Un testo di Don Andrea Gallo sulle dimissioni del Papa

Don Andrea Gallo: il fuoco è spento

6 / 3 / 2013

Un evento straordinario ha scosso il Pianeta.

Non si verificava da secoli.

Nella serata burrascosa di quel lunedì, a Roma, un fulmine ha improvvisamente illuminato la Cupola di S.Pietro.

Semplice coincidenza o un'immagine promonitoria?

Come hanno reagito i cattolici?

Il Mondo intero si interroga con stupore, incredulità, incredutilità e smarrimento.

Tutti mi chiedono: Quali motivazioni hanno spinto il Papa ad una così sorprendente decisione?

Chi sarà il nuovo Successore di Pietro?

Titubante rispondevo : "Il Papa Ratzinger ha posto al centro il Bene della Chiesa con coraggio e assumendosi le proprie responsabilità. Era il Quarto Papa del post-Concilio.

Sapranno i Cattolici accogliere l'inequivocabile e sofferto invito ad un rinnovamento radicale per ritornare ad essere "Lumen Gentium" Luce delle Genti, un Popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo di liberazione per tutti, sostenuti dallo Spirito del Cristo risorto e vivo?

Dalla Cristianità in dispersione e pesantemente attraversata dal Male si riuscirà a dirottare la prua della Nave di Pietro verso la "Comunione" e la Comunità dei Discepoli, risalendo alle genuine fonti evangeliche?

Prenderei lo spunto dalle ultime parole del Card. Carlo Maria Martini: "Io vedo nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso d'impotenza."

E' vero: il fuoco è spento.

C'è chi inaugurando l'Anno della Fede 2012 - 2013 ha affermato: "Scoprire insieme la brace sotto la cenere".

Nessuno può nascondere la drammatica situazione della Chiesa.

La nostra amata Chiesa è fredda.

Se i problemi non vengono affrontati o non è lecito parlarne, con questo comportamento ci si gioca la credibilità e, insieme, anche la fede.

E' in gioco l'essenziale! La Chiesa in questi ultimi anni ha perso credibilità. Come è stato affrontato lo scandalo degli abusi sessuali?

Non sarebbe il momento di cambiare le modalità con cui i Vescovi vengono nominati, prevedendo un maggiore coinvolgimento dei Fedeli?

Non si può parlare del celibato obbligatorio dei Preti?

L'ordinazione femminile? La bioetica e l'anticoncezionale?

Sulla questione di genere, la chiesa è "maldestra e ambigua"

Perché tanta difficoltà nel dire "si" alla Donna? 

Rispettando l'iniziativa dei preti austriaci il loro grido d'aiuto, mi chiedo, nelle mie povere preghiere: "non sarà grave aver trascurato".

I documenti del Concilio Vaticano II°? (1965) Paolo VI, Giovanni Paolo I° Giovanni Paolo II°, Benedetto XVI in questi cinquantanni è lecita una domanda : "Perchè il Concilio di Giovanni XXIII° è ancora tutto da tradurre?

Solo quando la Chiesa abbandonerà il suo Statuto imperiale avrà da dire qualcosa agli Uomini e alle Donne del Terzo Millenio

Auspico che il nuovo Pietro riproponga le quattro parole-chiave di quella Primavera della Chiesa.

La Partecipazione attiva.

E' chiaro che partecipazione attiva vuol dire riconoscimento della soggettualità di tutto il Popolo di Dio, dei suoi carismi e dei servizi che è chiamato a rendere.

La seconda parola è: "Sinodalità"

Un discorso che investe l'interezza del popolo di Dio e non solamente un piccolo segmento di Vescovi.

La Chiesa diventi un "cantiere aperto". Un mutato rapporto primato-episcopato,episcopato-presbiterato-chierici-laici.

In terza posizione: "l'Ascolto"

Ascolto della Parola da assimilare, da proclamare, da studiare, approfondire.. con la testimonianza.

Finalmente la quarta. Il Dialogo"

Penso sopratutto al dialogo chiesa - Mondo, ma non soltanto. C'è bisogno di dialogo intraecclesiale, al dialogo culturale ed ecumenico.

La chiesa che vorrei è Una Comunione in ascolto della Parola di Dio e delle sue stesse membra e capace di un annuncio e una profezia sempre nuovi.

Sogno una chiesa non separata dagli altri, non sempre a condannare, ma solidale, compagna, veramente con passione a fianco dei bisogni delle Donne e degli Uomini.

La chiesa inizia le letture dell'Ufficio Divino della Quaresima con Isaia (58,12)"Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, e spezzare ogni giogo?

Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, i senza tetto, nel vestire che è nudo...

Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio. Se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce..."

Un consiglio per il motto papale : Povertà, Giustizia, Pace,"Veni creator Spiritu... in Conclave,"

Don Andrea Gallo