Affollata e ricca assemblea al Bocciodromo

Vicenza- Report Assemblea Uniti per lo Sciopero

22 / 4 / 2011

Si è svolta giovedì sera un'affollata assemblea provinciale "Uniti per lo sciopero" al Bocciodromo di Vicenza. Hanno partecipato la FIOM, il presidio No Dal Molin, le realtà studentesche, i precari della conoscenza, il comitato contro la Pedemontana, comitati contro il nucleare e per la difesa del territorio. E' stato sottolineato come lo sciopero generale proclamato dalla CGIL per il 6 maggio sia stata una conquista dei movimenti che hanno aperto una stagione di lotte iniziata con la manifestazione della FIOM del 16 ottobre a Roma per poi proseguire con le straordinarie mobilitazioni studentesche contro la riforma Gelmini e la giornata del 14 dicembre. Lo sciopero del 6 maggio vuole essere una tappa di questo percorso che veda nella contaminazione e nella generalizzazione di tutti i soggetti e di tutte le realtà colpite dalla crisi l'elemento di forza per dire no al modello Marchionne, Gelmini, Maroni ma che sia anche in grado di pensare a un altro modello di società. Una società altra dove trovino spazio il redditto di cittadinanza, come liberazione dal ricatto della precarietà che oggi non è solo una condizione lavorativa e di alcuni soggetti ma che ci riguarda tutti e la vita intera. L'assemblea, aperta da Francesco Pavin e dal segretario provinciale della FIOM Maurizio Ferron, ha posto alcuni interrogativi ma ha anche indicato un obbiettivo: costruire, per il 6 maggio una giornata di sciopero vero, che faccia male, attraverso il blocco della circolazione delle merci e il blocco della produzione. Il segretario Ferron, nel suo intervento ha evidenziato le problematiche che investono il mondo del lavoro. La riduzione dei diritti dei lavoratori attraverso nuovi accordi sindacali che limitano il diritto di sciopero, riducono le pause, cancellano la democrazia nei luoghi di lavoro come dimostra il caso della Fiat e di Marchionne. Proprio quello di Marchionne è un modello che deve essere respinto per provare a costruire un nuovo modello di società. Questa nuova società deve avere come elemento centrale il redditto di cittadinanza finanziato attraverso la tassazione delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni. Gli obbiettivi che ci si deve porre, secondo Ferron, sono acquisire consapevolezza sui pericoli che arrivano da che detiene il commando e costruire rapporti di contaminazione e generalizzazione tra tutti i soggetti colpiti dalla crisi per costruire uno sciopero vero ed efficace.

All'incontro ha partecipato anche il Presidio No Dal Molin, che con il portavoce Olol Jackson ha innanzitutto sottolineato come la crisi ha una portata globale e ci investe tutti quanti. Il tema della democrazia, evocato prima anche dal segretario FIOM, riguarda anche il movimento vicentino da anni in lotta contro la costruzione di una base militare come decisione calata dall'alto senza interpellare chi vive quotidianamente quel territorio. I concetti di democrazia, di guerra, del modello di società riguardano tutte le battaglie del movimento vicentino. Una popolazione che ha deciso di difendere il proprio territorio il quale, ricorda Jackson, ha perso il 40% del terreno agricolo. Questo significa che c'è un modello produttivo distruttivo che va contro qualsiasi logica di bene comune. Discutere del bene comune significa anche parlare dell'acqua, un tema che a Vicenza si conosce bene sia per la battaglia fatta contro la distruzione di una delle più grandi falde acquifere sia per quelle giornate di novembre quando l'acqua ha invaso la città portando morte e distruzione. I beni comuni non possono diventare merce da mettere in vendita per ottenere profitto come vuole fare l'attuale modello di sviluppo. Bisogna essere in grado invece, attraverso l'unità, di costruire un nuovo e diverso modello di democrazia e di società. Essere in piazza il 6 maggio vuol dire non solo costruire una forma di opposizione sociale ma anche creare nell'immaginario collettivo la consapevolezza che il berlusconismo non è la fine della storia ma che c'è la possibilità di costruire altro.
Il Parco della Pace è inoltre uno dei temi che devono essere portati in piazza il 6 maggio perché si lega a questioni simboliche e concrete come sottrazione di spazi alla guerra, riduzione di spese militari e difesa del territorio.

Nella giornata di sciopero del 6 maggio rientra anche la questione delle energie rinnovabili e della sottrazione degli incentivi al fotovoltaico. L'energia è un elemento di sviluppo importante per tutti e deve essere concepita come bene comune. Infatti oggi l'energia ci serve per ogni ambito della vita quotidiana. Dobbiamo perciò respingere il modello di produzione e distribuzione energetica centralizzata di cui il sistema del nucleare è l'esempio più evidente. Con un nuovo modello di sviluppo basato sulle energie rinnovabili l'utente potrebbe diventare produttore, distributore e consumatore contemporaneamente. Questo nuovo modello potrebbe creare molti posti di lavoro. In Veneto sono molte le realtà che si occupano di questo tipo di energia e che dovrebbero essere coinvolte nella costruzione dello sciopero generale perché lavoro, energia e bene comune vanno a pari passo.

All'assemblea hanno partecipato anche gli studenti che hanno ricordato la grande mobilitazione dello scorso autunno contro la Riforma Gelmini e i successi ottenuti come gli abbonamenti gratuiti per i mesi di dicembre e gennaio agli studenti alluvionati. Gli studenti hanno dichiarato la loro partecipazione allo sciopero del 6 maggio perché le tematiche che riguardano loro si legano giocoforza a tutte quelle affrontate negli interventi precedenti.
Sono state lanciate quindi alcune iniziative in preparazione della mobilitazione del 6 maggio quali il ticket crossing che oltre a Vicenza avrà luogo anche a Schio e a Valdagno. Per la giornata dello sciopero invece, gli studenti vogliono organizzare cortei spontanei in grado di bloccare la circolazione perché, ricordando un vecchio slogan “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”.

Nell'intervento conclusivo il segretario Ferron ha sottolineato come la FIOM ha fatto e sta facendo decine di assemblee nei luoghi di lavoro per costruire una grande partecipazione allo sciopero generale. La manifestazione si concluderà davanti alla sede delle associazioni industriali, luogo simbolico ma anche il luogo di quelli che stanno dietro alle politiche del governo. La proposta, per quella giornata è di bloccare la produzione delle merci perché è il modo più efficace per far male e creare disagio a chi ci impone un modello di società autoritario e ultraliberista. Tutti sono chiamati a costruire una grande giornata di mobilitazione: lavoratori, studenti, precari, comitati, associazioni e tante persone che vogliono immaginate e praticare un altro mondo possibile.

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