Bologna - La polizia carica la piazza antifascista: idranti e lacrimogeni e due fermi

16 / 2 / 2018

Dopo le cariche di questa mattina, piazza Maggiore a Bologna si è riempita di soggettività antifasciste sin dal primo pomeriggio per contestare il comizio del leader di Forza Nuova Roberto Fiore. In serata, nonostante circa cinque mila persone fossero presenti al presidio, le forze dell'ordine sono intervenute con violentissime cariche contro i manifestanti, ricorrendo all'uso di idranti e lacrimogeni per disperdere la folla all'altezza di via Farini. Si sono verificati inoltre due fermi - totalmente arbitrari - poi rilasciati dopo qualche ora.

Due momenti diversi di resistenza antifascista hanno trovato come unica risposta la violenza delle forze dell’ordine che hanno impedito di manifestare contro l’odio e la xenofobia propagandata da Forza Nuova. Il tutto nel silenzio di partiti e istituzioni che in campagna elettorale - se non in rare eccezioni - si guardano bene dal prendere una posizione netta rispetto ai gravi fatti avvenuti nelle ultime settimane.

La piazza antifascista ha resistito anche stavolta con determinazione e si è ricompattata in corteo.

Dopo i fatti di Macerata, le cariche a Pavia e Padova, gli arresti di questa mattina per le contestazioni antifasciste di Piacenza , la situazione che stiamo vivendo sta diventando drammaticamente sempre più chiara: criminalizzare le piazze, delegittimare l’antifascismo, reprimere il dissenso con ogni mezzo per difendere partiti e movimenti dichiaratamente fascisti che dell’odio xenofobo hanno fatto altare e che della violenza squadrista han fatto bandiera.

Se Minniti schiera il proprio esercito per concedere agibilità a terroristi pluricondannati, se l’odio e l’intolleranza in nome di una falsa democrazia diventano routine, se la violenza poliziesca diventa normale gestione dell’ordine, se la legittima resistenza diventa un qualcosa da reprimere allora la piazza e le strade diventano qualcosa da conquistare.

Allontanare e contrastare chi predica odio e lo rende pratica attraverso pestaggi, aggressioni, omicidi e tentate stragi è un dovere, ancora prima di un diritto.

L’inaccettabile lassismo e accondiscendenza istituzionale non fa altro che confermare che le pratiche di resistenza antifascista sono sempre più urgenti e necessarie.

Questo è solo l’inizio.

FUORI IL FASCISMO DALLE NOSTRE CITTÀ.