Berlino - Keine Räumung der Gerhart-Hauptmann-Schule

3 / 7 / 2014

I tanti giovani italiani che raggiungono Berlino in cerca di fortuna – gli italiani presenti a Berlino in questo momento sono secondi, per numero, solo ai turchi – hanno un punto di riferimento che spicca su tutti: la fermata della metro Görlitzer Bahnof. Di lì si accede a Kreuzberg, lo storico quartiere di frontiera [...] (tra Est e Ovest), noto per l'insediamento massiccio di turchi, studenti e Autonomen.Un tempo, almeno, così era, poi ha colpito duro la gentrification, prezzi delle case alle stelle e strada spianata al business del divertimento (compresa la diffusione smisurata dello spaccio). Tutto vero, ma Kreuzberg tiene duro, nonostante tutto.

Dicevamo Görlitzer Bahnof. Scendendo dalla metro in questi giorni, al posto di Wiener Strasse si incontra Belfast: decine di mezzi della Polizei, uomini e donne in assetto antisommossa a ogni incrocio. Motivo? Lo sgombero della Gerhart-Hauptmann-Schule. Si tratta di una scuola, proprio nel mezzo di Kreuzberg (Ohlauer Strasse), occupata un anno e mezzo fa da 250 rifugiati, mossi dalla pretesa di avere uno spazio dove vivere e dall'esigenza di sfuggire i controlli (lo status di rifugiati gli impedisce di spostarsi da Berlino) e l'indigenza (un voucher per il cibo di 40 euro al mese) loro riservati. Ora i rifugiati sono circa una settantina, ma amministrazione – nel caso di Kreuzberg, il presidente di municipio è dei Grünen – e polizia vogliono cacciarli.

Se non che, Berlino ha deciso di non stare a guardare. Con tutte le contraddizioni, aspre e inevitabili date le condizioni di povertà e sovraffollamento, l'occupazione è diventata un simbolo per tante e tanti, non solo per i gruppi politici attivi sul terreno dell'accoglienza e dell'anti-razzismo. Colpisce il fatto che, in una città dove un'occupazione, sociale o abitativa, supera con difficoltà le tre ore di vita (inesorabile l'intervento repressivo), i rifugiati siano riusciti a resistere oltre un anno. E lo abbiano fatto interloquendo sì con i gruppi politici, ma sviluppando un percorso di auto-organizzazione per molti versi virtuoso. Questi, tra gli altri, sono i motivi che da 8 giorni spingono centinaia di giovani e meno giovani a sostenere l'occupazione e a rallentare lo sgombero, bloccando gli incroci di Ohlauer Strasse e buona parte di Wiener Strasse. Una parte dei rifugiati, infatti, è stata già sgomberata, un'altra parte, invece, ha raggiunto il tetto e, minacciando il suicidio, almeno per il momento ha sospeso l'azione della polizia.

È in corso una sorta di battaglia di nervi, con la Polizei che alterna violenza (stamani gli spray urticanti) a rilassata convivenza con i blocchi messi in campo dai manifestanti. L'esito forse è inevitabile, e capiremo di più nelle prossime ore, ma sicuramente qualcosa di molto importante, e che lascerà il segno, sta scuotendo Berlino.

Maggiori info:

http://fels.nadir.org/de

http://www.avanti-projekt.de/

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