#Ancona12d - Lo spezzone precario dentro e oltre lo sciopero generale

Contro il Jobs Act. Per il reddito sociale e il salario minimo europeo.

9 / 12 / 2014

Nella giornata di sciopero generale di venerdì 12 dicembre, come centri sociali delle Marche, anche noi scenderemo in piazza contro le politiche economiche, sociali e del lavoro del governo Renzi e dell'Unione Europea. 

Lo faremo dando vita ad uno spezzone autonomo e indipendente nel corteo che attraverserà le strade di Ancona, perché non abbiamo alcuna nostalgia per quella concertazione tanto cara alle confederazioni sindacali e oggi disarticolata dal Presidente del Consiglio Renzi. La concertazione, infatti, non ha fatto altro negli ultimi vent'anni, che strappare i salari più bassi d'Europa in cambio della continua cessione di diritti e tutele da parte dei lavoratori. 

Quello che ci interessa, invece, è ricomporre ciò che in questi anni - tanto nei nostri luoghi di lavoro che nei nostri quartieri - si sta cercando scientificamente di dividere. Ripartire da qui, dalla necessità di ricostruire legami sociali e di classe tra coloro che subiscono quotidianamente uno sfruttamento che ormai travalica i confini della prestazione lavorativa; da una radicale contrapposizione al dispositivo di comando che fa leva sulle paure, le incertezze e l'ansietà dei nostri tempi per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, tanto all'interno delle aziende quanto nelle strade delle nostre città, costruendo inimicizia al posto di solidarietà e complicità. 

Solo in questo modo possiamo leggere il rigurgito di razzismi e intolleranze al quale stiamo assistendo in questi giorni. Le campagne xenofobe di Lega Nord, I neofascisti nelle nostre città, la caccia al migrante e al diverso, sono i fondamentali meccanismi per la difesa di uno status quo che si nutre di una guerra tra poveri, funzionale al mantenimento di quella oligarchia politco-economica che è responsabile della crisi e che su di essa ha lucrato. 

Per questo motivo, quello che abbiamo intenzione di fare nella giornata dello sciopero generale del 12 dicembre è creare uno spazio comune di lotta e riconoscimento tra eguali là dove i padroni e i fascisti cercano di dividere innalzando muri ed egoismi. Uno spezzone precario di tutti coloro che oggi non possono essere rappresentati dalle classiche dimensioni organizzative sindacali e politiche, capace di dare parola ai senza voce che affollano il mercato del lavoro, agli invisibili che vivono le nostre città, alla massa di giovani senza occupazione e prospettive che stanno rendendo l'Italia, di nuovo, un paese di emigranti. Per farlo non possiamo che partire dall'organizzare e mettere in relazione e comunicazione quello che già la stragrande maggioranza di noi è: lavoratori e lavoratrici precarie, disoccupati, false partite Iva, lavoratori in nero, stagionali, studenti, inquilini sotto sfratto e occupanti di case. 

Vogliamo essere chiari, i nemici, per noi, sono la BCE, i governi europei e le istituzioni statali che hanno abbandonato per decenni i cittadini e le periferie creando precarietà, umiliazione e desolazione, non i migranti, i profughi o i bambini rom; i nemici sono le banche, il sistema economico finanziario, la rendita, non il povero; i nemici sono la corruzione e il malaffare organizzato che vincolano tra loro Stato, mafia e imprenditoria spregiudicata distruggendo il nostro paese e depredandone le risorse, non i lavoratori garantiti o i pensionati. 

Per questo il 12 dicembre scenderemo in piazza, per dire no alla definitiva cancellazione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori e alla condizione di precarietà permanente e generalizzata per tutte e tutti operata dalla riforma del Jobs Act del governo Renzi; contro lo Sblocca Italia e l'idea che l'unica ripresa possibile debba coincidere, per l'ennesima volta, con una rapina legalizzata del territorio quando la vera grande opera dovrebbe essere fermare il dissesto idrogeologico che sta affossando le vite e speranze di migliaia di italiani da Nord a Sud; contro l'ennesimo processo di privatizzazione del nostro sistema di istruzione pubblica prodotto dalla riforma della "Buona scuola"; contro la criminalizzazione della povertà e delle lotte sociali per il diritto all'abitare fatta dall'art.5 del "Piano casa". 

Quello che chiediamo è  reddito sociale e salario minimo garantito quali immediati e diretti strumenti di solidarietà e ridistribuzione sociale della ricchezza all'interno dei nostri confini nazionali come anche a livello europeo. Si, europeo, perché questo è l'unico spazio politico possibile, l'unica vera alternativa immaginabile alle politiche di austerità e ai i diktat delle oligarchie finanziarie tanto quanto alla logica della guerra tra poveri prodotta dalle nostalgiche idee di un ritorno nazionalistico alle piccole patrie. 

Di fronte all'attacco generalizzato alla dignità della vita di tutti noi, pensiamo che lo sciopero debba essere pienamente politico e sociale. Lo sciopero deve tornare ad essere quello che è: un danno ai padroni e al loro profitto. Per farlo non è più sufficiente astenersi dal lavoro - per chi può e per chi ce l'ha - ma occorre bloccare il flusso delle merci. Solo così si colpisce sia la produzione che il consumo e quindi il profitto. 

Diamo appuntamento a tutte e tutti venerdì 12 dicembre ad Ancona, alle ore 09.00., in Corso Carlo Alberto, dietro lo striscione dello spezzone precario. 

C.S.A. Asilo Politico (Ancona) 
Casa de Nialtri (Ancona) 
Ambasciata dei Diritti Marche 
Ya Basta Marche 
S.C.A. Tnt (Jesi) 
S.C.A. Arvultùra (Senigallia) 
C.S.A. Sisma (Macerata) 
C.S.A. Jolly Roger (Civitanova Marche) 
C.S.A. Kontatto (Falconara) 
Lab Sociale Fabbri (Fabriano) 
S.P.A. Squola  (Pergola) 
Spazio Autogestito Grizzly (Fano)

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