Endlösung (la soluzione finale)

1 / 9 / 2017

Pubblichiamo, tratto da Effimera.org, questa riflessione di Franco Berardi "Bifo" scritta all'indomani del vertice a quattro convocato a Parigi da Macron al quale ha invitato Italia, Spagna e Germania.
Per quanto lo spettro dell'Olocausto sia forse un termine di confronto improprio in cui riportare l'attuale tragica situazione dei migranti incastrati tra Sahel e Mediterraneo, Bifo stimola ad una riflessione su radici e conseguenze delle decisioni politiche, anche in fatto di economia, quando ineriscono gli assetti globali e gli equilibri tra Stati. Sono proprio quegli equilibri che Macron ambisce a ridefinire ad aggiungere elementi di complessità alle relazioni diplomatiche che si giocano anche sulle decisioni inerenti i "flussi migratori", ignorando però strutturalmente le vite dei migranti stessi per privilegiare la ragion di Stato.

Finalmente l’Europa ritrova l’unità: uno stalinista convertito al nazismo, di nome Marco Minniti, ha indicato la linea della nuova Unione: la soluzione finale diviene legge europea. 

Pagheremo (poco) perché i nostri Gauleiter africani impediscano ai migranti di raggiungere il mare. Come faranno non ha importanza per i nazisti europei. Ma non ci vuole molta fantasia per immaginarlo.

Il piano d’azione elaborato ieri all’Eliseo prevede “un’identificazione nei Paesi di transito” attraverso “una cooperazione con i Paesi africani con una presenza anche militare sul campo”, ha aggiunto Macron.

Noi forniremo le armi e un po’ di spiccioli, i militari di Libia, Ciad, Mali e Niger provvederanno a impedire che milioni di uomini e donne, che il colonialismo e il riscaldamento globale hanno ridotto alla fame, possano emigrare.

Dal 1940 il nazionalsocialismo usò l’espressione “soluzione finale” per definire gli spostamenti forzati e le deportazioni (“evacuazioni”) della popolazione ebraica che si trovava allora nei territori controllati dalla Wehrmacht. A partire dall’agosto del 1941, questo governo degli spostamenti si trasformò nello sterminio sistematico della popolazione indesiderata.

Mi dispiace insistere, ma l’Europa è tornata esattamente allo stesso punto, anche se le vittime di quello che Minniti chiama governo della migrazione sono enormemente più numerose.
Ma esiste ancora l’Unione europea?

Non so, ditemelo voi: l’Austria manda le truppe al Brennero per bloccare gli arrivi dall’Italia, il presidente francese che qualche mese fa tutti salutavano come l’anti-Trump nazionalizza i cantieri di Saint Nazaire per impedire che un paese straniero possa acquisire la maggioranza in un’azienda di interessa nazionale, dichiarando coi fatti che il globalismo della finanza si sposa al protezionismo dell’economia. 

Nel frattempo in Libia si svolge una guerra tra Haftar e Serraj che in effetti è una proxy war tra Italia e Francia per il controllo delle risorse petrolifere.

Come unione va detto: non è proprio gran che.

Ma su qualcosa l’Europa è unita. 

Negli ultimi dieci anni è stata unita nell’imporre misure finanziarie rivolte al trasferimento delle risorse dalla società al sistema bancario, col risultato di devastare la vita sociale in molti paesi, soprattuto quelli del sud.

La società è impoverita al punto che i cittadini europei, impotenti a fermare la violenza di chi è più forte di loro (il sistema finanziario) cercano un capro espiatorio, qualcuno più debole di loro da perseguitare, rinchiudere, sterminare.

Non è esattamente quello che accadde negli anni ’20 e ’30 in Germania? Dopo la prima guerra mondiale Maynard Keynes lo aveva scritto in un libro intitolato Le conseguenze economiche della guerra. Alle potenze vincitrici riunite a Versailles aveva detto: non imponete alla Germania misure punitive che provochino l’umiliazione e l’impoverimento, il popolo tedesco potrebbe reagire in modo violento.

Non lo ascoltarono. Le decisioni del Congresso di Versailles portarono alla rovina dell’economia tedesca e il popolo tedesco si riconobbe in un un uomo e in un partito che proponevano l’eliminazione dei rom, dei comunisti e degli ebrei.

Similmente negli ultimi anni molti hanno detto: non distruggete i servizi sociali e la vita quotidiana degli europei, altrimenti il popolo europeo cercherà un modo per vendicarsi contro qualcuno che non possa reagire.

Il momento è giunto.

L’Unione  stata in questi anni uno strumento per lo spostamento di risorse dalla società al sistema bancario, ora l’Unione si trasforma in macchina per lo sterminio.

I nazisti la chiamarono soluzione finale.

Il vertice europeo di Parigi di ieri ha deciso che lo stalino-nazista Minniti è la sua guida.

Finanzieremo (poco ma abbastanza) i militari libici e africani perché incarcerino, affamino, violentino, torturino e sterminino chi vorrebbe raggiungere il mare. Puniremo le Ong che si permettono di salvare la vita a chi ha osato superare il muro militare.

Credo che possiamo chiamarla soluzione finale.

C’è modo di fermare questo orrore?

Non lo so.

Quel che so per certo è che la guerra che gli europei hanno scatenato contro l’umanità è destinata a diffondersi nelle nostre città che nei prossimi anni diverranno sempre più teatro del terrore scatenato. E quella guerra si trasformerà in guerra civile europea.

L’Unione è morta da un pezzo. 

Ora è morta anche la pietà, pietà l’è morta, e nei prossimi anni assisteremo all’estinzione della civiltà europea in ogni luogo di vita collettiva. 

Come a piazza San Carlo di Torino ben presto avremo paura di ogni botto, di ogni urlo e di ogni sussurro, perché sappiamo di essere criminali nazisti, e sappiamo che prima o poi chi semina vento raccoglie tempesta, come in Texas stanno imparando in queste ore.

Requiem.

Immagine in evidenza: “Cimitero di barche dei naufraghi migranti, Lampedusa”, foto di Massimo Sestini, 2014