Comune di Novi, ansia da prestazione

21 / 8 / 2012

Il PD novese continua a distinguersi. Dopo aver consumato la lingua nei comunicati di solidarietà ai Riva, l’ansiogena amministrazione ha fretta di veder partire i lavori del terzo valico. Mentre praticamente tutti i comuni coinvolti dai lavori vedono l’opera come una indesiderabile patata  bollente, Novi rilancia annunciando l’inizio delle progettazioni, scegliendo il torpore di agosto per mettere in atto tattiche evidentemente decise ben prima. Questa volta è il turno degli studi di fattibilità per le opere compensative. Stando ben attenti che non siano nominate le parole “Terzo valico” la grancassa di regime ci avverte che sono partiti i lavori per sottopassi, tangenzialine, rotonde, ricchi premi e cotillon. Ci informano che i lavori sono stati “assegnati” alla ditta CTM srl di Orbassano e che RFI ha stanziato per questi monitoraggi 3 milioni di euro.

Alcune considerazioni in merito:

È piuttosto evidente che con una mano si smantella il trasporto pubblico locale, mettendo in difficoltà i pendolari che vedono tagliate tratte importanti come la Ovada – Alessandria e la Novi – Tortona, e con l’altra mano si elargiscono ingenti fondi delle ferrovie per un progetto che con la ferrovia non ha molto a che fare, anzi agevola il traffico dei camion tra Novi e Pozzolo.

I lavori sono stati “assegnati nei giorni scorsi”. Quindi un affidamento diretto, senza gara d’appalto, di 3 milioni di euro? Il sito che riporta le veline di palazzo non ci fornisce elementi. Non era intenzione del comune, quindi del PD, affrontare l’iter del terzo valico con assoluta trasparenza, vaneggiando di osservatori, tavoli tecnici e quant’altro? Se andiamo a spulciare l’albo pretorio del comune, cosa che solitamente un cittadino non fa, troviamo una delibera di 15 giorni fa che attribuisce i lavori alla suddetta ditta. Nessuna gara d’appalto, perché spezzettando i lavori in diverse tranche si è evitato di superare il limite dei 40.000 euro imposto dalla legge per le gare pubbliche. Su invito del Comune di Novi la ditta ha formulato un’offerta che è stata accettata.

Come si è arrivati a scegliere questa ditta? La risposta non è chiara ma si possono fare alcune affermazioni sicure: dal portafoglio lavori si legge che non sono stati effettuati lavori prima d’ora in territorio novese, quindi non erano già conosciuti. Evidentemente sono stati “consigliati” da qualcuno. Da chi? Qui la scelta si fa ampia: da Italferr, che in passato ha appaltato loro diversi lavori? O forse dal signor Persegona, visto che la Praga Holding si è rivolta alla CTM per la progettazione del retail park a Serravalle Scrivia. La realtà più probabile è che questi lavori siano stati “blindati”, ovvero fosse già deciso dalla committenza chi doveva svolgerli, esautorando l’ente comunale che avrebbe dovuto farlo, magari privilegiando le imprese locali per onorare le tante vane promesse di ricadute occupazionali fatte negli ultimi mesi.

Comunque sia andata, una gara d’appalto pubblica non poteva che far del bene, perché i soldi che vengono utilizzati per la realizzazione di queste opere, piaccia o no, sono nostri, sia che li metta il Comune di Novi, RFI o qualunque altro ente pubblico. Il meccanismo degli “inviti” e delle “offerte private” non permette certo al pubblico di risparmiare come in una gara d’appalto.

Bisogna fare molta attenzione quando si invitano ditte che non si conoscono a lavorare sul proprio territorio, specialmente quando c’è qualcuno pronto a fare il pedigree alle suddette. Sarà un caso ma l’azienda in questione viene da quell’hinterland torinese sconvolto dalle inchieste degli ultimi due anni sulla ‘ndrangheta nell’edilizia. Orbassano era il paese di Giuseppe Catalano, boss della ‘ndrangheta che possedeva con il fratello un bar a Torino. Lì si svolgevano abitualmente, in campagna elettorale, incontri con i politici locali che ambivano ad avere i voti dei calabresi. In quel bar nel 2009 il sindaco di Rivarolo Canavese, il piemontesissimo Fabrizio Bertot prometteva a quei gentiluomini gli appalti del Terzo Valico in cambio di voti. A ciò è seguito, nel maggio di quest’anno, lo scioglimento del consiglio comunale di Rivarolo per infiltrazioni mafiose. A quella tavolata di imprenditori edili era seduto anche Giovanni Iaria, ex politico, imprenditore, ma soprattutto un padrino della ‘ndrangheta. Dalle carte dell’operazione Minotauro del 2010, che portò in carcere 150 persone, si legge che a casa di quest’ultimo si organizzavano cene con la partecipazione di imprenditori del luogo, anche di un dipendente della Sitaf, la concessionaria autostradale della Valsusa. La CTM ha lavorato molto anche per questi ultimi, tra Bardonecchia, Salbertrand, Chiomonte, a due passi dal famoso cantiere della TAV Torino-Lione, realizzato da una ditta, la Italcoge, in cui Iaria si era fatto assumere come dipendente.

Nessuna accusa, sia chiaro, solo dati chiari e circostanziati, ma che non sentenziano nulla, perché è difficile scrivere la verità quando i palazzi sono impenetrabili. Ma si sono posti questi interrogativi gli amministratori che hanno affidato direttamente i lavori a ditte che non conoscevano? Conoscono le persone e i gruppi imprenditoriali “indesiderabili”, in caso qualche “persona fidata” le consigliasse? Perché di imprese entrate in indagini delicate ce ne sono molte, i certificati antimafia si possono aggirare facilmente, e la giustizia oggigiorno non è così solerte a sequestrare ditte mafiose come vogliono far credere i comunicati del ministero. Per di più dall’anno scorso la politica novese tutta, ma proprio tutta, si è mostrata molto poco ricettiva su questo tema, applicando la buona norma politica che i problemi si risolvono ignorandoli.

Sui giochi di potere dietro l’alta velocità ognuno trae la propria opinione. Chi pensa che si faccia del semplice allarmismo sappia che è necessario mettere nero su bianco ciò che puzza, a partire dalla censura che tutti i media hanno messo in atto l’anno scorso quando Alessandria in Movimento ha pubblicato un’inchiesta che svelava gli affari degli ‘ndranghetisti arrestati a giugno 2011 in provincia di Alessandria. In quel lavoro, che potete trovare qui, leggerete per esempio come per la realizzazione del retail park di Serravalle, i cui studi preliminari sono stati curati dalla CTM, come detto sopra, la società Praga Holding ha preferito affidarsi ad una ditta, la R.G. Costruzioni, il cui titolare è tra gli arrestati per appartenenza alla ‘ndrangheta. Attualmente è libero in attesa di giudizio, la richiesta è di 5 anni e 4 mesi. E data la mole di lavori, anche pubblici, che aveva effettuato a Novi e in provincia negli ultimi anni, siamo convinti che se non si fosse rotto quel giochetto, a breve avrebbero partecipato anche loro alla grande mangiatoia del Terzo valico. Se non loro, lo farà qualcun altro della stessa forza. Sia chiaro a tutti che finché non sarà reso trasparente il meccanismo con cui i lavori vengono assegnati, l’appetito di queste organizzazioni riuscirà sempre ad essere soddisfatto, con o senza il benestare delle amministrazioni locali.

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