Che se fà frà? C'est ne q'un debut, continuons le combat!

Utente: franapoli
26 / 5 / 2015

E' difficile prendere parola a fine anno politico e scolastico.
Proviamo però ad analizzare la fase, per capire qual è lo stato dell'arte della scuola italiana, per costruire un discorso che guardi al prossimo autunno di mobilitazione.
Nell'ultimo mese abbiamo vissuto, sulla nostra pelle, la svolta autoritaristica dei presidi ancor prima della definitiva approvazione della Buona Scuola.

I dirigenti delle scuole napoletane hanno fatto proprie le attitudini da sceriffo, in seguito al massivo boicottaggio delle prove INVALSI, con il silente consenso di chi lo scorso 5 Maggio ha bloccato le scuole nel giorno dello sciopero dei confederali.

Come abbiamo già scritto leggiamo il colpevole ritardo di mobilitazione dei sindacati confederali, come un tentativo autoreferenziale di autorappresentazione di una base politica che negli intenti si oppone all'impianto della Buona Scuola, ma che nei fatti non prende parola di fronte all'enorme attacco repressivo subito da chi ha boicottato le prove INVALSI; anzi: prende parola contro le legittime occupazioni dello scorso autunno.

I sindacati di categoria di fronte all'atteggiamento autoritario di un governo che rifiuta i tavoli di concertazione, hanno svestito i panni della “rivolta”, lasciando passare la riforma in parlamento senza mettere in campo il rapporto di forze che, in teoria, potrebbe realmente mettere in ginocchio il ministero.
Ricordiamo però le tessere della CGIL bruciate a piazza del Popolo.
Mettere a valore le relazioni tra il movimento studentesco e quello dei professori diventa quasi necessario, di fronte all'atteggiamento fascista del governo Renzi.

Da questo dato, nonostante l'ormai imminente approvazione della Buona Scuola in parlamento dobbiamo ripartire il prossimo autunno: aggredire lo spazio politico aperto dallo sciopero del 5 Maggio, con le nostre rivendicazioni, le nostre parole d'ordine, il nostro modello di scuola.

Era proprio questo l'intento delle studentesse e degli studenti che lo scorso 11 Maggio hanno provato ad occupare simbolicamente il liceo G.B. Vico, cercando prima un dialogo con il corpo docente. 
Dopo un confronto schietto con un gruppo di docenti, interessati a condividere pratiche di lotta per il boicottaggio delle INVALSI, nel quale si è evinta l'eventuale dissociazione dei professori in caso di occupazione, gli studenti e le studentesse hanno scelto di non spaccare prematuramente quel fronte di opposizione alla Buona Scuola così faticosamente costruito.

Gli attivisti del collettivo hanno scelto di praticare resistenza passiva ai tentativi di sgombero dei locali della scuola, regolarmente aperta per le attività pomeridiane, ad opera del personale ATA dietro indicazione del dirigente. Dopo aver definitivamente abbandonato i locali della scuola due volanti, una dei CC ed una della PS, hanno raggiunto l'edificio per effettuare un controllo ulteriore all'interno dell'istituto.

All'indomani, giorno della somministrazione dei test, circa 20 agenti presidiavano l'ingresso della scuola, per scoraggiare eventuali tentativi di blocco all'entrata da parte degli attivisti e le attiviste del collettivo. Tentativo, questo della preside, rivelatosi inutile, data l'affluenza di soli 4 studenti delle classi seconde ed il relativo boicottaggio dei test.

Nei giorni successivi la dirigenza ha architettatto un vero e proprio teorema per punire 5 studenti del collettivo ed educare tutti gli altri all'obbedienza acritica e al disimpegno politico.
Leggiamo con preoccupazione questo vile attacco alla libertà d'espressione per mezzo di un vero e proprio processo alle intenzioni, costruito andando del tutto in deroga al regolamento d'istituto che tutela la libertà d'espressione delle studentesse e degli studenti.
In questa scuola, e soprattutto in quella che attraverseranno le future generazioni di studentesse e studenti, rivendichiamo il diritto alla disobbedienza come ultimo baluardo a difesa della scuola pubblica del tutto svuotata, precarizzata, aziendalizzata.

Non faremo un passo indietro! La repressione, in qualsiasi forma, non farà arretrare il movimento studentesco. Le oltre 200 denunce, come le sospensioni al liceo Vico, rappresentano l'isterico ed autoritario tentativo di reprimere il dissenso, ad opera di un governo che in barba all'evidente opposizione dei segmenti sociali che vivono fattivamente la scuola italiana, nei prossimi giorni approverà definitivamente la Buona Scuola.

Ci vediamo nelle piazze, nelle scuole, nelle aule il prossimo autunno. 
A difesa di quel che resta della Scuola Pubblica. 
Contro la Buona Scuola, contro il Jobs Act, contro lo Sblocca Italia. 
Non moriremo in silenzio, precari ed inquinati.

A tutti i professori che sono scesi in piazza lo scorso 5 Maggio diremo:
Che se fa frà?! C'est ne qu'un debut; continuons le combat