. Protagonisti dieci lavoratori dell'hotel di Torre Pedrera già nell'occhio del ciclone a causa dell’intossicazione di un gruppo di clienti. 

Davanti all’ingresso dell’abergo, dalle 15 di pomeriggio, ci sono i dieci dipendenti “insieme ad un centinaio di persone” tra esponenti della Filcams-Cgil, dell’associazione Rumori Sinistri (che cura uno sportello dedicato all’assistenza dei lavoratori stagionali della riviera) e del Laboratorio Paz, il centro sociale riminese sgomberato due anni fa. A riferirlo e’ Manila Ricci, del Paz: “Si tratta di una delle tante mobilitazioni nate negli ultimi mesi all’interno degli alberghi gestiti in riviera dal tour operator Costa Romagna e dal gruppo turistico Coppola, a cominciare dai primi di giugno con il K2 di Cesenatico e poi a luglio il Maracaibo di Rimini”.

Alla vigilia di Ferragosto, infine, lo sciopero e il presidio all'hotel di Torre Pedrera raccontato ieri sulle prime pagine dei quotidiani locali: in strada dieci persone provenienti dai Paesi più diversi, spiega Ricci, ma a prevalere sono le donne romene. Dal 14, aggiunge Sandra Polini di Rumori Sinistri, “i dieci dipendenti non sono più tornati al lavoro” e ora “rischiano anche di perdere l’alloggio che avevano a disposizione” all’interno dell’albergo.
Questo perche’ “non vengono pagati da tre mesi”, continua Polini: “Prendono 800 euro al mese e lavorano 12 ore al giorno senza giorno libero”, accusa la volontaria, “in base alle ore realmente lavorate c’e’ chi deve avere oltre 3.000 euro”

Presidio Hotel Mose @Rimini "Reddito per tutti sfruttamento e schivitù per nessuno"