Dieci storie ultraolimpiche

14 / 8 / 2012

C'è Ruben, lo schermidore venezuelano a cui Chávez ha regalato una copia della spada di Bolivar, la triplista cubana Yamile che si allenava col coach baby sitter del pupo e c'è Karen, atleta sudafricana che ha detto così: «Sono un arciere, non troppo giovane e sono lesbica» L'era delle prime Social olympics, con Obama che scrive a Phelps firmandosi «BO»

Dall'alto Yamile Aldama, cubana, poi sudanese, infine inglese.40 anni, triplista. Quandoil marito inglese finì in prigione, le tolsero il welfare.Qieyang Shenjie, tibetana partecipa ai Giochi sotto la bandiera cinese. Recita preghiere buddiste prima delle gare ma è iscritta la partito comunista cinese;Karen Hultzer, sudafricana, 46 anni, al torneo di arcoha scelto il coming out GLI alTRI Anthony Ervin, nuotatore sudafricano poi tatuatore, chitarrista, appassionato di marijuanae Lsd, aspirante suicida; Ratko Rudic, il santonedella pallanuoto con quattro medaglie e tre nazionali;Lin Dan, cinese, campione di badminton, oro a Londra, difende le atlete cinesi, coreane e indonesiane che avevano giocato a perdere paragonandole al campionato di calcio europeo INVIATO A LONDRANonostante tutto, ecco i nostri dieci buoni motivi per amare le Olimpiadi di Londra e le sue piccole grandi storie.1) Qieyang Shenjie, la prima atleta tibetana della storia a partecipare ai giochi sebbene sotto i colori della Cina. Non solo a partecipare, pure a vincere una medaglia, quella di bronzo nella 20 km di marcia. Il suo vero nome è Choeyang Kyi (in tibetano significa sole), è una ragazza di 21 figlia di una famiglia di pastori della provincia di Qinghai.Dopo la cerimonia di premiazione sabato, è stata travolta dalle domande sul significato politico del suo successo con i giornalisti cinesi che le dicevano in tono vagamente provocatorio, dai cantaci una canzone tibetana. Lei ha confessato di aver recitato una preghiera buddista prima della corsa ma anche di essere iscritta al Partito comunista cinese, cosa che le ha attirato non poche critiche sul suo blog. Ha aggiunto di aver sentito le grida di incoraggiamento dei dissidenti tibetani assiepati lungo il percorso, a pochi passi dai tifosi cinesi. Gridavano entrambi la stessa cosa in due lingue diverse. «Gyuk!». «Jia You!». Dai forza, non mollare. Ognuno con la propria bandiera, ignorandosi amabilmente.2) Ruben Limardo, lo schermidore venezuelano che ha vinto la medaglia d'oro nella spada e poi l'ha portata in giro in metropolitana facendo cantare a interi vagoni della tube vecchie canzoni popolari del suo paese. Hugo Chavez gli ha regalato pure una vecchia spada appartenuta a Simon Bolivar. Ma era solo una replica.3) Karen Hultzer, sudafricana, 46 anni, ex giocatrice di squash, hockey, softball, equitazione, vela. A Londra ha partecipato al torneo di arco, è stata eliminata dall'italiana Pia Lionetti nei 32esimi di finale e ha fatto coming out. «Sono un arciere, non più troppo giovane e sono lesbica. Ma sono anche facilmente irritabile la mattina quando mi sveglio prima di bere il caffè. Nessuna di queste cose definisce chi sono, fanno semplicemente parte di me. Mi ritengo fortunata perché non ho dovuto soffrire il livello di discriminazione e violenza che le lesbiche nere subiscono in Sudafrica. Attendo con ansia il momento in cui l'orientamento sessuale delle persone non sarà più un argomento di discussione, al pari del mio colore degli occhi o del mio sushi preferito».La comunità Lgbt ha sottolineato come le Olimpiadi di Londra siano state assolutamente inclusive nei confronti degli omosessuali (c'era la London Pride House e molti volontari avevano la spilletta dell'arcobaleno) ma hanno espresso anche il timore che i prossimi giochi invernali di Sochi, in Russia, non dimostreranno la stessa tolleranza. Per decisione di un tribunale, alle Olimpiadi del 2014 non ci sarà nessuna Pride House.4) Anthony Ervin, il primo nuotatore afroamericano dodici anni fa ai giochi di Sydney, dove giovanissimo vinse l'oro nei 50 e il bronzo con la staffetta 4per100. Poi decise che voleva fare altro nella vita, lo studente bohemien con la passione per marijuana e Lsd, il tatuatore, il chitarrista dei Weapons of Mass Destruction, l'aspirante suicida, il maestro sufi, il monaco buddista, l'insegnante di nuoto per bambini. A 31 anni ha deciso di tornare a fare l'atleta, si è qualificato per i giochi e ha chiuso al quinto posto la finale dei 50. Madre ebrea, padre per metà africano per metà nativo americano, Ervin ha detto di essersi sentito a Londra un personaggio shakespeariano.«Come Prospero ne La Tempesta torna a Milano da dove era stato esiliato per volontà del fratello Antonio, così io torno a immergermi nel mondo liquido dei giochi. Questa è la mia personale redenzione». La sua medaglia d'oro di Sydney non ce l'ha più, l'ha messa all'asta sue eBay nel 2004 raccogliendo 17mila dollari per le vittime dello tsunami dell'Oceano indiano.5) Yamile Aldama, triplista, 40 anni. Cubana di origine, poi sudanese, infine inglese. Bersaglio numero uno della campagna del Daily Mail contro i Plastic Brit, I britannici di plastica, quegli atleti che hanno ottenuto il passaporto inglese dopo aver gareggiato per altri paesi.Lei vive in Inghilterra dal 2001, quando sposò un produttore televisivo scozzese, ebbe un figlio e chiese la cittadinanza. Il marito però finisce in carcere per spaccio internazionale e la sua richiesta viene stoppata. Le tolgono il welfare, è costretta ad allenarsi col coach che tiene in braccio il piccoletto, nel 2004 il Sudan le offre la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Atene e lei accetta. L'anno scorso, dopo aver scontato 7 anni, il marito esce di prigione e lei finalmente ottiene la cittadinanza inglese ma i tabloid la prendono di mira. Il Guardian le ha offerto una rubrica durante i giochi nella quale ha raccontato splendori e miserie della sua carriera di atleta. Nella finale del salto è arrivata quinta. Il Daily Mail si è parzialmente dimenticato di lei per celebrare il doppio trionfo olimpico di Mo Farah, il campione dei 5000 e dei 10000 nato a Mogadiscio ed emigrato in Inghilterra quando aveva 8 anni.6) Oscar Pistorius, ultimo nella semifinale dei 400 metri e penultimo nella finale della staffetta della 4per 400, ma felice e leggero sull'ottovolante delle sue emozioni olimpiche. A tutti quelli che gli chiedevano come si sentisse un disabile a partecipare ai giochi dei normodotati, ha risposto così. «La mattina quando ci svegliavamo con mio fratello, nostra madre ci diceva: 'Carl tu mettiti le scarpe, Oscar tu mettiti le protesi...'. Dunque sono cresciuto pensando non di avere una forma di disabilità ma semplicemente delle scarpe diverse da quelle degli altri».7) Ratko Rudic, il santone della pallanuoto mondiale. Quattro medaglie d'oro con tre nazionali diverse, ultima la sua Croazia che domenica ha battuto in finale il Settebello azzurro che un tempo era roba sua. Si sa quanto I croati rivestano di nazionalismo ogni successo sportivo, infatti dopo la partita il primo ministro Zoran Milanovic si è presentato negli spogliatoi per congratularsi coi giocatori e prendersi la scena. Rudic gli è andato incontro e gli ha detto. «Caro ministro, è ora che il suo governo cambi politica nei confronti dello sport e cominci a investire seriamente in questi ragazzi. Ci avete fatto allenare per due mesi in condizioni ridicole, costringendoci a cambiare albergo tre volte perche' non c'era un soldo. E ora lei viene qui a festeggiare». Quello visibilmente imbarazzato ha promesso che le cose cambieranno. E Rudic. «Si tanto le conosciamo bene le promesse dei politici...».8) L'incontro tra Paul Weller e Bradley Wiggins dopo la vittoria olimpica del ciclista Mod cresciuto col culto dei Jam. «È sempre bello quando un inglese vince qualcosa - gli ha detto Weller - sei forte Brad, il re del ciclismo, giusto? Sono contento di aver ispirato un fellow stylist come te». Wiggo voleva piangere dalla felicità, si è ubriacato tutta la notte ed è ricomparso qualche giorno dopo in tribuna al velodromo con un taglio spiccicato a quello del Modfather e un cardigan Fred Perry da urlo.9) Lin Dan, il campione cinese di badminton, oro a Pechino e oro a Londra. Quando è scoppiato lo scandalo delle giocatrici cinesi, coreane e indonesiane che avevano giocato a perdere per avere una posizione più comoda nel tabellone finale, la Federazione internazionale ha deciso di squalificarle.Lin Super Dan è intervenuto in loro difesa chiedendo candidamente se non succedano cose simili nel calcio europeo. «Io non lo seguo granché ma immagino che se una squadra si trovasse di fronte alla prospettiva di vincere e affrontare i campioni del mondo della Spagna, forse non giocherebbe alla morte. O no?». Qualcuno gli ha suggerito di cominciare a guardarsi le partite del campionato italiano.10) Nelle prime Socialolympics della storia, quelle di Bolt che posta su twitter la foto del suo after party con tre ragazze svedesi della pallamano, Obama che scrive a Phelps firmandosi BO e razzistonigreci e svizzeri espulsi dai giochi per un eccesso di libertà di parola, il nostro account stracult di Londra è stato @OlympicSeat, il seggiolino vuoto spuntato in rete il 29 luglio mentre montavano le polemiche sulle tribune lasciate deserte da sponsor e dignitari del Cio. «Mi sento depresso. Totalmente vuoto. *Sigh*. Mia madre sognava per me un futuro da sedia di Ikea ma mio padre era stato un seggiolino alle Olimpiadi di Londra del 1948 e io volevo seguire le sue orme. Dare riposo e conforto agli appassionati di sport. E invece nessuno si accorge di me. *Sigh*. Dicono sia colpa degli organizzatori ma è tutta colpa mia. 20mila followers eppure nessuno che riempa il mio vuoto. Sono un fallito. *Sigh*».Poi quando finalmente il 3 agosto qualcuno si siede su di lui, il seggiolino vuoto si accorge che forse si stava meglio prima. «Il mio destino olimpico è compiuto però devo ammettere che è tutto un po' pesante, troppo pesante, non riesco neanche più a vedere le gare. Questo lavoro comincia a farmi schifo. Ho deciso, lascio. Grazie a tutti per il vostro twitter love». L'alter ego del seggiolino vuoto è una ragazza che ama Londra e il nonsense.

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