Ancona - Emergenza casa: Adesso basta, davvero!

18 / 9 / 2013

Ieri, all'ora di pranzo, Powell ci chiama e ci comunica di essere ricoverato presso l'ospedale di Torrette dopo il tentativo di darsi fuoco all'interno degli uffici dei servizi sociali di Ancona. Dopo esserci accertati che non fosse in grave situazione di salute, abbiamo scritto il comunicato che appare di seguito ed inviato a tutti gli organi di stampa, i quali oggi hanno riservato a questa notizia locandine e prime pagine dei giornali locali. Peccato però che abbiano volutamente omesso il nostro comunicato e al contrario abbiano fatto apparire il Comune attivo nella ricerca di un alloggio di emergenza, quando noi insieme a Powell sono quasi quattro mesi che abbiamo allertato tutte le figure competenti e responsabili del caso. Oggi leggiamo menzogne in merito all'accaduto; da chi si permette di dire che non era a conoscenza della situazione di Powell, a chi sostiene di stare per trovargli una soluzione abitativa.

Ma oggi qualcuno dovrà prendersi le responsabilità del folle gesto di un ragazzo lasciato a se steso e di chi lunedì mattina, gli ha detto: " Powell le soluzioni sono due, o torni al tuo paese o ti rivolgi alla chiesa per chiederle ospitalità"!

Noi, a questo punto, siamo in mobilitazione...

Adesso basta, davvero!

Sono storie che hanno dell'incredibile ma che al giorno d'oggi rappresentano la tremenda quotidianità di molti e molte e le inevitabili conseguenze di scelte politiche scellerate ed autodistruttive. 

Qualche mese fa pubblicavamo questo comunicato http://csaasilopolitico.noblogs.org/post/2013/05/13/ancona-unaltra-vittima-della-crisi-si-toglie-la-vita-impiccandosi-dentro-le-mura-domestiche/ dopo che il venditore di pesce tunisino si era dato fuoco in prefettura e dopo che la madre di Pawel, il portiere della Polisportiva Antirazzista “Assata Shakur”, aveva deciso di togliersi la vita per questioni strettamente legate alle sue condizioni economiche e di senza casa. 

Denunciavamo, allora, con estrema lucidità e durezza lo stato di difficoltà della madre di Pawel e di lui stesso, il quale, a sua volta, si è trovato senza una casa e senza la possibilità di affittarne una per il suo reddito troppo basso ed, oltretutto, precario.

Il nostro amico Pawel neanche dopo l'umiliante vicenda che ha portato alla morte della madre è riuscito ad avere il supporto che meritava la sua condizione dalle istituzioni locali.

Noi come Centro Sociale Asilo Politico abbiamo sin da subito, non solo manifestato la nostra rabbia per l'assistenza negata alla mamma di Pawel, e a tutte le persone come lei, ma ci siamo attivati affinché a lui non si riservasse lo stesso indegno trattamento. La casa è un bene di primissima necessità per la vita di una persona ed è per questo che abbiamo fatto in modo di pretenderne una per lui andando ad interpellare chi ad Ancona ha competenze in merito. I servizi sociali del Comune e l'Assessore che si occupa della gestione delle case popolari sono stati contattati in più di un'occasione ma ogni volta era un diniego, ogni volta uno schiaffo alla dignità di una persona già abbastanza sofferente. La cosa più assurda è che ogni volta sembrava che si dovesse andare a chiedere l'elemosina al feudatario di turno, come se l'abitazione non fosse un diritto imprescindibile per una vita degna.

La frustrazione si somma a frustrazione e il fatto di vedersi negato un così elementare diritto è niente in confronto al fatto di sapere che il Comune ha della case popolari libere ed ancora sigillate e che non una di queste pare disponibile per lui, il motivo rimane un mistero tanto oscuro quanto assurdo. L'ultimo diniego l'ha subito lunedì nelle stanze del Comune, quelle stanze che dovrebbero servire a tutelarci come cittadini in realtà sono diventate stanze di frustrazione profonda per chi vi si affaccia. 

Pawel vive da diversi giorni, in condizioni di estrema precarietà, all'interno del nostro centro sociale (che assolutamente non è adibito a questo scopo) poiché non ha altre soluzioni. 

Ieri proprio in seguito all'ennesima risposta negativa, come altri in questo drammatico periodo, ha deciso di tentare di darsi fuoco per cercare di attirare l'attenzione sul suo caso nella speranza di trovare al più presto una soluzione. Le sue condizioni di salute al momento sembrano, per fortuna, non gravi. 

Nel comunicato di maggio scrivevamo che non c'era più tempo da perdere, che bisognava agire ed incitavamo il Comune a trovare una soluzione per questi casi emergenziali, se necessario anche violando il patto di stabilità. Tutte parole spese invano. 

A quanto dimostrano i fatti il tema dell'emergenza reale non importa a chi occupa posizioni di responsabilità, l'unica emergenza che si vuole affermare è quella per snellire le procedure e trovare scorciatoie per soluzioni affaristiche e speculative.

A questa assurda farsa diciamo basta. 

Ci reputiamo più che legittimati dai fatti avvenuti ad intraprendere qualsiasi percorso per garantire a Pawel, e a tutti quelli nella sua condizione, di beneficiare di un diritto innegabile, la casa. 

Con preghiera di massima diffusione.

Centro Sociale Autogestito “Asilo Politico”

Polisportiva Antirazzista Assata Shakur