Parte la campagna referendaria ma il passo è lento sul piano del conflitto.

Verso il referendum sull’acqua per continuare la mobilitazione.

Da una parte dei comitati contro la privatizzazione dell’acqua di Napoli.

30 / 4 / 2010

La manifestazione nazionale del 20 Marzo scorso ha segnato l’avvio di una mobilitazione che parte dai territorio e si sviluppa in tutto il paese contro la privatizzazione dell’acqua. Un movimento in costruzione che si pone l’obiettivo di bloccare l’articolo 15 del decreto Ronchi che stabilisce che le risorse idriche devono essere messe a gara d’appalto come un qualsiasi bene di rilevanza economica. Questo, come ci raccontano le esperienze che già vivono la gestione dell’acqua nelle mani delle multinazionali, comporterà un aumento vertiginoso delle bollette, peggioramento del servizio e perdita di posti di lavoro.
La strada del referendum per bloccare la privatizzazione dell’acqua è una strada che in tanti hanno scelto. Una scelta che vedrà impegnati i comitati, ed anche noi, nei prossimi mesi nella raccolta delle firme necessarie per consentire a tutti i cittadini di poter decidere attraverso il referendum il destino dell’acqua.

Siamo certi, che laddove delle campagne nazionali, come quella per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua, riescano a sviluppare la partecipazione dalle singole città e dai singoli quartieri di migliaia di cittadini, questo rappresenti senza dubbio un avanzamento della lotta.

Riteniamo però indispensabile che accanto alla raccolta delle firme si lavori alla costruzione dei comitati su base territoriale, in ogni quartiere ed in ogni comune, al vero coordinamento tra gli stessi che viva attraverso le esperienze di lotta comuni e non come una rete artificiale e calata dall’alto. Da questo necessario passaggio per favorire l’autorganizzazione dei cittadini attraverso i comitati, si deve sviluppare una capacità di mobilitazione, ovvero tornare in piazza in tutti i capoluoghi di regione per favorire il referendum e contribuire allo stesso tempo a costruire conflitto contro il decreto Ronchi individuando nelle regioni un altro tassello della controparte. Solo attraverso un’azione combinata che vede il referendum e la mobilitazione di piazza completarsi a vicenda è possibile vincere la nostra battaglia.
Accanto ad un processo di partecipazione che passi attraverso i comitati, quindi attraverso un legame importante con il territorio, dobbiamo essere capaci di dare un respiro sempre più nazionale alla battaglia in difesa dell’acqua. Questo vuol dire favorire l’incontro tra i comitati territoriali ed immaginare dei luoghi di dibattito e confronto che vadano ben oltre quelli esistenti, fin troppo legati ad una dimensione della lotta che non favorisce certo la partecipazione ma una visione da ceto politico delle mobilitazioni dal basso.
Per questo abbiamo deciso di partecipare alla campagna referendaria vincolando questo impegno all’assunzione da parte di tutti i comitati in difesa dell’acqua di Napoli e provincia a riprendere il filo della mobilitazione di piazza, per capitalizzare anche a Napoli le decine di migliaia di persone che a Roma il 20 Marzo hanno animato la manifestazione nazionale.
Riteniamo importante che soprattutto in questa fase di avvio della campagna referendaria sia sempre vivo un dibattito, sia a livello nazionale che locale, sulle strategie più complessive di contrasto alla privatizzazione dell’acqua, e su come contribuire a costruire conflitto.
Acqua bene comune !
Lottiamo contro la privatizzazione !

Presidio permanente di Chiaiano e Marano
Comitato salute e ambiente III Municipalità
Comitato civico Cambiamo Mugnano  
Laboratorio Insurgencia

Riferimenti per raccolta firme area Nord di Napoli : [email protected]