Un ennesimo spazio vuoto e abbandonato a Bologna è stato segnalato e sanzionato oggi pomeriggio dagli attivisti di Làbas e dagli abitanti dei tre appartamenti occupati e riqualificati nel complesso dell'ex caserma Masini attraverso il progetto Crowdhousing.
Dopo
l'edificio della provincia (in gestione Acer)
di via Sant'Isaia
88, anche lo stabile in via Irnerio
53 è stato sanzionato con una la
scritta
"crowdhousing" a simboleggiare proprio la riproducibilità
di percorsi di riappropriazione e di occupazione per rispondere a
un'esigenza abitativa sempre più diffusa e alla quale non viene data
alcuna risposta da parte di enti ed istituzioni.
Làbas
ha iniziato a disegnare la “mappa” degli spazi inutilizzati a
Bologna: buchi
neri che riempiono una città nella quale si contano sette mila
appartamenti sfitti di proprietà pubblica, privata e demaniale.
Làbas lascia l'edificio di via Irnerio 53 con una porta colorata di nero e un grande punto interrogativo disegnato sopra, lanciando alla città una grande domanda: “vogliamo continuare a far finta di niente e lasciare queste proprietà abbandonate al degrado, svenderle, specularci sopra, creare rendita finanziaria, oppure vogliamo riqualificarle, destinarle ad uso sociale e ad uso abitativo proprio in un momento in cui è sempre più difficile pagare gli esosi affitti o continuare a pagare il mutuo? Vogliamo provare ad andare oltre le politiche welfaristiche fallimentari o del tutto assenti delle istituzioni e riutilizzare i tanti spazi vuoti nel territorio con pratiche di cooperazione e riappropriazione?”
Làbas continuerà a tracciare questa “mappa” nella città di Bologna, opponendosi a qualsiasi sgombero e rilanciando invece pratiche di occupazione, riappropriazione e cooperazione sociale proprio come il progetto Crowdhousing.