Intervista a Alfonso Di Stefano, Rete antirazzista catanese.
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Dopo lo sbarco della mattinata, i migranti, 128 tra cui quasi la metà minori, sono stati dirottati al "PalaNitta", un impianto sportivo nel rione di Librino, Catania, dove la guardia di Finanza sta procedendo all’identificazione degli stessi.
Se in un primo momento sembrava fossero immediatamente
destinati al rimpatrio, questa nuova tappa, serve alle aturità locali
per procedere all’identificazione. Secondo la Guardia di finanza solo 10
sarebbero i minori anche se secondo gli avvocati e le associazioni
accorse sarebbero molti di più. E non è un caso che ad Acnur e Save he Children venga inibito l’accesso alla struttura.
Il presidio della rete anti razzista catanese, giunta sul luogo dopo
aver "scoperto" a fatica dove sarebbero stati portati i migranti
successivamente alllo sbarco ed alle cariche della scorsa notte sul
molo, ha tentato di comunicare con l’interno del PalaNitta per fornire
in diverse lingue i numeri ed i nomi degli avvocati utili a seguire le
procedure di richiesta d’asilo. La risposta è stata una carica delle
forze dell’ordine con due contusi tra i manifestanti.
La cosa più grave è la violazione
in corso delle procedure per la richiesta della protezione
internazionale che emerge dalle stesse dichiarazioni dell guardia di
Finanza.
Le fiamme gialle infatti sostengono che i migranti avrebbero "dichiarato di essere palestinesi per potere chiedere asilo politico”, ed invece “noi siamo convinti che si tratti di egiziani”. Ma la
competenza a rilevare la nazionalità e l’età di chi abbia presentato
richiesta d’asilo non può che essere della Commissione territoriale, non quindi campo di intervento della guardia di Finanza.
grave anche che non venga concesso l’ingresso ad Acnur e Save The Children.
Dal presidio intanto i manifestatanti fanno sapere che non lasceranno eseguire il rimpatrio forzato dei migranti senza che sia loro garantito di accedere alle procedure d’asilo.