Adl e lotte nella logistica, la lotta paga, contro i padroni e il “buro-cretinismo’’ del sindacato giallo

18 / 11 / 2016

Apprendiamo che i padroni e i loro lacchè sono stati costretti, con un grande mal di pancia, ad aprire la trattativa con ADL e i lavoratori della logistica, protagonisti di uno straordinario ciclo di lotte all’interporto di Padova, dopo numerosi blocchi e una resistenza operaia irriducibile e determinata. Non sappiamo come andrà a finire né tantomeno quali saranno le condizioni poste da padroni e padroncini. Una cosa è sicura: daremo con il cuore e con i corpi il massimo sostegno alla lotta e alle rivendicazioni dei lavoratori, che travalica l’aspetto meramente sindacale e mette in gioco i diritti di tutti, la conquista di forme di vita degne, la ribellione contro lo sfruttamento, la precarietà generalizzata, la riduzione dei lavoratori a una condizione servile e totalmente sottomessa. Ribellarsi è giusto, possibile, necessario, com’è possibile d‘altronde ricostruire ancora una volta l’autonomia di classe, seppure in nuove forme, più ricche e complesse, adeguate al terreno di scontro, per la costituzione del “Comune”.

Ma già questa trattativa, conquistata sul campo di battaglia, frutto di un rapporto di forza e non calata dall’alto dai soliti pompieri, è un risultato di enorme importanza, soprattutto dopo che contro l’ADL e gli operai della logistica si era scatenato un fuoco incrociato di ricatti, minacce, ritorsioni. In primis da parte del sindacato giallo targato CGIL e i suoi esponenti locali, con il classico repertorio e armamentario ideologico tendente a dividere i lavoratori, distinguere tra buoni e cattivi, organizzare crumiri e opportunisti di ogni genere contro le lotte autonome e a servizio degli interessi padronali, usare il becero e infame ricatto sul posto di lavoro. Tutto ciò, come da sempre succede nella storia delle lotte di classe, si è sciolto come neve al sole, rispetto alla determinazione e resistenza operaia!

E’ necessario altresì cogliere un’indicazione di metodo e organizzazione, da sviluppare nella teoria e nella prassi materiale, che ha un valore immediatamente politico – generale, anzi, per dirla tutta, bio-politico fino in fondo. La lotta di classe, quella vera e non quella letta malamente sui libri, non ha bisogno di “scienziati della politica, tuttologhi e onniscienti, sapientoni e sapientini”, ma di soggettività agenti, che praticano il conflitto, possibilmente da bravi artigiani e con un tasso di creatività “artistica’’ che non guasta mai. La ‘’scienza operaia” si afferma attraverso le pratiche materiali di lotta - vecchie e nuove – che si sono sedimentate nella tradizione storica, ma rimangono comunque aperte sempre all’innovazione. Dalle lotte degli immigrati irlandesi nel 1800 in America e la loro punta d’avanguardia, i MOLLY MAGUIRES, agli IWW, fino ai consigli operai degli anni ’20, le occupazioni delle fabbriche, le lotte dell’0peraio massa  e tanto altro.

Sabotaggio, blocco della produzione, picchetti, scioperi selvaggi, veri e propri momenti d’insurrezione urbana: questo il filo rosso che lega il vecchio e il nuovo, è la base fondamentale che ha permesso la conquista di diritti, più salario, meno orario, migliori condizioni di vita.

‘’Ritorno ai principi”, diceva Machiavelli come antidoto alla corruzione dell’ideale repubblicano. ‘’Ritorno ai principi” anche oggi, rispetto alle pratiche di conflitto che hanno permesso alla classe operaia e a tutte le classi subalterne di conquistare forme di vita più dignitose, più giustizia e libertà. Il blocco della circolazione delle merci ha un aspetto assolutamente strategico e colpisce al cuore il capitale globalizzato, apre spazi all’autonomia di classe e mette in gioco una complessità di fattori, non ultimi quelli della grande distribuzione transnazionale, del comando e controllo sulla catena alimentare, sulla riproduzione, la qualità della vita!