“E’
la storia di un tizio che cade da un palazzo di cinquanta piani.
Il tizio per farsi coraggio ad ogni piano si ripete…
“Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene…”
L’importante non è la caduta…
ma l’atterraggio”
Dal film “L’Odio”, M.Kassovitz, 1995
Pochi giorni fa il processo “Bassolino-Impregilo” è
arrivato a conclusione. Dopo le prescrizioni arrivate già diversi mesi fa,
segno inequivocabile dell’inadeguatezza degli strumenti giudiziari in materia
di contrasto alle ecomafie, sono arrivate le assoluzioni. Tutti assolti,
Bassolino ed i suoi sodali, Piergiorgio Romiti e tutti i manager della
Fibe-Impregilo. Per la giustizia italiana è come se il massacro di un
territorio effettuato per mezzo della cattiva e criminale gestione del ciclo
dei rifiuti non fosse mai avvenuto. E’ come se le ecoballe non a norma di
Taverna del Re non le avesse fatte nessuno. E’ come se l’inceneritore di Acerra
che vomita diossina a nord di Napoli non l’avesse costruito nessuno. Quel
nessuno si chiama Impregilo e non aveva nemmeno i requisiti per vincere
l’appalto.
Antonio Bassolino si è immediatamente sentito ringalluzzito ed ha cominciato a
dispensare, sulla stampa locale, “consigli” sullo smaltimento dei rifiuti
riproponendo la sua ricetta fatta di discariche ed inceneritori come la panacea
di tutti i mali. D’altronde anche l’attuale giunta regionale di centro destra
guidata da Stefano Caldoro non ha fatto altro che ripercorrere la strada tracciata
da Antonio Bassolino.
Sembrerebbe tutto un brutto sogno.
Invece non lo è.
Ma se Antonio Bassolino è stato assolto dalla giustizia è la storia che lo ha
condannato.
Di quella giustizia dispensata nei tribunali non sappiamo che farcene.
E’ la stessa giustizia che ci inchioda ancora nelle sue aule per le nostre
lotte e che invece mette a piede libero i responsabili politici, economici ed
etici del disastro ambientale e sanitario in Campania.
Ma visto che la memoria collettiva è sempre corta crediamo sia doveroso per noi
dare un piccolo contributo alla storicizzazione di una fase storico-politica
particolarmente importante per la nostra città e la nostra regione. Siamo stati
protagonisti di diversi cicli di lotta e questo ci dà la possibilità di
ricordare. Di ricordare bene.
E noi ricordiamo bene… l’emergenza rifiuti a Napoli ed in Campania ai tempi del
commissariato straordinario che spendeva decine di milioni di euro pubblici in
spese folli e senza senso; uno Stato che affidava alla camorra la gestione del
movimento terra e del trasporto dei rifiuti; una città immersa nella monnezza
fino ai primi piani dei palazzi, umiliata agli occhi del mondo; una discarica,
quella di Pianura che per 30 anni aveva ingoiato i veleni d’Italia che
Bassolino & C. volevano riaprire; un’altra discarica, quella di Chiaiano
aperta con la complicità della curia all’interno di un parco naturale e fatta
gestire da ditte che si sono poi rivelate in odore di camorra. Ricordiamo bene…
il primo grande esperimento di larghe intese quelle tra Antonio Bassolino e
Silvio Berlusconi nate proprio sulla gestione dei rifiuti; l’Agenzia Regionale
per l’Ambiente della Campania usata come un “consulentificio” da Clemente
Mastella e da sua moglie Sandra Lonardo alleata di Bassolino; dei “pizzini” con
i nomi dei raccomandati ed i loro padrini tra i politici regionali; di un
sistema sanitario indebitato e portato al collasso da direttori delle Asl
prodighi di spese folli e nominati dalla politica. E ci ricordiamo anche quel
famoso consulente di cui l’ex governatore non sapeva …”nemmeno chi era”… ovvero
Umberto Arena divenuto poi consulente di Caldoro per il piano rifiuti. Ci
ricordiamo le botte prese nelle piazze di cui Antonio Bassolino era mandante
politico. Ci ricordiamo le accuse di essere “camorristi” o “sparute minoranze”
quando le piazze erano piene di migliaia di persone. Caro Antonio Bassolino a
casa ti abbiamo mandato anche noi, insieme ai movimenti sociali di questa
città. Per noi resti uno zombie.
E’ paradossale che tutto questo avvenga proprio quando un nuovo e straordinario
movimento sta invadendo le strade della Campania come un…#fiumeinpeina.
Il movimento Stop Biocidio è oggi una straordinaria realtà. Un movimento nuovo,
diverso dai cicli di lotta dei movimento contro discariche ed inceneritori. Un
movimento a cui abbiamo contribuito dapprima con le nostre battaglie su
bonifiche, risanamento, diritto alla salute, protezione dell’agricoltura sana,
e poi in termini politici con la nascita della coalizione sociale Stop Biocidio
che ha visto il nostro percorso intrecciarsi con quello del Coordinamento
Comitati Fuochi e quello dei Cittadini Campani per un piano alternativo dei
rifiuti. La coalizione Stop Biocidio ha lavorato con passione e vigore sui
territori rendendo possibile l’appuntamento del 16 novembre prossimo. Bonifiche
del territorio senza leggi da stato d’emergenza, uso delle coltivazioni no food
non idonee alle biomasse come strumento di bonifica dei terreni, controllo
popolare sulle bonifiche, analisi tossicologiche gratuite per tutti e tutte,
potenziamento del sistema sanitario in materia di prevenzione e cura dei
tumori, protezione dell’agricoltura sana, no all’inceneritore né a Giugliano né
altrove e no al piano rifiuti della giunta Caldoro … che poi è lo stesso di
quello della giunta Bassolino.
Rivendicazioni che da un lato, danno a questo movimento la presenza di radici
nella storia delle lotte in difesa della salute e dell’ambiente in Campania,
dall’altro ci danno la dimensione di una consapevolezza nuova che viviamo sui
nostri territori.
Ed è proprio sui nostri territori che stiamo preparando non solo la
partecipazione alla manifestazione del 16 novembre ma anche l’avvio di un
percorso di lotta territoriale. Il prossimo 9 novembre sarà per noi una
giornata di mobilitazione generale con due manifestazioni una la mattina a
Marano con partenza dalle ore 9:00 da Piazza della Pace e l’altra il pomeriggio
a Mugnano con partenza alle ore 17:00 da Piazza Cesare Pavese.
Il 16 novembre saremo in piazza nel #fiumeinpiena e siamo certi che respireremo
a pieni polmoni l’aria fresca di un nuovo movimento dal basso. Saremo in piazza
portando le gigantografie dei responsabili del biocidio in Campania. I loro
volti, a cominciare da quello di Antonio Bassolino sfileranno nel corteo con la
scritta “colpevole di biocidio”.
Dei politici di ieri, come è evidente ci ricordiamo bene. Ma teniamo ben
presente anche che “la terra dei fuochi” adesso va di moda e molti politici
sgomitano per far passerella sulla devastazione della nostra terra, sulle morti
e sulla miseria. Cari amministratori locali, cari politicanti di mestiere, cari
aspiranti leader democratici, il 16 novembre statevene a casa perché la
passerella non la permetteremo a nessuno. Pretendiamo invece, come tutto il
#fiumeinpiena, l’apertura di un tavolo vertenziale tra il movimento ed i
ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura. Un tavolo in cui il
nostro obiettivo è trasformare le proposte dei movimenti in soluzioni. Senza
mediazioni.
La memoria è un ingranaggio collettivo.
Ed è proprio nella memoria che bisogna attingere per avere la piena
consapevolezza del presente e del futuro.
Camminiamo sulla testa dei Re !
Rete Commons