Ancona - Casa de nialtri non si ferma

17 / 7 / 2014

Sono passate quasi due settimane dal giorno in cui abbiamo riaperto  uno stabile chiuso da 22 anni nel pieno centro di Ancona, fronte porto. L'edificio, ex sede del PC, fu venduto alla Regione  nel 1992 dal partito. Successivamente fu messo in vendita con tre aste che andarono deserte. Legittimamente una trentina di persone l'hanno riaperto, mosse dalla necessità di creare uno spazio abitativo per alcune persone e uno spazio comune per la socializzazione e i progetti che vogliamo realizzare per la nostra città e per i residenti di casa de nialtri. In questi giorni ci siamo organizzati per iniziare a sistemare lo spazio che ha bisogno di un intervento di autorecupero e perciò della cooperazione tra tanti per renderlo un posto accogliente e funzionale. Si sono succedute assemblee e iniziative nel quartiere che continueremo a organizzare anche nella piazzetta che si trova di fronte allo stabile.  Convinti  dell'utilità del gesto  e delle potenzialità che casa de nialtri 2.0 può sprigionare, stiamo ragionando sul progetto complessivo che a breve presenteremo alla Regione.

L'istituzione con cui ci confrontiamo è al momento  disponibile al dialogo e a trattare la questione non come un problema di ordine pubblico, ma come un'emergenza sociale. Questo è sicuramente un buon inizio, che mostra la sensibilità di alcuni amministratori a considerare per quello che sono le dinamiche sociali con cui ci imbattiamo ogni giorno. Ci sono anche altri amministratori che ci presentano alla città come i professionisti delle occupazioni, come coloro che per gioco si divertono ad andare a "ficcanasare" nel patromonio pubblico e a strumentalizzare i problemi delle persone. E' interessante questa visione! A chi ci sta ascoltando in questi giorni abbiamo fatto presente che se non fosse per tutte quelle porte chiuse che ci vengono quotidianamente sbattute dai servizi preposti sul territorio e dalle scelte politriche nazionali ed europee che impendiscono l'accesso ai diritti fondamentali per ognuno/a, noi non saremmo, per esempio, alla disperata ricerca di una casa. La mancanza di alcuni diritti che si legano alla nostra degna sopravvivenza crea fisiologicamente il bisogno di "andarseli a prendere", come quando stiamo a digiuno per qualche giorno e necessitiamo di trovare del cibo.  Forse non è chiaro a tutti la situazione odierna ma  occorre affrontarla, invece di volerla eludere dalla nostra vista.

Qualche giorno fa l'inchiesta del sole24ore  tracciava una mappa delle povertà in Italia in cui per esempio per la nostra provincia, viene confermato il dato nazionale: una persona su tre non ha lavoro. Ovviamente sarebbe interessante anche indagare sulla tipologia di lavoro che gli altri due possiedono. Detto ciò, considerando l'operazione che è in atto nel nostro paese per soffocare e chiudere le case e gli spazi occupati, ci sembra urgente continuare a moltiplicare queste esperienze che sono ad oggi il nostro "salva-vita". Quando poi si parla delle persone in generale, precari, migranti, studenti ecc.. che riaprono case e luoghi chiusi, occorre farlo con molto rispetto. Perché ogni volta che la nostra azione permette a un bene pubblico di trasformarsi in un bene comune, non stiamo partecipando a un gioco, anzi ognuna di queste persone si assume la grande responsabilità  di essere, per tutti,  agente di un cambiamento radicale, che influenza tutti gli aspetti della nostra vita, da quello materiale a quello giuridico-costituzionale. "Occupare" è anche sacrificio, nel dover partire da zero a riorganizzare uno spazio con tutto quello che comporta, oltre il tempo che s'investe nel spiegare i motivi, nel creare eventi di condivisione, per allargare un nuovo immaginario possibile. Sul fatto poi che ci sia in atto una strumentalizzazione delle persone in difficoltà vorremmo spiegare che ormai non c'è più una differenziazione tra chi possiede per esempio una casa e chi non ce l'ha. Molti che hanno una casa non hanno un lavoro e se ce l'hanno è spesso precario, chi ha casa e lavoro non ha spazi in cui potersi esprimere e incontrare altre persone con le quali condividere idee e sogni. E sono proprio i sogni che ci uniscono e a cui attraverso queste pratiche vogliamo dar forma!

L'invito che facciamo a tutti è di star sereni, perché noi siamo consapevoli di essere nel giusto e che difficilmente si può fermare qualcosa che è in grado di auto-rigenerarsi continuamente. Il nostro semestre di opposizione europea è iniziato, con sé si porta dietro l'odore dell'estate che per noi non sa di salsedine!

C.S.A. Asilo Politico