Agire contro i confini della fortezza Europa - Domenica 3 aprile tutti e tutte al Brennero

Appuntamento ore 13.30 stazione FS dei treni

8 / 3 / 2016

I dispositivi di chiusura e di forte limitazione della libertà di circolazione che gli Stati dell’Unione stanno mettendo in atto sono l’emblema della direzione complessiva assunta dalle politiche europee sul terreno dei diritti di cittadinanza e dei diritti fondamentali dei popoli e delle persone. Le barriere, il filo spinato, la militarizzazione delle frontiere sono, in questo momento, i segnali più visibili di una profonda torsione involutiva volta alla restrizione del campo d’applicazione del diritto d’asilo e dell'accoglienza di nuovi rifugiati, e portano con sé, in ogni zona di frontiera, un carico insostenibile  di violazioni, prassi illegittime e negazione dei diritti basilari. Dalla Svezia alla Grecia, dall’Ungheria al Regno Unito, il dibattito che si è innescato attorno a questi nodi getta le basi politiche e culturali per avallare molteplici dispositivi che mirano sia alla revisione del Trattato di Schengen, nella parte relativa alla libera circolazione delle persone, sia a legittimare un nuovo regime dei confini.

Questo non solo produce il ripristino dei controlli di polizia frontalieri, ma sta determinando un vero e proprio meccanismo di inclusione differenziale, tra chi ha il diritto di accedere ai diritti minimi di cittadinanza e chi invece può accedervi solo in momenti straordinari, decisi non più sulla base di un diritto comune bensì sulla concessione “dall’alto” mediante criteri di appartenenza etnica. In altre parole, chi oggi, da Idomeni, da Calais, da Ceuta e Melilla, da Lampedusa o dalle isole del Mar Egeo, dalla coste turche fino a quelle libiche, reclama una vita degna si troverà di fronte a ostacoli materiali e immateriali sempre più sofisticati e violenti.

L’Austria e la Macedonia sono oggi tra i Paesi apripista di un modello che, seppur inserito in un quadro in cui la finanza e la circolazione delle merci sono sempre più globalizzate, sperimenta nuove forme di sovranità nazionale basate sull’esercizio della forza e sulla militarizzazione dei confini, indicando come nemico da cui difendersi il migrante che chiede asilo o che vuole transitare sul territorio per raggiungere altri Paesi. L’effetto domino di questa strategia si sta già dando fino al confine greco-macedone, dove migliaia di persone che hanno perso tutto sono ingabbiate, senza possibilità di muoversi verso gli altri territori europei.

Di fronte a questo scenario si apre un campo di battaglia in cui i movimenti sociali non possono restare passivi, ma anzi devono tradurre le spinte esercitate dai migranti sui confini della rotta dei Balcani e le spinte di solidarietà che si stanno dando in processi di trasformazione radicale per conquistare una nuova cittadinanza europea. Solo così possiamo rovesciare dal basso l’ideologia della “guerra tra poveri”, sempre più funzionale agli interessi della governance dell’austerità, ed aprire un dibattito pubblico che si ponga come obiettivo quello di costruire nuovi modelli di welfare inclusivo e di determinare un allargamento dei diritti di tutti e tutte.

Per questo domenica 3 aprile saremo al Brennero a violare il confine italo-austriaco ed impedire che siano realizzati dispositivi che ostacolino la libera circolazione delle persone. Lo faremo in tanti e tante, attraverso una manifestazione popolare, che partirà dalla stazione dei treni del Brennero ed arriverà in Austria, senza chiedere autorizzazioni e rifiutando qualsiasi dispositivo di controllo individuale e collettivo, poiché quel confine non ha alcuna legittimità. L’Europa che vogliamo costruire non prevede né muri né barriere, e solo la resistenza di corpi mobili e desideranti può demolire le passioni tristi dell’odio razziale e degli egoismi nazionalisti.

Invitiamo tutte le realtà e le singolarità interessate a costruire la giornata assieme a noi a contattarci per una web-conference organizzativa.

Agire nella Crisi – confederare autonomie

Info e adesioni: [email protected]

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