Agire nella crisi, confederare autonomie - II° appuntamento

Assemblea nazionale di movimento - 28 Febbraio 2016, CS Rivolta

18 / 2 / 2016

Il 22 novembre del 2015 a Napoli, dentro MezzoCannone Occupato, abbiamo iniziato a scrivere un "libro". Lo abbiamo iniziato a scrivere non sulla carta, ma nelle strade e negli spazi sociali che quotidianamente viviamo. Teste per immaginare, mani per trasformare, gambe per camminare e cuori per desiderare.

Abbiamo stabilito il contesto: la crisi, economica, ambientale, sociale, culturale e politica.

Abbiamo stabilito la necessità, nella crisi, di agire dentro e la volontà di agire contro.

Abbiamo individuato il campo di battaglia: il territorio, come espressione sempre mutevole e sempre materiale, del conflitto tra capitale e vita.

La crisi, che nello stabilire nell’eccezione la sua regola, tracima completamente i luoghi e i tempi della produzione per aggredire direttamente il bios: capitalismo estrattivo. Ecco perché il territorio, liberato da ogni localismo che suona più come resa o autismo e mai inteso come spazio neutro e generico, ma come luogo e cioè frutto del costante e continuo intreccio tra natura e cultura, assume un ruolo strategico, sia per l’aggressione capitalista che per le resistenze che in esso si (ri)producono.

Nei territori agisce la necropolitica fatta di veleni, trivellazioni e grandi opere. 

Nei territori transitano con il loro carico di disperazione e speranza, i migranti. 

Nei territori la legge posta a baluardo di privilegi e ricchezze, fa scempio di diritti e democrazia. 

Nei territori si affermano e si sviluppano le resistenze e le alternative che esse tengono in grembo. Un mondo che contenga molti mondi, dicevano molti anni fa gli indigeni con il passamontagna. Democrazia senza Stato, ci dicono, oggi, i partigiani del Rojava.

Ecco perché per agire contro la crisi è necessario confederare le autonomie. Non è un problema di imitazione o di esterofilia: è un problema di organizzazione. Meglio, sono le prime parole di una risposta, l’affacciarsi umile e deciso di una soluzione.

Nessuna resistenza basta a sé, nessuna autonomia è autosufficiente e questo vale ancora di più nella palude italiana, dove ciò che resta delle cosiddette “aree politiche” è solo un pallido e fastidioso residuo tribale, di inciampo ad ogni idea di cambiamento, ad ogni ripresa della lotta.

Confederare le autonomie perché l’uno non soffochi il molteplice e perché il molteplice non depotenzi l’uno. Una scelta netta, di campo, di movimento. Senza nessuna ideologia, ma anche senza nessuna alchimia tra potere e governo, senza nessuna separazione di comodo tra sociale e politico e senza nessuna inversione tra tattica e strategia.

Se a Napoli abbiamo deciso di scrivere un libro collettivo, fatto con l’unica penna che sappiamo usare, quella della prassi, domenica 28 febbraio 2016, vogliamo scrivere i primi capitoli. Lo faremo all’interno di una giornata di discussione, aperta a chiunque voglia confrontarsi su discorsi, pratiche e campagne comuni, che si terrà al Centro Sociale Rivolta di Marghera.

Vogliamo passare dalla definizione del contesto, all’organizzazione della lotta, concentrandoci in particolare su quattro nodi tematici:

Migrare nella crisi. Il migrante come paradigma destituente e costituente dello spazio europeo. Con particolare attenzione allo sviluppo della campagna transnazionale overthefortress e la campagna di boicottaggio contro la Turchia.

Agire nello spazio globale della crisi. Quale struttura associativa/organizzativa per stringere e potenziare la relazione politica con l’esperienza del confederalismo democratico in Rojava. Quali i percorsi praticabili per consolidare e sviluppare le relazioni con le realtà di movimento nello spazio europeo.

Lotte ambientali nella crisi. Partire dal paradigma climatico per declinare e ampliare la campagna contro la devastazione e il saccheggio dell’ambiente, dei territori e dei diritti sociali. In questo contesto è necessario anche sviluppare la discussione in ordine ai prossimi passaggi sui referendum sociali e dal basso che stanno prendendo corpo nei diversi terreni delle trivellazioni, della privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni, della scuola e della precarizzazione lavorativa. 

Difendersi nella crisi. Interrogarsi collettivamente sul passaggio dal terreno dell'analisi dei nuovi dispositivi di controllo e aggressione giudiziari ad una efficace campagna per l'abrogazione e la modifica normativa delle fattispecie penali che più incidono sulla libertà di movimento.

Organizzarsi nella crisi. Individuare i percorsi attraverso cui riprogettare l'azione diretta e confederare le autonomie reali, nella convinzione che l'autonomia non è uno slogan, ma un processo sociale e organizzativo che cresce dentro i movimenti e non sopra di essi, nelle condizioni materiali e non nella loro strumentale evocazione.

Domenica 28 Febbraio 2016 

 c/o CS Rivolta - Marghera

inizio assemblea ore 10:30