Francia - la PMA dell'estrema destra

Le espressioni del dissenso contro l'austerity nelle piazze francesi sono portate avanti dal blocco reazionario che si diffonde in Europa.

14 / 2 / 2014

Come è già stato scritto, Hollande ha inaugurato l'anno con la grande svolta social-democratica. L'annuncio del suo patto di responsabilità ha infatti annunciato un duro attacco alle condizioni e ai salari del lavoro vivo, impacchettando un bel regalo alla parte padronale. Il patto, rivolto soprattutto alle imprese, vuole infatti rilanciare il mercato francese elargendo da subito fino al 2017 30 miliardi di euro all'anno per abbassare il costo del lavoro, ossia sgravando la parte padronale dalle imposte e dai contributi che deve versare nel momento in cui assume dei lavoratori. 

L'obiettivo è quello della competitività, di creare nuovi posti di lavoro e quindi crescita grazie agli sgravi fiscali. Poco importa che tutto questo vada ad intaccare le condizioni, le tutele sindacali e i salari: gli esoneri dalle imposte vanno ad intaccare direttamente le quote  delle pensioni che devono essere pagate dalle imprese e i contributi familiari, misure welfaristiche che permettono un minimo di ammortizzare gli effetti della crisi. Del resto, da dove prendere i soldi per i finanziamenti alle imprese se non dalle risorse pubbliche?

Dal punto di vista della contestazione sociale, gli effetti sono stati, per così dire, inusitati. I sindacati hanno avuto diverse risposte, di cui nessuna ha compreso un'opposizione netta alla volontà ormai neoliberale del Presidente. Tra quelli che si rifiutano di lanciare scioperi e conflitti sociali e altri che, invece, plaudono al patto nella speranza che si abbassi la “curva della disoccupazione” soprattutto giovanile, viene dimostrato il completo distacco sindacale dalla realtà. Ma la loro mancanza non ha solo l'effetto di non marcare una resistenza allo spudorato attacco al lavoro. Lo spazio vuoto del dissenso è infatti stato subito recuperato dalle varie destre sempre più forti all'interno del paese, sia istituzionalizzate che non. 

La risposta del partito di Le Pen è subito stata netta: per quanto l'ideologia dell'identità nazionale voglia favorire la competitività sopratutto contro le imprese straniere, non è di certo tramite l'austerity della spesa pubblica che si può rilanciare il mercato interno. A colpi di xenofobia e nostalgia per la sovranità nazionale, l' FN attacca Hollande accusandolo di essersi sottomesso alla dittatura dell'Unione Europea, comandata da Merkel, che impone i regali finanziari alle banche e apre le frontiere. Identificando nel nemico interno soprattutto i migranti e le risorse pubbliche che si occupano dell'accoglienza, il partito di destra delegittima completamente l'Europa rivendicando un' “economia patriottica” in cui l'accesso al lavoro e al welfare sia garantito solo ai cittadini francesi, i quali sono invece le prime vittime del nuovo patto di responsabilità. 

Il sentimento anti-europeista e nazionalista non si limita solo agli storici bacini elettorali del partito di destra. Diversi estremismi reazionari si stanno diffondendo in tutta la Francia facendo perno sul fatto che sono l'unica voce massificata del dissenso contro il governo socialista. Anche la vicenda dei berretti rossi in Bretagna, che si è aperta durante l'autunno, è stata cavalcata dall'entrismo del Front National e altri gruppi con il beneplacito della CGT, tant'è che molti dei lavoratori bretoni si sono visti scendere in piazza al fianco dei nazionalisti, razzisti, omofobi  riuniti a Parigi per il jour de la colère. Quel giorno ha rappresentato la prima grande coalizione tra destre che si inserisce pienamente nel grande blocco reazionario che si espande in Europa.

Sembra proprio che il blocco di destra francese, con il gioco tra l'istituzione e la società civile “ribelle” che fa il Front National, stia prendendo piede con molte caratteristiche comuni ad altre mobilitazioni e partiti europei. Partendo dalla situazione sociale di profonda difficoltà delle classi più colpite dalla crisi, questo blocco organizza la sua strategia sulla compressione dei diritti in nome di principi identitari che vorrebbero riproporre una realtà originaria della tradizione il cui benessere è stato distrutto dall'avvento dell'Europa, che siano alcune istanze conquistate dai movimenti sociali veri o i diktat finanziari della governance delle banche. E sebbene Hollande, con tutti i neoliberali europei, stia cercando di imporre l'Europa dell'austerity e della crescita, con qualche infarinatura di diritti civili, si trova destabilizzato di fronte a questo rapporto di forza delle destre.

 Potremmo dire, con un gioco di parole riferito alla questione del diritto di famiglia, che la sua ultima strategia sia stata una sorta di procreazione assistita delle destre, visto che ha fatto di tutto perché queste potessero agitare le loro ideologie a causa dell'austerità, perdendo consensi a sinistra verso il suo governo. Fatto che si ripercuote anche a livello di elezioni europee, vista la rete di alleanze tra partiti di destra che vogliono dare l'impronta conservatrice, razzista e xenofoba all'Europa con un ritorno alle sovranità nazionali. 

A questo proposito, è di poche settimane fa l'incontro all'insegna di “inquietudini comuni” tra Salvini e Marin Le Pen, dopo il quale il segretario della Lega ha dichiarato che “un’altra Europa è possibile. Un’Europa pacifica e ordinata, fondata sul Lavoro e sulle Culture, non serva dell’Euro e delle banche. Un’Europa orgogliosa, che non è disposta a farsi invadere da uomini e merci. Una Comunità in cammino. Diamo fastidio? Sicuramente. Ci attaccheranno? Sicuramente. Abbiamo paura? NO! Avanti, insieme si può”. 

Per quanto riguarda la Francia, non solo l'operato di Hollande ha reso fertile i terreno, ma anche l'assenza di un conflitto sociale diffuso che sappia essere allo stesso tempo costituente e proiettato su un'altra dimensione europea, oltre quella dei neoliberali e dei nazionalisti fatta di democrazia dei molti e estensione dei diritti sociali. Per ora, infatti, l'unica massiccia risposta al Patto di responsabilità sul lavoro è pur sempre stata proprio il jour de la colère...