Verso la manifestazione del 30 ottobre a Napoli

A Sud ...dentro e contro la crisi

Le realta' meridionali alla manifestazione dei precari della scuola

28 / 10 / 2010

La straordinaria manifestazione del 16 ottobre a Roma ha segnato per i movimenti di questo paese un passaggio di fase importante. A partire dall’esperienza del percorso di conflitto sindacale avviato dalla Fiom si è riusciti ad affermare la voglia e la possibilità di un modello di società diversa.

Ben coscienti che la portata dell’offensiva padronale contro il mondo del lavoro, è innanzitutto un’offensiva culturale tesa ad annullare il conflitto sociale in cambio della sopravvivenza alla crisi, la manifestazione del 16 ottobre ha aperto una fase nuova nel paese. Un fase che ci auguriamo che sia caratterizzata da un percorso di ricomposizione contro i termini di un’offensiva neolibersita che ha nella scomposizione sociale un elemento caratterizzante. Infatti la distruzione dei diritti sindacali acquisiti, la distruzione del contratto collettivo nazionale, vanno di pari passo con l’aumento della precarietà diffusa e permanente, con l’attacco più complessivo ai diritti, ai beni comuni come l’acqua, al mondo della formazione, della scuola e del welfare. La crisi riproduce dinamiche di governance tese a distruggere gli elementi di costruzione del comune tra segmenti diversi della moltitudine. Per questo il tema dell’unità contro la crisi resta un paradigma irrinunciabile. Ma l’unità contro la crisi resta un idea debole se non viene praticata anche come idea di società altra, di modello di sviluppo radicalmente diverso, insomma con una spinta che ambisca all’avvio di processi di trasformazione nella società.

Per questo siamo convinti che lo scenario che il 16 ottobre ci consegna possa essere considerato come un’opportunità per riportare al centro il tema del conflitto.
Infatti non possiamo esimerci dal considerare la centralità del conflitto se immaginiamo dei processi ricompositivi che ambiscono all’affermazione di un modello sociale e culturale alternativo. Per questo siamo certi che la capacità dei movimenti di produrre nuove sperimentazioni intorno alla pratica sia oggi un tema urgente, non certo da affrontare in termini dialettici, ma forse attraverso la dialettica dello scontro. Il 16 ottobre soprattutto ci ha consegnato l’avvio di un percorso reticolare, plurale, ovvero quello di Uniti contro la crisi. Come centri sociali e realtà di base ci siamo ritrovati nello spezzone di Uniti contro la crisi insieme ad altri segmenti in lotta dai precari della scuola agli studenti, dagli intermittenti ai migranti. Un contenitore che pensiamo oggi possa rappresentare al contempo uno strumento attraverso cui affrontare la sfida dell’affermazione di un percorso di alternative.

Immaginiamo questo percorso a partire dalla conclusioni dell’assemblea del 17 ottobre scorso tenutasi al La Sapienza di Roma, che ha lanciato diverse mobilitazioni lungo tutto l’autunno, ma soprattutto ha deciso di lanciare la sperimentazione di Uniti contro la crisi come dimensione reticolare territoriale. Siamo convinti che questo ambito ci dia la possibilità di sperimentare in Campania una relazione diversa, duratura e concreta tra le centinaia di soggetti che hanno attraversato dalla Campania lo spezzone di Uniti contro la crisi.

La Fiom, i centri sociali, i collettivi studenteschi, le realtà universitarie, i comitati civici, i precari della scuola, le tante realtà Campane che hanno deciso di mettersi in movimento nello spezzone di Uniti contro la crisi nella manifestazione del 16 ottobre hanno oggi un’opportunità di capire se è possibile sperimentare forme di confronto ed iniziativa politica in maniera continuativa. Pensiamo che a partire dalla centralità dei temi del conflitto sociale e della costruzione di “comune” valga la pena provare a costruire questo percorso.

La manifestazione nazionale dei precari della scuola che si terrà a Napoli il prossimo 30 ottobre può essere la possibilità di provare a dare continuità al percorso di Uniti contro la crisi ed una ulteriore tappa nella costruzione di uno “sciopero generale e generalizzato”.

Un percorso che ci immaginiamo debba vivere di una messa a verifica costante e che sappia da un lato connettere le lotte territoriali e le campagne nazionali ma dall’altro promuovere un ragionamento complessivo in cui trovi spazio anche la specificità dell’impatto della crisi a Sud.

Quel Sud inteso come zona di sfruttamento,di depredazione e di spossessamento ma anche come spazio di sperimentazione  delle politiche emergenziali, come modalità di gestione autoritaria e gerarchizzata del territorio. Un Sud che è però anche resistenza, insubordinazione alle logiche del dominio, della devastazione e del saccheggio.

 Terzigno in quest’ottica è un punto focale ineludibile attraverso cui leggere non solo la recrudescenza dei dispositivi di governance e del loro dispiegarsi  ma anche, se non soprattutto, le possibilità di resistenza che in essi di danno. Un’ insorgenza che, ora più che mai, ci interroga sulle pratiche di lotta, sui percorsi di autorganizzazione dei conflitti sociali dentro cui  inscrivere il rifiuto e la critica di retoriche sviluppiste e subalterne e la possibilità di costruzione dell’alternativa. 

“Uniti contro la crisi” a sud, come possibilità di connessione dei molteplici conflitti e delle straordinarie insorgenze che attraversano i vari e differenti territori dello spaccato meridionale, come occasione di confronto attraverso cui sviluppare e sostanziare un’analisi sulla specificità della composizione sociale e delle resistenze, come tentativo di costruzione di una prospettiva politica altra e differente dagli stereotipi dominanti.

In quest’ottica pensiamo che, nell’assumere e fare nostro l’appuntamento dei precari della scuola, sia altrettanto necessario provare a costruire ed organizzare non solo uno specifico attraversamento “meridiano” della piazza ma anche un successivo momento di confronto tra le realtà meridionali in cui porre le basi di un rilancio delle istanze conflittuali e di un più complessivo sguardo politico del SUD  dentro e contro la crisi:  dalla questione del reddito ai beni comuni nella prospettiva di uno sciopero generale come momento necessario di precipitazione delle questioni sociali in movimento.      

“A sud …….uniti contro la crisi per riprenderci il futuro”

Laboratorio Occupato Insurgencia (Napoli), CSOA Depistaggio (Benevento), Laboratorio Sociale Millepiani (Caserta), Collettivi Autonomi Studenteschi F.U.C.K. (Napoli), Collettivo Epimeteo (Napoli)