Perquisizioni e misure restrittive a Bologna

//dissentire non è reato//

Operazioni della Digos contro attivisti accusati di aver partecipato alla contestazione a Maroni

21 / 9 / 2010

Una brutta giornata a Bologna.

Questa mattina la Digos sta eseguendo perquisizioni e consegnando atti di misure restrittive delle libertà personali ad attivisti accusati di aver partecipato alla contestazione a Maroni il 28 settembre dello scorso anno.

Numerosi, troppi, obblighi di firma, un arresto domiciliare.

Le accuse sono vaghe e generiche.

12 mesi di distanza dai fatti.

Insomma, appare immediatamente evidente il carattere provocatorio e persecutorio di questi provvedimenti emessi dal giudice Tampieri della Procura della Repubblica di Bologna.

Chi perseguita i migranti, chi è complice oggettivo degli affondamenti nel Canale di Sicilia, chi finanzia la loro reclusione nei lager libici è eroe della legalità padana. Chi dissente, invece, viene ritenuto un pericolo per la democrazia.

Alle ore 16.00, nell'atrio della Facolta di Lettere e Filosofia si è tenuta una partecipatissima conferenza stampa in cui si è ribadito che questo atto intimidatorio da parte della Procura non fermerà le prossime mobilitazioni e hanno rivendicato con forza la contestazione dell'anno scorso al ministro Maroni.

Fin da ora la conferma che a tutti gli indagati va il nostro sostegno, la nostra amicizia, la nostra complicità.

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Il dissenso non si arresta - Conferenza Stampa

Dissentire non è reato - Conferenza Stampa.

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