Amburgo - In più di mille sfidano il "Gefahrengebiet"

8 / 1 / 2014

Più di un migliaio di manifestanti ha attraversato in corteo ieri sera la "Gefahrengebiet", la zona proibita di Amburgo. Un riuscito atto collettivo di disobbedienza alle misure approvate dal Senato della città anseatica lo scorso dicembre e rese operative nei primi giorni dell'anno, che prevedono un vero e proprio "stato d'eccezione" per alcuni quartieri, con la sospensione di fatto dei diritti costituzionali, limitazioni alla libertà di movimento, possibilità per la polizia di effettuare rastrellamenti, con identificazioni e fermi di massa.

I quartieri in cui vige questa sorte di "coprifuoco" sono Altona, St. Pauli e Sternschanze. I luoghi storici delle occupazioni di case, di residenza di moltissimi migranti e della presenza delle esperienze più vive dei movimenti radicali, come il centro sociale Rote Flora.

Le misure che prevedono controlli personali, il dislocamento di alcuni autobus trasformati in uffici di polizia in cui svolgere accertamenti, il divieto a manifestare sono state decise lo scorso dicembre, dopo le iniziative a sostegno dei rifugiati e le mobilitazioni contro il rischio di sgombero della Rote Flora.

In particolare ad Amburgo è forte la presenza attiva di migranti provenienti dall'area subsahariana, che si sono organizzati per veder riconosciuti i loro diritti e hanno scelto significativamente il nome "Lampedusa in Hamburg" come sigla collettiva. Intorno a loro, a lottare contro le misure del governo tedesco molti gruppi ed associazioni e anche i supporter del FC St.Pauli, protagonisti di un partecipatissimo (oltre quindicimila persone) e combattivo corteo selvaggio alla metà di ottobre.

Il grande corteo del successivo 21 dicembre e gli scontri seguiti alle provocazioni della polizia hanno reso evidente la volontà di continuare la lotta per i diritti dei migranti e contro le speculazioni immobiliari che si vogliono realizzare sull'intera area (con la cosiddetta riqualificazione delle Esso-Häuser), mettendo al centro la questione del "diritto alla città", sia come riappropriazione dal basso degli spazi (abitativi e sociali) metropolitani, sia come pratica democratica del diritto a manifestare.

Intorno ai fatti del 21 dicembre e alla scelta di rendere esecutivo il "Gefahrengebiet", giustificata dalla polizia con un presunto attacco al Commissariato della Davidwache ai primi di gennaio mai documentato, si sta finalmente aprendo un'ampia discussione sullo "stato di salute" dei diritti e delle libertà democratiche nella Germania governata dalla Grosse Koalition Merkel-SPD. 

E la manifestazione di ieri sera è certo una prima determinata risposta collettiva, in una battaglia di libertà da conquistare,  che ci parla di uno scenario tedesco tutt'altro che pacificato.