Bologna – I rifugiati di Villa Aldini in presidio sotto alla Prefettura

22 / 8 / 2014

Questa mattina i rifugiati della struttura di Villa Aldini si sono riuniti in presidio sotto alla Prefettura di Bologna per chiedere spiegazioni rispetto alla comunicazione di dover lasciare il centro di accoglienza. Arrivati a Bologna lo scorso febbraio dopo essere stati recuperati nel Mediterraneo dalle fregate di Mare Nostrum, per mesi hanno atteso di conoscere l’esito della domanda di asilo.

Oggi che per molti di loro è arrivato il diritto di soggiorno per motivi umanitari – la forma di protezione umanitaria riconosciuta solamente dallo Stato italiano della validità di un anno – hanno scoperto di aver perso però il diritto all’accoglienza. Insieme alla risposta della Commissione Asilo hanno ricevuto un foglio con una lista di “servizi utili”, tra cui i dormitori pubblici, le associazioni per senza fissa dimora, Caritas e parrocchie: in altre parole è stato detto loro “Arrangiatevi”!

Vengono da Senegal, Mali, Ghana, Bangladesh, Costa d’Avorio e non solo, hanno affrontato viaggi incedibili per raggiungere l’Italia alla ricerca di una possibilità di futuro. Oggi insieme alla gratitudine per essere stati accolti esprimono però incredulità e preoccupazione: “Vogliono cacciarci per strada? Se ci mandano via dal Centro ci dicano dove dobbiamo andare, senza soldi, lavoro né familiari”. Molti di loro chiariscono durante l’incontro con il Vice-Prefetto che non hanno intenzione di lasciare l’Italia, che vorrebbero cercare lavoro e casa qui a Bologna, dove sono stati inviati in base al piano di accoglienza coordinato dalle Prefetture.

Sul sito del centro sociale Tpo , che insieme ad altre realtà cittadine li sta sostenendo, si legge “Ancora una volta constatiamo l’inconsistenza delle politiche italiane in materia di asilo e immigrazione, improntate a creare allarme e paranoie di invasione per poi rispondere con presunti “Piani Nazionali” costosi ed estemporanei, inutili grandi opere dell’accoglienza che cancellano ogni possibilità di inserimento e radicamento nel territorio di chi cerca in questo paese un futuro alternativo alla miseria e alla guerra. Da Mare Nostrum alla conversione del CIE Mattei in un Hub/Cara, il governo Renzi procede in continuità con i Governi precedenti, attuando un’accoglienza respingente tesa a disperdere sul territorio europeo i migranti che si si trova costretto a salvare a pochi chilometri dalle proprie coste”.

Il Vice Prefetto ha incontrato una delegazione di rifugiati e si è impegnata a cercare soluzioni, specificando tuttavia che il CIE adibito ad Hub/Cara è inteso come struttura di primissima accoglienza atta al transito e allo smistamento delle persone in altre strutture regionali, che sono previsti nuovi arrivi e che ogni soluzione è comunque temporanea. Per fortuna che l’Assessore regionale aveva da poco elogiato il modello di accoglienza emiliano-romagnolo, come per altro non aveva mancato di fare durante l’Emergenza Nord Africa 2011-2013!

Di seguito il comunicato dei rifugiati di Villa Aldini:

Noi siamo i rifugiati di Villa Aldini, venuti dall’Africa. Siamo qui per chiedere asilo
politico. Ci troviamo a Bologna da febbraio 2014. Per arrivare qui abbiamo rischiato la nostra vita, affrontando un viaggio che dal deserto ci ha portato fino in Libia, dove ci siamo imbarcati per raggiungere le coste italiane. Noi siamo in Europa e in Italia, pensando che questi fossero paesi di Diritti: lavoro, casa, accoglienza. 
Ma ora dove sono questi diritti? Adesso abbiamo ottenuto il permesso di soggiorno umanitario, ma in seguito a questo le autorità vorrebbero metterci in strada.

Cosa chiediamo:

*l’accoglienza, che è il primo passo per costruire ed affermare la nostra comune umanità
*la residenza per tutti 
*la revisione del permesso umanitario in asilo politico
*il diritto ad una vita dignitosa: formazione, casa, lavoro
* un supporto a tutte le persone e associazioni di volontariato e solidali.

I Rifugiati di Villa Aldini

Accoglienza degna