Base Pluto: un insulto ai vicentini.

Mercoledì 29 agosto ore 18.30 assemblea al festival NoDalMolin

27 / 8 / 2012

La notizia che gli statunitensi vogliono rinnovare Site Pluto per farne un centro d’addestramento d’avanguardia rappresenta un nuovo insulto ai vicentini. Non è una sorpresa, naturalmente: conosciamo bene la fame di territorio e risorse dei militari statunitensi, mai appagati nella loro opera di imposizione e devastazione ambientale. Conosciamo bene anche i “metodi decisionali”, sempre particolarmente partecipati, che caratterizzano la scelta di realizzare progetti militari nel nostro territorio: sempre imposti, giusto per non perdere l’abitudine.

I giornali, come consuetudine, ce l’hanno presentata come l’ennesima operazione di restailing: nuovo stile architettonico, pannelli fotovoltaici, tecnologie d’avanguardia. A margine ci hanno anche raccontato che il progetto prevede un muro di sei metri, utile a nascondere le attività interne agli occhi indiscreti e pericolosi dei cittadini; che vi sarà un enorme parcheggio per mezzi tattici e costruzioni per migliaia di metri quadri; che saranno 300 al giorno i soldati che potranno giocare, contemporaneamente, a farl la guerra tra i colli berici.

Insomma, ancora una volta il progetto statunitense è avvolto nel mistero. E Site Pluto al mistero ci è particolarmente abituata: la base, infatti, ha certamente ospitato ordigni nucleari durante la guerra fredda, ma nessuna notizia ufficiale è stata mai diffusa al riguardo. E anche questa volta, naturalmente, non è dato sapere che tipo di esercitazioni si svolgeranno, quali saranno i munizionamenti usati, quali i rischi per gli abitanti e l’ambiente. Come d’abitudine, gli statunitensi amano esercitarsi alla guerra, ben distanti dalle proprie famiglie e scaricando su altri i "danni collaterali" delle proprie attività.

Senza contare che, per queste installazioni, pagano – molto – anche i cittadini (basta pensare al 41% di spese di gestione a carico dei contribuenti italiani). E, in un tempo di crisi nel quale i servizi sociali vengono tagliati ed Equitalia diventa protagonista quotidiana nella vita di milioni di persone, le risorse collettive continuano a essere spese per la guerra e i suoi strumenti.

Crediamo che dire basta sia un nostro diritto. Che difendere la nostra terra, i suoi beni comuni, un dovere collettivo. Vogliamo costruire percorsi di mobilitazione per contrastare l’ennesima opposizione gettata sulle nostre teste, continuando a far sentire la voce di difende la propria terra per opporsi alla guerra.

Per questo, mercoledì 29 agosto alle ore 18.30 ci troveremo al Festival NoDalMolin per una prima assemblea. Non saremo soli: con noi, infatti, ci saranno Antonio Mazzeo (giornalista, esperto di temi legati alla militarizzazione e agli armamenti) e Ira Conti (rappresentante del comitato Per Altre Strade del Friuli Venezia Giulia) che contribuiranno a darci strumenti di lettura sulla situazione vicentina.

Base Pluto a Longare, e la dismissione?