Commento sul 14F - Manifestazione in solidarietà al popolo greco

Comunicato dei Centri Sociali del Nord Est

17 / 2 / 2015

La giornata di mobilitazione che ha attraversato le strade di Roma il 14 febbraio ci ha visto partecipi. Non nascondiamo alcune perplessità che nei giorni immediatamente precedenti la scadenza hanno animato un complesso dibattito all’interno delle nostre assemblee. Proprio la discussione scaturita in quest’occasione ci ha portato a formulare, tuttavia, alcune considerazioni che forse possono aiutare a orientarci in questa fase politica certamente molto complessa.

La piazza romana si colloca in una fase delicatissima, all’interno della quale il dibattito politico in questo Paese evidenzia una pochezza senza precedenti, con l’Isis che bussa alle porte di Lampedusa e l’estrema destra pronta a far germogliare il seme dell’odio, dell’intolleranza e della paura. Per questa ragione va riconosciuto a chi ha convocato la manifestazione di aver palesato in modo chiaro una discontinuità rispetto a tutto questo e soprattutto delle parole d’ordine chiare di sfida alla troika ed alle politiche di austerità. Detto questo non possiamo non constatare una serie importante di limiti che abbiamo riscontrato nella giornata romana del 14.

La piazza che abbiamo visto a Roma, con le sue presenze e soprattutto con le sue assenze, ci restituisce una fotografia molto chiara della fase politica che stiamo attraversando. Diciamolo senza fraintendimenti Roma e Atene sono distanti anni luce in questo momento e il Colosseo, non ce ne vogliano gli appassionati di arte, non è neppure parente lontano di piazza Syntagma. Diecimila persone, in gran parte composte da ceto politico, sono insufficienti per costruire un’opzione politica all’altezza della fase. Ma all’interno di quella giornata, ed è quello che ci compete e interessa, c’è chi ha voluto osare, giocandosi una scommessa importante.  Lo spezzone dei movimenti, che abbiamo animato come centri sociali insieme a diversi migranti ed occupanti di case, ha voluto rappresentare in quella piazza un punto di vista diverso, portando direttamente il dissenso alla troika e la solidarietà al popolo greco sotto la sede dell’Unione Europea in Italia. Questo palazzo, terminale ultimo dell’Unione economica e monetaria, rappresenta, non solo simbolicamente, la concretezza di quelle politiche di austerity che riducono in povertà milioni di persone. Averlo annunciato fin dall’inizio del corteo e spiegato pubblicamente in maniera lineare ci ha permesso di rendere questa azione praticabile a tant*, che con convinzione hanno accettato l’invito lanciato dal nostro sound system di proseguire con il corteo verso p.zza Venezia  e da lì verso via Tre Novembre, sede dell’Unione Europea, nonostante la mancanza di autorizzazioni.

Siamo convinti che la scelta di essere stati presenti il 14 febbraio a Roma è stata corretta, giusta, soprattutto sul piano etico: ribadire e manifestare tutta la nostra solidarietà al popolo greco, un popolo che sta pagando sulla sua pelle le scellerate politiche di austerity. Il motivo che ci ha spinto, invece, a essere eccedenza dentro a quella giornata è la convinzione che la “resistenza” si costruisce nelle lotte, nelle centinaia di migliaia di persone che in Europa attraverso le mobilitazioni e nei progetti di mutualismo che ogni giorno costruiscono, disegnando un’altra Europa: un’Europa che parla di diritti e che mette le persone davanti alle logiche economiche e finanziarie; un’Europa che ritroveremo nelle strade a Francoforte il 18 Marzo rispondendo all’appello della coalizione Blockupy; un’Europa che in tanti e tante, anche dall’Italia, andremo a contestare in occasione, proprio il 18 marzo, dell’inaugurazione del nuovissimo e costosissimo grattacielo nuova sede della BCE, simbolo anch’esso, insieme al palazzo sanzionato sabato scorso, della tracotanza con la quale la finanza vuole imporre le proprie ricette sulla pelle di milioni di persone.

Centri Sociali del Nord Est