G7 Torino - Andrea ed Anthony liberi subito

Un comunicato di solidarietà dei centri sociali del Nord Est con gli arrestati durante il vertice di Torino

3 / 10 / 2017

Sono passati ormai tre giorni dalla fine delle mobilitazioni contro i G7 a Torino. Ma Andrea ed Anthony sono ancora rinchiusi, uno nel carcere delle Vallette, l'altro ad Ivrea.

Anthony è un giovane compagno di Pesaro, probabilmente ad una delle sue prime manifestazioni. Uno dei tanti giovani che abbiamo visto protagonisti nelle giornate torinesi; arrestato nel corso di un vile agguato della Digos mentre il corteo stava rientrando verso il centro dopo l'assedio alla zona rossa, posta a poche centinaia di metri dalla Reggia di Venaria. Una modalità, questa degli agenti della Digos che braccavano i manifestanti, che abbiamo visto in opera anche la sera prima, quando a piazza Castello c'è stato il fermo di tre attiviste tra cui Sara, una nostra compagna di Venezia, rilasciata dopo alcune ore con una denuncia a piede libero.

Andrea lo conosciamo bene; conosciamo il suo impegno nella lotta contro il Tav, conosciamo la sua generosità. Ed è proprio questa generosità, nel tentare di aiutare chi era rimasto indietro in quel momento della manifestazione, che ha infastidito la polizia a tal punto da confezionargli un arresto in differita, mentre rientrava verso casa sua, a Bussoleno. Modalità che lasciano sgomenti e che rendono manifesto quel nuovo paradigma repressivo instaurato da governo ed apparati polizieschi nel nostro Paese, soprattutto in seguito alla legge sulla "sicurezza urbana" dello scorso marzo, che porta il nome del ministro dell'interno Minniti . 

Ancora più sgomenti lascia il modo in cui i media mainstream, e Repubblica in primis, hanno trattato la vicenda, "sbattendo il mostro in prima pagina" e consegnando di fatto alla magistratura ed alla gogna mediatica un video in cui si vede Andrea mentre tenta di soccorrere chi era in difficoltà. Un gesto di solidarietà, tra i più nobili aggiungiamo, fatto abilmente passare per reato da incriminare.

Se non fosse chiaro l’intento politico dei due arresti, la procura di Torino ha chiesto ieri di applicare una misura di custodia cautelare in carcere per Andrea. Nei prossimi giorni gli organi competenti si esprimeranno in merito alla richiesta.

Non possiamo far altro che chiederne l'immediata liberazione perché non ci piegheremo mai alla strategia della vendetta, che sempre di più accompagna ogni mobilitazione di piazza, nazionale ed europea.

Liberi tutti. Subito.

Reset G7

Di seguito una lettera di Andrea dal carcere delle Vallette:

Le vallette, 1 ottobre 2017, ore 21                                                                                                                                                  

Primo giorno di detenzione, blocco b nuovi giunti

Rabbia, determinazione, amore

Rabbia per i tanti racconti di vite interrotte che ho conosciuto all’ ora d’ aria. Destini di tanti giovani che si sono giocati la vita troppo velocemente, come in una roulette, nella decisione o scelta sbagliata. Rabbia per gli sguardi di rassegnazione intravisti negli occhi dei più maturi, abbandonati a pensieri di accettazione inerme delle condizioni di vita schifose di questa istituzione totale e punitiva che è la galera. Rabbia per essere stato punito con lo spostamento in un’altra cella, da solo e con la finestra sull’ interno, per aver cercato di farmi sentire al passaggio del corteo di solidarietà sotto le mura carcerarie.

 determinazione nell’ impedire all’ isolamento fatto di sbarre e muri, di farci tacere e far calare il sipario sulle sofferenze di vite vissute, per lo più, in assenza di vere possibilità o di reali alternative. Determinazione nel continuare a sorridere, nonostante tutto, nella consapevolezza che anche qui dentro la vita riserva sorprese o momenti d’ inattesa ilarità collettiva… come in occasione del mio spostamento di cella ed il conseguente scambio di battute con i “maggiordomi del palazzo di via Aglietta”  (il carcere delle vallette ndr).

Amore per i gesti di solidarietà, anche quelli più piccoli, che rendono umano, in alcuni momenti, anche il trascorrere del tempo qui dentro. Amore, e non ci sono parole piu’ adeguate, per descrivere le emozioni ed i sentimenti che ci legano, facendoci sentire un tutt’ uno e senza un dentro ed un fuori. Amore per Anthony, che non conosco ancora ma che sento far parte di me. Avrei voluto abbracciarlo in questura ma non mi è stato permesso. Fatelo voi simbolicamente anche per me ed il più in fretta possibile, mi è sembrato un po’ scosso e tanto giovane. Amore, l’ultimo pensiero va ad Olol  jackson: avrei voluto esserci per l’ ultimo saluto. In alto i cuori per un compagno.