Trento - Più di 700 fiaccole per far luce su l'acqua e i beni comuni

Uniti contro la crisi, uniti per i beni comuni!

4 / 12 / 2010

Oggi il popolo dell’acqua è tornato a mobilitarsi in tutte le Regioni. Lo ha fatto dopo aver raccolto più di 1.400.000 firme – di cui 11.000 in Trentino - il risultato più alto mai raggiunto in tutta la storia referendaria del nostro Paese. Quasi un milione e mezzo di firme raccolte sono una straordinaria forma di partecipazione democratica e un chiaro segnale alla politica. 

Nonostante ciò una parte del cosiddetto “decreto Ronchi” entrerà in applicazione già alla fine di quest’anno. Uno sfregio alla volontà popolare, che con forza sta dicendo “no” alle privatizzazioni dei servizi idirci.

A Trento una grande fiaccolata è partita da Via Belenzani sotto il Comune di Trento alle 17.00. Tutti insieme - comitati trentini Acqua bene Comune, comitati in difesa del territorio – tra cui i "No inceneritore" e i "No Tav" – studenti, madri, figli, cittadini e rappresentanti di forze politiche e sindacali – hanno illuminato le strade della città di Trento con una fiaccolata che simbolicamente ha toccato e accerchiato le fontane più belle del centro. Gli studenti partiti dalla facoltà di Sociologia occupata hanno calato uno striscione dalla torre civica del Duomo ( "Abbiamo sete di sapere non privatizzato"), raggiungendo poi il concentramento. Assieme, uniti in difesa dei nostri beni comuni, uniti per dimostrare l’attenzione della società civile alla salute, ai diritti, alla democrazia. 

Gli interventi durante il corteo hanno chiesto alla giunta provinciale il ritiro della “proposta Gilmozzi” e l’apertura di un dialogo vero con la cittadinanza su questioni così fondamentali come la gestione dell’acqua e la salvaguardia del nostro splendido territorio da grandi opere e nocività.

In Trentino la metà dei servizi idrici civili è fornita attraverso le SpA a capitale misto pubblico-privato o a capitale totalmente pubblico. Una   privatizzazione che ora vuole crescere e mettere in crisi le gestioni   controllate dai cittadini. Un’intenzione già formalizzata in due articoli del DDL “Finanziaria 2011” attraverso la chiamata “proposta Gilmozzi”: intervento normativo che nasce con la motivazione propagandistica di confermare - di fronte alle norme statali del 2009 - le tante gestioni comunali in economia e l’unica azienda speciale operanti in Trentino (che sono già tutelate dalla vigente normativa dell’autonomia speciale); ma che nella sostanza legittima quelle norme statali che finge di contrastare, ne raccoglie la spinta privatizzatrice, definisce indirettamente i servizi pubblici locali come servizi di interesse economico, sottrae fondi alle gestioni dal basso, stabilisce che anche in  questa Provincia nelle SpA miste il socio privato deve detenere almeno il   40% del capitale sociale ed in questo modo elimina il vincolo storico del 1993 secondo cui qui in questo tipo di SpA deve essere garantita “influenza dominante pubblica locale”. 

A Trento, come in tutta Italia, i manifestanti hanno inoltre ribadito:

  - in primo luogo, la “moratoria” delle scadenze del decreto Ronchi e   della soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriali fino a quando non ci sarà stato il pronunciamento referendario. Infatti, il decreto Ronchi   stabilisce che, in diversi casi già alla fine del 2010, e nella maggioranza   alla fine del 2011, le società a totale capitale pubblico dovranno far   entrare soci privati nella misura di almeno il 40% del capitale se non   vorranno perdere le concessioni del servizio idrico. Le Autorità d’Ambito vengono però soppresse dal 1° gennaio 2011 con l’idea di spostare le   decisioni ad altri livelli, a quello provinciale se non addirittura regionale, per togliere la titolarità della gestione ai sindaci che rivendicano l'autonomia degli Enti locali sulla gestione dei servizi idrici.   

- i cittadini italiani siano chiamati al voto referendario comunque nel 2011, anche se ci fossero elezioni politiche anticipate, se necessario, come già successo in passato sul referendum sul   nucleare, attraverso uno specifico provvedimento legislativo.      

Il corteo ha poi voluto ricordare che nel contempo è in corso il vertice di Cancun sui cambiamenti climatici e che è stata scelta questa data per sottolineare che la battaglia per l’acqua pubblica si collega all’iniziativa dei movimenti sociali internazionali perché la crisi ecologica del pianeta sia affrontata con un’idea nuova di giustizia ambientale e sociale, rifiutando l'idea di equiparare l'acqua ad una qualsiasi merce.

Insomma, oggi è stata posta a Trento come in molte piazze d’Italia una grande questione democratica e di affermazione del diritto dei cittadini di decidere sul destino di un bene comune vitale com’è l’acqua. 

E in questa difesa dei diritti sappiamo esserci una grande vicinanza con gli studenti che si stanno mobilitando perché la conoscenza e la formazione non vengano consegnate alla logica del mercato e con il movimento dei lavoratori che in questi mesi ha manifestato perché il lavoro non sia ridotto a merce, pura variabile delle scelte produttive e finanziarie dell’impresa globalizzata. Tutti quanti assieme parliamo con l’unica lingua della democrazia e dei diritti, e assieme immaginiamo un futuro sottratto alla logica del profitto.

I nostri 3 referendum sono parte dell'impegno di chi, come noi, lavora e lotta per costruire l’alternativa, per concretizzare una nuova idea di società.

http://acquabenecomunetrento.blogspot.com/

spezzone mondo della formazione

Acqua bene comune - 1

Acqua bene comune - 2

Acqua bene comune (foto 2)