da Altarimini.it

Rimini - Protesta per lo sfratto Casa della Pace

27 / 3 / 2010

“Salviamo la Casa della Pace” è questo l’appello del coordinatore Giovanni Ceccarelli, e dei rappresentanti di alcune unioni culturali e di volontariato che fanno capo alla stessa unione che si occupa di solidarietà e di diritti umani. Oggi durante la conferenza stampa indetta dalle Associazioni (Isur, coordinamento donne, Libertad, Rumori sinistri, Manitese, Uaar, Arconaleno) presso la sede in via Tonini a Rimini,  si è discusso dello sfratto disposto dal comune e della futura collocazione dell’Ente: fra le tante ipotesi, quella più probabile riguarda l’ex sede del Quartiere 6 che però secondo la maggior parte dei presenti è solo un ripiego. Lo sfratto è motivato dalla volontà dell’Amministrazione  Comunale di  destinare lo stabile ad “aule di turismo scolastico”: riqualificare quindi l’edificio e trasformarlo in una scuola  con aule destinate alle classi per le scolaresche che vengono a visitare il museo della città di Rimini.  Da qui la protesta e anche se il Comune cerca il compromesso, tutti i volontari e  rappresentanti delle Associazioni si sono attivati per raccogliere le firme, creato un blog (http://salviamolacasadellapaceblogspot.com) e addirittura un gruppo su Facebook. La Casa della Pace vanta più di 20 anni di storia e la struttura, sia all’esterno che all’interno è molto fatiscente. Infatti entrandoci per la prima volta si può rimanere colpiti per il mobilio, le bacheche con annunci in tutte le lingue, libri ovunque, vecchi manifesti, pc non proprio moderni ma dopo aver preso confidenza con l’ambiente all’interno della “casa” si cela molto di più. Una scuola per immigrati dove poter imparare l’italiano, la multi etnicità che popola le stanze, una porta sempre aperta, un luogo dove molte associazioni svolgono i propri servizi: un punto di riferimento ma anche un luogo di cultura.


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Un lungo corridoio con sale aperte all’interno della costruzione custodiscono un ricco archivio e una biblioteca vasta del Maritain. Tutto però sarà trasferito e il simbolo di una città spostato altrove, il coordinatore della Casa della Pace Giovanni Ceccarelli proprio non manda giù che basterebbe restaurare e lasciare tutto com’era perché, in via Tonini vive un bene comune che va difeso perché non è solo un luogo d'incontro fra esperienze, lingue, culture differenti ma molto di più la cultura nel cuore di Rimini deve rivivere non morire.”

di Simona Angela Gallo

Confereza stampa Casa della Pace