Bolzano e l’utopia “sinistra”. La città tra stelle alpine e camicie nere.

22 / 6 / 2016

Nel mio ultimo articolo uscito su Globalproject il 2 giugno, intitolato “La “marcetta” su Bolzano e le connivenze politiche con l’estrema destra”,  mettevo in evidenza come buona parte della sinistra istituzionale bolzanina avesse guardato con disincanto l'ascesa dei fascisti di CasaPound, culminata con un abbondante 6% di voti alle scorse elezioni comunali di maggio e ben 3 consiglieri eletti. Dopo la pubblicazione dell'articolo, da più parti, mi sono arrivate critiche, anche feroci, da chi, vedi la sezione bolzanina dell'ANPI, avrebbe dovuto combattere in maniera assidua, e oserei dire più di lotta, un movimento dichiaratamente fascista. Secondo la maggior parte della presunta sinistra cittadina, il neo sindaco Caramaschi sarebbe un alfiere della sinistra, slegato dalle logiche di partito, favorevole ad un'apertura a sinistra (in realtà scomparsa a Bolzano, quindi non si capisce di che apertura si tratti), saldamente ancorato ai valori dell'antifascismo. Avevo fatto sommessamente notare, senza la presunzione di essere un politologo, che la tanto millantata sinistra di Caramaschi cozzava contro l'apparentamento a liste civiche di centro destra (Lista Caramaschi) e una serie di dichiarazioni da sindaco sceriffo da far rabbrividire anche i più moderati.

E purtroppo la vera natura del nuovo governo cittadino è uscita proprio in questi giorni, prima con l’inequivocabile dichiarazione del vicesindaco SVP Christoph Baur "Voglio capire la ragione del loro successo nei quartieri (successo di CasaPound) e, perché no, parlare anche con i loro consiglieri. E scambiarci impressioni" poi con le successive parole del sindaco che esclude “qualunque preclusione istituzionale nei confronti di CasaPound. Sono stati eletti, sono in Consiglio, dunque, perché escluderli a priori?". Apertura, nemmeno tanto velata, ad una possibile presidenza di una commissione per i fascisti del Terzo Millennio.

Al di là dei salti pindarici per smentire, solo in parte, le dichiarazioni, è oramai palese la linea dei due principali partiti che siedono in Consiglio comunale: la Stella Alpina, in costante spostamento verso destra, rincorre i partiti xenofobi tedeschi (in particolare il Suedtiroler Freiheit) sperando di recuperare i consensi persi in concomitanza con l'uscita di scena di Louis Durnwalder, Presidente della Provincia di Bolzano per ben 25 anni, e plenipotenziario SVP; parimenti, il PD, sulla falsariga del renzismo nazionale, rincorre ideologie securitarie perdendo pezzi di una sinistra sempre più frammentata e in atavico conflitto.

Mi prendo la briga allora di spiegare due cose al neo sindaco Caramaschi, senza la presunzione di volersi sedere nello scranno più alto, con la sola consapevolezza che la Costituzione italiana, che un sindaco ha l'obbligo di seguire e di ammirare, è una Carta per sua natura antifascista nata da chi il fascismo lo ha combattuto con il proprio corpo. CasaPound è un movimento dichiaratamente fascista e, proprio per questo, non avrebbe nemmeno potuto presentarsi alle elezioni comunali; inutile quindi trincerarsi dietro la logica del "Sono stati eletti quindi non possono essere esclusi", molto meglio sarebbe prendere una posizione netta e chiara di chiusura totale verso personaggi che hanno ben poco da spartire con la vita politica democratica e antifascista. Vadano, il Sindaco e il suo vice, a parlare con le decine di vittime di pestaggi da parte dei neofascisti, poi ci penserebbero due volte a sdoganare un movimento xenofobo e razzista.

Prendano esempio dalle ultime elezioni amministrative nazionali dove il centro-centro-sinistra ha sempre perso correndo dietro a temi tanto cari alla destra (lampante l'esempio di Torino) o, meglio ancora, dallo zapatismo napoletano del sindaco De Magistris capace, in pochi anni, di riportare cultura e spazi sociali al centro di una città che oggi vive un vero e proprio "Rinascimento rivoluzionario". 

I valori antifascisti non si mettono in piazza un giorno sì e uno no, un tanto al chilo, per prendere una manciata di voti, ma vanno coltivati all’interno di aggregazioni sociali per togliere ogni spazio di agibilità a nostalgici violenti e razzisti. Tutto il resto, caro Sindaco e caro vice, è noia!